Aldo Maria Valli
Aldo Maria Valli

 

 

di Brunella Rosano

 

Preg.mo dottor Aldo Maria Valli

(tranquilli! Non ho sbagliato blog!) È da tempo che la seguo sul blog “Duc in altum”, articoli, libri (non tutti perché scrive e “sforna” libri alla velocità della luce), incontri (quando sono in un raggio di chilometri accessibile a due vecchietti)….. ci siamo conosciuti personalmente ad un incontro svoltosi a Torino con monsignor don Nicola Bux per la presentazione del libro scritto “a quattro mani” dal titolo “Il cambio della guardia”, sulle vicende di Bose ed Enzo Bianchi (non si preoccupi: non mi sento offesa se non si ricorda di me! Incontra così tante persone!)

È proprio a proposito di un suo libro che le sto scrivendo. Si tratta di “Stato di emergenza”.

Avevo letto sul blog che era stato pubblicato e, subito, l’avevo messo nel “carrello”, dove lo avevo dimenticato! Poi, una sera, in un incontro del comitato locale di “Liberi in Veritate” due amici, Valentina e Alfredo, ne hanno parlato in termini così entusiastici che mi sono ricordata di averlo quasi acquistato ed ho proceduto immediatamente a completare le operazioni di pagamento. Il giorno seguente, a mezzogiorno, mi veniva recapitato a casa! Ed ho iniziato a leggerlo. Anzi l’ho divorato! E come sempre succede in questi casi, ho iniziato a inviare messaggi agli amici dicendo che valeva la pena comprarlo e leggerlo. Ho praticamente inondato le chat della mia agenda! (se noterà un incremento nelle vendite del libro, si ricordi di me! Non in termini di denaro, ma di preghiere!)

Naturalmente l’ho inviato anche al mio “editor” il quale mi ha risposto che era intenzionato a leggerlo in vacanza, e che, nel frattempo avrei potuto scrivere una recensione. Ha detto proprio così! Come se io fossi del mestiere e sapessi scrivere una recensione! Dimentica forse che quando sono andata a scuola io “alcuni” anni fa la prova di italiano era costituita dal classico “tema”. Introduzione. Svolgimento dell’argomento proposto. Conclusioni. Punto.

Come si fa una recensione? Se devo scrivere ciò che mi è piaciuto del libro, faccio la fotocopia di tutte le pagine e le allego. Ma a questo punto è meglio comprare il libro. Una sintesi può essere, anzi è sicuramente riduttiva! Ciononostante …….. ci proverò!

Ho quindi ripreso in mano il libro che avevo sottolineato a matita nella prima lettura e pagina dopo pagina, intervallando la lettura con una pentolata di conserva (come si conviene ad una casalinga!), una gita in montagna con i nipoti (come si conviene ad una nonna) ho ricominciato a sottolineare le frasi, i periodi che consideravo più importanti. Prima con i pastelli fluorescenti, poi con le biro con i glitter…. Ho fatto un’opera cromatica tale che la signora Elena, in arte Elly, ne sarebbe entusiasta.

Il motivo per cui ha scritto questo libro è chiaro (pag 11): lasciare una memoria, una testimonianza di quanto abbiamo vissuto, perché un domani i suoi nipoti (ai quali è dedicato il libro), e spero anche i miei nipoti, possano far parte di una Congregazione degli àpoti, di coloro che non se la bevono!

 “Io non sono nato per essere piegato” frase di Henry David Thoreau con la quale inizia la presentazione, che ricorda il popolare detto “mi spezzo, ma non mi piego” è già un programma. Nessuno di noi è nato per “piegarsi” a qualcosa, a qualcuno! A meno che non sia un atto di volontà, ma troppo spesso è qualcuno dall’esterno che vuole piegarci, sottometterci! La recente storia nazionale e mondiale ha messo molti di noi nella condizione di doversi sottomettere alla volontà esterna, all’arbitrio di quanti hanno imposto una dittatura sanitaria in nome di una “scienzah” che di scientifico aveva molto poco o niente!

Nella presentazione del libro si fa riferimento a Giuseppe Prezzolini, il giornalista e scrittore toscano cui dobbiamo l’espressione “àpota” ovvero “chi non se la beve, nel senso che non accetta una versione dei fatti, una spiegazione calata dall’alto, frutto di un pensiero dominante, ma vuole pensare con la propria testa” (pag, 7). Credo che questo sia il contributo che mi ha colpito di più: rivendicare il diritto di ragionare con la propria testa, formulare un proprio giudizio e non accettare ciecamente, supinamente, il pensiero dominante, il classico “l’ha detto la tele”, l’ha detto l’esperto”, “fanno tutti così”! Credo di avere nel mio corredo genetico il gene “dell’anarchia”, nel senso che non sono ciecamente obbediente per indole. Inoltre, nella mia vita universitaria in Urbino ho incontrato il movimento di Comunione e Liberazione che come educazione insegnava a “dare giudizi”, a valutare la realtà nella totalità dei suoi fattori, per cui mi è proprio difficile accettare alcunché senza pormi domande!

