di Sabino Paciolla
Ieri sono rimasto allibito nel vedere e sentire il video-comunicato trasmesso dal Presidente del Consiglio in persona, la signora Giorgia Meloni, in occasione del primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina. È un comunicato indigeribile per la povertà di contenuti, inaccettabile nella sostanza perché misconosce o tace di tutti i fattori che sono a fondamento di un conflitto che non doveva mai scoppiare. È un discorso senza un orizzonte strategico e ripete pappagallescamente quanto le élite mondialiste dicono e vogliono che tutti noi pensiamo e diciamo.
Nel comunicato video che potete vedere in cima all’articolo, la Meloni dice che le intenzioni di “Putin sono quelle di far capitolare l’Ucraina per poi rivolgere le sue mire espansionistiche agli altri stati confinanti, non solamente europei. Quel piano è fallito, Mosca ha dovuto fare i conti con l’eroica reazione di un popolo disposto a tutto per difendere la propria libertà, e con una cosa più forte dei missili e dei carri armati, l’amore per la propria patria. (…) L’Ucraina non è e non sarà sola perché sta difendendo i valori di libertà e democrazia su cui nasce l’identità europea e le fondamenta stesse del diritto internazionale senza il quale varrebbe solo la forza militare e ogni stato del mondo rischierebbe di essere invaso dal proprio vicino. Non possiamo consentirlo, ed è nostro dovere lavorare per arrivare ad una pace giusta. Il mondo libero è debitore nei confronti delle donne e degli uomini ucraini. L’Italia è dalla loro parte”.
Dunque, secondo la Meloni, Putin avrebbe mire espansionistiche di annettersi l’Ucraina per poi passare ad altri paesi europei e non solo. Ma come può la Meloni pensare che ci beviamo una tale fandonia? Come può immaginare di propalare al popolo italiano il verbo neocon senza colpo ferire? Come può pensare si sorvolare o non citare la massiccia e ingiustificata espansione della NATO nell’Ucraina fatta di fornitura di armi, equipaggiamenti e istruzione militare, strutture logistiche, installazioni di laboratori biologici per esperimenti pericolosissimi, come ha ammesso la stessa Victoria Nuland, Sottosegretario di Stato per gli affari politici nell’amministrazione Biden? Come può pensare che ci sfugga che tutto questo sarebbe stato, come è stato, percepito dalla Russia come una pericolosa provocazione, un avvicinarsi minaccioso sempre più ai suoi confini e un oltrepassare la linea rossa costituita da una Ucraina che doveva rimanere neutrale secondo i patti stabiliti all’indomani della caduta dell’Impero sovietico? Come può la Meloni pensare di sorvolare sul colpo di stato di piazza Maidan del 2014? Come può la Meloni non citare il massacro da parte delle forze governative ucraine di 14.000 persone avvenuto nelle regioni russofone del Donbass dal giorno di quel colpo di stato?
Quel comunicato della Meloni assomiglia molto da vicino ad una forma di propaganda. Anche le pietre, infatti, sanno che la guerra in Ucraina è una guerra per procura, una guerra degli Stati Uniti contro la Russia fatta con la carne degli ucraini. Infatti, due sono gli obiettivi che i neocon americani si sono posti nel provocare l’aggressione della Russia alla Ucraina:
- Rompere l’asse che si stava sempre più consolidando tra Germania e Russia basato su un forte interscambio commerciale di tecnologia fornita dalla Germania alla Russia e petrolio russo a buon prezzo fornito da quest’ultima alla Germania. Questo scambio rendeva sempre più importanti, potenti (economicamente) e indipendenti dagli Stati Uniti la Germania e, di conseguenza, tutti gli altri paesi europei. Una situazione che non poteva essere tollerata né dalle lobbies americane, che vedevano in pericolo i loro interessi economici, né dall’Amministrazione degli Stati Uniti che valutava sempre più compromessa la sua leadership nei confronti dei paesi occidentali. Quel cordone ombelicale che legava la Russia alla Germania andava immediatamente tagliato. Per questo è stato cruciale l’obiettivo di far saltare in aria il gasdotto Nord Stream che collegava strategicamente dal punto di vista economico-energetico la Germania e la Russia. I particolari li potete trovare nel magistrale articolo scritto da Seymour Hersh. Impressionante il fatto che Biden abbia detto che avrebbe posto fine alla struttura Nord Stream in una conferenza stampa con il premier tedesco Olaf Scholz presente al suo fianco. Nei piani statunitensi, occorreva ristabilire la visione unipolare sostenuta da decenni dai neocon americani che immagina un mondo in cui è presente una unica superpotenza mondiale, gli Stati Uniti, con tutti gli altri paesi che le fanno da vassalli. L’ideologia neocon è viva e vegeta e se ne infischia degli interessi degli alleati europei.
