Foto: card. Kevin J. Farrell

Foto: card. Kevin J. Farrell

Come riporta il Catholic Herald, (qui), Il cardinale Kevin Farrell, di Drimnagh a Dublino e prefetto (capo) del Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, in una intervista con la rivista Intercom, il magazine dei vescovi cattolici irlandesi, ha detto: “I sacerdoti non sono le persone migliori per formare gli altri al matrimonio”.

Non hanno credibilità; non hanno mai vissuto l’esperienza; possono conoscere la teologia morale, la teologia dogmatica in teoria, ma da lì a metterla in pratica ogni giorno… non hanno l’esperienza“.

Il clericalismo è morto, ha detto anche il cardinale, responsabile dell’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Dublino il mese prossimo, “non perché abbiamo fatto qualcosa per ucciderlo, ma per i semplici e puri numeri“. A Dallas, dove è stato vescovo dal 2007 al 2016, “abbiamo un milione e mezzo di cattolici e 75 sacerdoti, con un tasso di partecipazione (alla Messa) del 45-50%. 75 sacerdoti non saranno interessati ad organizzare incontri matrimoniali“, ha detto.

Il cardinale ha anche detto: “Dobbiamo preoccuparci del 99 per cento, dei battezzati, e non preoccuparci delle altre cose con le quali ci siamo ossessionati“. (L’arcidiocesi cattolica di Dublino, con una popolazione di 1,15 milioni di cattolici, conta 413 sacerdoti diocesani e religiosi).

Ci dispiace che il Catholic Herald non specifichi meglio a cosa il cardinale Farrell si sia riferito quando ha detto che non dobbiamo “preoccuparci delle altre cose con le quali ci siamo ossessionati“.

Ad ogni modo, pur comprendendo la sproporzione presente in alcune zone tra fedeli (numerosi) e sacerdoti (pochi) che sovraffaticherebbe questi ultimi, ci riesce poco comprensibile l’affermazione che, quanto a preparazione al matrimonio, i sacerdoti non sarebbero “credibili” perché, non essendo sposati, mancherebbero della dovuta “esperienza”.

Premesso che i corsi matrimoniali, che di solito sono tenuti proprio dai laici in collaborazione con il sacerdote, pur avendo la loro importanza, non costituiscono la panacea per la tenuta dei matrimoni, così in crisi. Oggi, infatti, sempre meno giovani si sposano, non solo in chiesa ma anche civilmente, preferendo al matrimonio la convivenza.

Riesce quindi difficile attribuire un concorso di colpa di tale crisi ad un non meglio identificato “clericalismo” di cui parla il card. Farrell. Quello che oggi, ancor più di ieri, in questa società scristianizzata servirebbe sono la testimonianza ed il rendere ragione della fede che è in noi, sostegno primo ed ultimo di un vincolo, quello matrimoniale, che altrimenti risulterebbe umanamente incomprensibile. In questo possono dare la loro testimonianza e le loro ragioni sia i laici, con la loro esperienza coniugale, sia le persone consacrate, con la loro esperienza di castità poiché la radice delle due esperienze è la stessa. Al contrario, ridurre la questione a sociologia pare, appunto, una riduzione.

Non si dimentichi poi il prezioso patrimonio di confidenze, confessioni, accompagnamenti di famiglie in crisi e non che il sacerdote accumula durante il suo ministero e che si rivelano certamente molto più importanti e validi di un semplice “corso pre-matrimoniale”.

Qualcuno, poi, nella Chiesa sta proponendo l’abolizione della castità sacerdotale. In questo specifico caso si potrebbe pensare, astrattamente, che con tale abolizione si quadrerebbe il cerchio: un sacerdote con esperienza matrimoniale. E’ un errore. Ma su questo pubblicheremo a breve un articolo di qualcuno più titolato a parlarne.

Infine, seguendo la pura logica del ragionamento del card. Farrell, se i sacerdoti non sono “credibili” nella preparazione al matrimonio in quanto mancanti della necessaria “esperienza” poiché non sposati, allora anche tanti prelati che parlano di “ambiente” e di “flussi migratori” non avrebbero la necessaria esperienza in quanto nè specialisti della materia né politici di professione. Oppure, per assurdo, per capire i divorziati occorrerebbe prima divorziare. E’ chiaro che non condividiamo questa logica nè questo ragionamento.

A riprova, proprio oggi si apre in Vaticano una grande Conferenza internazionale che vuole fare il punto a tre anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’. La conferenza è organizzata dal nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, presieduto dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, insieme a Caritas Internationalis e Global Catholic Climate Movement.

Per concludere e senza andare troppo lontani, lo stesso card. Farrell è presidente del Dicastero dei Laici, della Famiglia e della Vita. Stando al suo ragionamento, questi sarebbero tre ambiti (laici, famiglia e vita) di cui il card. Farrell mancherebbe di “esperienza”. Ma, come abbiamo detto, non “sposiamo” questo ragionamento.

di Sabino Paciolla

 

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