La prima parte del libro, giustamente la più corposa, ripercorre il periodo della “pandemenza” con uno scopo preciso: non dimenticare.

Non dimenticare i soprusi subiti, le limitazioni insensate, i ricatti, le minacce, le discriminazioni, le persecuzioni ,….. Nel giro di “un amen” la nostra Costituzione (la “Costituzionepiùbelladelmondo”) è stata dimenticata, stracciata, calpestata. Interi articoli (2, 3, 4, 13, 19, 21, 22, 32) “gli articoli che formano l’ossatura del nostro vivere civile, furono violati”. “e la Chiesa cattolica si rese complice di tale prevaricazione”. La Chiesa come disse monsignor Crepaldi all’inizio della “pandemia” tiene ben presente la distinzione dei significati del termine latino “salus”: vuol dire sia salute che salvezza. Alla Chiesa compete in primo luogo la salvezza delle anime. Invece in questi anni l’abbiamo vista schierarsi acriticamente con l’ordine politico, appoggiare le misure restrittive, sospendere la celebrazione delle Messe (anche a Pasqua!), dei funerali!!!  La paura del contagio, la paura di morire hanno paralizzato qualsiasi capacità di giudizio! Obbligati ad indossare inutili/dannose mascherine, costretti a mantenere la distanza di un metro dai vicini, a viaggiare in macchina seduti uno davanti, l’altro dietro anche se conviventi, ….. ma ci rendiamo conto di quali assurdità siamo stati vittime?

Il capitolo “Bugie Davvero Grosse” mi ha fatto venire in mente Checco Zalone nel film “Sole a catinelle”. (Ha notato che citazione colta? Altroché Hannah Arendt, Mattias Desmet, Vaclav Havel, ecc.!)

Quando dice al figlio che chi fa debiti grandi è rispettato e riverito, mentre chi contrae debiti piccoli viene continuamente sollecitato a restituire il debito! Hanno raccontato bugie così grosse, ma così grosse (“non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire gli altri”, vero signor Mario Draghi?) che sicuramente nessuno avrà mai il coraggio di ammettere che erano proprio bugie! A cominciare dall’origine del virus e la storia del pangolino e del pipistrello! È di questi giorni l’articolo deL a Stampa: ”Il Covid? Scappò davvero da un laboratorio. Fu la Cia a pagare sei analisti per insabbiare la verità” ULLALLA’ direbbe il “Magro” telecronista delle gare ciclistiche! Alla fine, la VERITA’ viene a galla. Ci vorrà del tempo, ma prima o poi sapremo come sono andate veramente le cose! Almeno spero!

Bryan Johnson: mi ha molto colpito la storia di questo signore. Ne parla nel capitolo “Se la morte è ormai inammissibile”. Questo signore, carico di soldi, ha ingaggiato una squadra di trenta persone (medici, nutrizionisti, preparatori atletici alla modica cifra di due milioni di dollari l’anno) allo scopo di combattere l’invecchiamento e ringiovanire. Ogni giorno segue un programma appositamente studiato di veglia, attività fisica, dieta……… Tutti i giorni uguali. Ogni giorno deve assumere non più di 1.977 calorie. È sperabile che almeno il cibo possa variare!  Magari morirà a cento anni, con la pelle levigata come quella di un bambino, con i muscoli tonici, le ossa prive di osteoporosi…. Sarà proprio un bel cadavere! Ma morirà anche lui! Ma vale la pena vivere da “carcerato” per prolungare questo tipo di vita? L’aspetto positivo della vicenda è che dà lavoro e retribuzione a trenta persone, trenta famiglie!