- Aizzare gli Ucraini governativi nei confronti dei cittadini del Donbass spingendoli a continui bombardamenti, non curandosi affatto degli accordi di Minsk, in modo da provocare la Russia per spingerla ad intervenire, come di fatto è avvenuto. Creare in sostanza una guerra per procura con l’obiettivo di infiacchire militarmente ed economicamente la Russia, abbattendo il suo ruolo di superpotenza nucleare, sperando al contempo in un colpo di stato interno che abbattesse la leadership di Putin.
Quanto detto trova conferma nelle parole di Angela Merkel quando ha confermato che gli accordi di Minsk, che ufficialmente avrebbero dovuto porre fine alle atrocità avvenute nel Donbass e portare ad una riconciliazione degli ucraini con le popolazioni delle repubbliche separatiste del Donbass, e nei quali la Russia ci aveva pure creduto, sono stati in realtà una finzione perché destinati a non essere mai attuati perché il vero obiettivo degli stessi era quello di prendere tempo. Per fare che? Ma per armare l’Ucraina in modo che si potessero perseguire gli obiettivi di lungo corso, ovvero quelli di indebolire in tutti i modi la Russia.
Questa guerra per procura è ben sintetizzata dalla famosa frase dell’ex senatore Richard Hayden Black quando ha detto:
”Non importa quanti ucraini muoiono. Quante donne, bambini, civili, militari moriranno. Non ci importa. È come una grande partita di calcio e vogliamo vincere. L’Ucraina non può prendere una decisione sulla pace. (…) La decisione sulla pace può essere presa solo a Washington, e finché vogliamo che la guerra continui, noi combatteremo questa guerra usando gli ucraini come sostituti (per procura, ndr), e la combatteremo fino alla morte dell’ultimo ucraino”.
Dato, però, che la Russia è una potenza nucleare, è del tutto evidente che una guerra con gli obiettivi sopra menzionati non deve e non può mai sfociare in un conflitto nucleare perché il risultato sarebbe letale, nel senso letterale del termine, per tutti. Una tale guerra per procura deve quindi necessariamente mantenersi ad un livello tale che permetta di raggiungere i due obiettivi sopra menzionati ma senza toccare il livello di innesco del rischio nucleare, fermandosi cioè ad un passo prima, fidando nell’assunto che nessuno voglia usare le armi nucleari. Come si può intuire, un azzardo morale degno di menti vicine al delirio, visto che per la prima volta da decenni, una potenza nucleare, gli Stati Uniti, sta sfidando militarmente, sia pure per procura, un’altra potenza nucleare. Il rischio di errore in questo caso è dietro l’angolo insieme all’olocausto nucleare.
Dei due obiettivi sopra menzionati, il primo, quello del rinsaldamento della unità politico-economico-militare dei paesi europei intorno alla leadership USA, anche al costo di distruggere fondamentali infrastrutture energetiche di un paese amico (Nord Stream), una evidente azione di terrorismo economico, è stato raggiunto in pieno, e lo si vede del resto anche dalle parole propagandistiche contenute nella dichiarazione video del Premier Meloni. Il raggiungimento del secondo obiettivo, invece, è riuscito a metà, nel senso che si è raggiunto sì l’intento di provocare la Russia ad invadere le regioni del Donbass, ma non si è riusciti ad infiacchire la Russia né militarmente (è la NATO che sta accusando una carenza di scorte di armi) né economicamente (si vedano i dati economici). Inoltre, cosa fondamentale, non si è riusciti a creare un malcontento interno alla Russia tale da portare al rovesciamento di Putin (il consenso infatti sembra alto). Per tali motivi, essendo questo il quadro generale della situazione, l’unica via di uscita ora percorribile è quella di trovare un accordo per il cessate il fuoco sulla base di quanto un vero e sano realismo diplomatico consente oggi, lasciando da parte obiettivi ideali e irraggiungibili. Avere infatti come obiettivo quello di ripristinare l’integrità totale del territorio ucraino, compresa la Crimea, che è considerata da Putin un pilastro irrinunciabile e fondamentale della nazione, dove, per altro, è presente una grande base navale, è assolutamente illusorio. Dopo migliaia e migliaia di morti da una parte (la Russia) e dall’altra (alcuni parlano di circa 700.000 morti ucraini reali, cifra molto diversa da quella ufficiale di 100.000), nessuno vorrà mai fare un passo indietro come se nulla fosse accaduto. Occorrerà tutta l’arte del compromesso onorevole in modo che nessuno perda la faccia ma si raggiunga una intesa.
L’alternativa ad un compromesso onorevole è quella di una guerra senza fine che comporterà inevitabilmente un prolungato, atroce e insensato massacro da ambo le parti e, infine, il rischio di una escalation che conduca direttamente alla terza guerra mondiale che, ricordiamocelo, non potrà evitare il rischio che possa trasformarsi in guerra nucleare. La Russia, del resto, ha già detto che si riserva l’uso dell’arma nucleare anche a fronte di una offensiva portata avanti con il solo uso di armi tradizionali ma che metta a rischio la sua esistenza.
Del resto, un accordo di cessate il fuoco farebbe comodo gli USA in quanto questi avrebbero raggiunto pienamente il primo obiettivo e metà del secondo. Sarebbe utile a noi europei in quanto la guerra si sta sviluppando sul nostro territorio, non certamente su quello americano, con conseguenze economiche pesantemente negative per noi, e sarebbe infine utile soprattutto agli ucraini che così porrebbero fine al massacro di vite umane, gettando poi le basi per la ricostruzione del paese.
A questo punto, è importante riconoscere che Zelensky ha fatto un azzardo veramente grande ai danni del suo popolo sperando, ingenuamente (ma forse, vista la guerra per procura, non poteva fare diversamente) di potersi svincolare definitivamente dal ruolo di nazione neutrale cuscinetto tra la potenza nucleare russa e il mondo occidentale ad ovest dei suoi confini. Una tale azione, infatti, sarebbe stata possibile solo se la NATO e gli USA fossero entrati attivamente e militarmente al fianco dell’Ucraina nell’abbattere l’Orso russo. Una azione impossibile senza correre contestualmente il forte rischio di una guerra nucleare. Ecco perché una tale guerra non doveva mai iniziare. Occorreva far di tutto per evitarla, riconoscendo e valorizzando i segnali di preoccupazione che negli anni e in varie circostanze Putin ha manifestato apertamente all’Occidente.
Qualche giorno fa Trump, sollevando il rischio sempre più vicino della terza guerra mondiale, ha detto: “Dobbiamo fare piazza pulita di tutti i guerrafondai e dei globalisti ‘America Last’ dello Stato profondo, del Pentagono, del Dipartimento di Stato e del complesso industriale della sicurezza nazionale”. Ed ha ragione, perché i neocon sono stati sempre capaci di portare gli Stati Uniti in guerra ma mai di tirarli fuori senza prima aver fatto ingenti danni in termini di vite umane perse.
Come dice il Governatore della Florida DeSantis, i neocon, con a capo Biden, stanno utilizzando in Ucraina una “politica in bianco senza un chiaro obiettivo strategico”. Questa constatazione fa tremare i polsi per i danni che sta causando. Fa preoccupare non poco anche la manifesta incapacità strategica dei signori, americani ed europei, che hanno in mano le redini di questa guerra. Lo dimostra il fatto che è stato appena approvato il decimo pacchetto di sanzioni economiche nei confronti della Russia dopo che i primi nove non hanno sortito l’effetto desiderato, a cominciare dalla cosiddetta “opzione nucleare” costituita dal sequestro di oltre 300 miliardi di dollari appartenenti alla Banca Centrale russa che, nelle intenzioni degli ideatori, avrebbe dovuto mettere subito in ginocchio finanziariamente la Russia. È evidente che questi signori continuano a sbagliare i conti.
Preoccupa infine l’incapacità geostrategica dei cervelli neocon, con gli europei al loro seguito. Sono infatti stati capaci di spingere la Russia nelle braccia della Cina che ha 1,4 miliardi di persone, una capacità di ricerca e tecnologica di primo livello, il monopolio di alcune materie prime, una grossa fetta mondiale nella produzione di articoli farmaceutici e, dulcis in fundo, l’arma nucleare. Si può essere più insipienti di così?!?
Pertanto, Presidente Giorgia Meloni, come possiamo crederle visto che questi signori hanno fatto di tutto per trasformare l’Ucraina da “granaio d’Europa” che era a “polveriera d’Europa” negli anni scorsi, e a “cimitero d’Europa” oggi?
Presidente Meloni, la smetta con la retorica della libertà, democrazia e patria, perché noi italiani abbiamo grande rispetto per queste parole, soprattutto per il loro significato concreto. Gli italiani hanno scelto un Premier, lei, perché rappresentasse e portasse avanti istanze di pace attraverso azioni concrete e realistiche di diplomazia, non vuote aspirazioni senza futuro e senza fondamento.
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Meloni si sta rivelando inadeguata per il ruolo che ricopre, un po’ come Liz Truss. L’altro giorno, in riferimento al sostegno all’Ucraina, ha dichiarato che “l’Italia non tentenna”, facendo tornare alla mente quell’altro che diceva “noi tireremo dritto!”.
Sembra non rendersi conto della situazione in cui ci hanno messo gli americani, ma tra poco dovrà fare i conti con la realtà, che non è quella che racconta la Nato.
Quello che preoccupa, però, non è solo la signora Meloni, quanto che i cittadini europei non abbiano ancora capito chi sono realmente gli americani.
Legge le veline che gli prepara il Padrone Americano. Altrimenti fa la fine di Enrico Mattei. O di Aldo Moro.