È facile quando cessa la pressione, quando molla la morsa del terrore, cercare di gettarsi alle spalle il brutto che si è vissuto. Penso sia umano tentare di riprendere il filo della propria vita nella normalità. Ma non bisogna dimenticare, perché non possiamo “far finta di niente” e far finire tutto a “tarallucci e vino” come si suol dire! Non sarebbe giusto nei confronti di chi ci ha rimesso la vita, il lavoro, la salute! Non è giusto per quel clima di divisione, sospetto, paura che ci ha condizionati ed ha lasciato tracce profonde in tante persone ancora ora! Non è giusto perché le nostre vite sono state comunque condizionate da questo avvenimento, e anche se nessuno nella mia cerchia di amici e parenti è morto a causa del covid, sono “morti” dei rapporti di amicizia che consideravo per me vitali e che pensavo sarebbero durati in eterno. È vero, sono nate amicizie nuove, ma non sostituiscono quelle perse! Non è che se ti muore un figlio e poi te ne nascono altri, compensano la morte del primo! Tutti abbiamo subito dei danni da questa situazione ed è giusto chiedere che sia fatta luce, che sia fatta giustizia! A questo proposito non mi faccio illusioni! L’età e l’esperienza di molti anni di vita me lo impediscono! Ma mi consola il fatto che se non arriverà la giustizia umana, arriverà la giustizia divina!

Mentre scrivo sfoglio il libro, rileggo le frasi sottolineate, le numerose citazioni riportate, e mi chiedo come hanno potuto tante persone anche molto istruite, credere a tutto quello che è stato narrato e imposto? Come hanno potuto accettare tutto come oro colato senza porsi domande, nessun perché, senza riflettere sull’assurdità delle norme che venivano imposte, nessuna esclusa? Come hanno potuto calpestare la nostra Carta Costituzionale, la “costituzionepiùbelladelmondo”, senza il minimo ritegno, tutti concordi, maggioranza e pseudo-opposizione, tutti allineati a deliberare DPCM, senza basi logiche, scientifiche, umane, … E come ha fatto il Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere il garante della Costituzione, a firmare qualsiasi pezzo di carta gli abbiano messo davanti? Avevano detto al signor Mattarella che erano stati abrogati gli articoli 2, 3, 4, 13,19,21, 22, 32, della Costituzione?

Sono d’accordo con lei, dottor Valli, non voglio dimenticare, non voglio una pacificazione sociale da pacca sulla spalla e via, vorrei addirittura “giustizia”. Ma mi rendo conto che questo resterà un pio desiderio, considerando come procedono le cose e la “sonnolenza”, lo stato soporifero in cui sembra vegetare la magistratura e considerando le pressioni che gravano sulla commissione parlamentare istituita con il compito di indagare e determinare eventuali responsabilità.

Ma il testo non si limita a fare memoria di quanto accaduto. Da pagina 57 in poi viene svolta la parte propositiva, “strategie di resistenza”. D’altronde se è vero, e non credo qualcuno abbia ancora dubbi in proposito, che “i potenti del mondo” vogliono realizzare il Nuovo Ordine Mondiale (NOM) occorre aspettarci di tutto: pandemie a gogò, guerre, carestie, insomma “paura senza fine”, e quindi dobbiamo attrezzarci per poter essere RESISTENTI, non “resilienti”, termine che va molto di moda, ma che indica semplicemente l’attitudine ad adattarsi, non a resistere. Bella l’idea della “polis parallela” da costruire là dove c’è la negazione della libertà (pag. 58). Abbiamo sperimentato che il “distanziamento sociale”, arma potente per distruggere i rapporti interpersonali (arma politica, non sanitaria) ha portato alla solitudine e alla “demoralizzazione” delle persone in senso letterale: “la persona demoralizzata è privata della morale, col risultato di non avere più nessun senso critico e di responsabilità al di fuori della sua mera sopravvivenza, e questo avviene sia sotto il comunismo sia in un sistema di valori capitalistico” (cit. pag 59).

A questa “demoralizzazione” occorre resistere, costruendo reti di rapporti con chi sentiamo concordi, cercando di “vivere nella verità” il che significa “non solo rifiutare ogni partecipazione nel regime della menzogna, ma anche rifiutare ogni falso rifugio nei piccoli piaceri della vita”. Combattere la menzogna e sapere che si pagherà un prezzo, a volte molto alto. La polis parallela può anche essere virtuale, almeno inizialmente, e poi diventare reale, rapporti concreti di aiuto reciproco. In questa realizzazione siamo aiutati dalla tecnologia che non è sempre e solo negativa! Naturalmente ci sono dei limiti, ma come non apprezzare i collegamenti zoom in cui possiamo non solo parlarci, ma anche vederci! E anche per l’informazione basta avere voglia di cercare: qualcosa di buono si trova! E qui mi verrebbe da indicare i canali Telegram, le video conferenze su YouTube, ma non voglio fare pubblicità e poi ognuno si dia da fare!

Un appello che mi è molto piaciuto, anche se mi costa un po’ di fatica è quello di non autocensurarsi, cioè restare in silenzio perché “tanto non ne vale la pena”! “Opportune ed importune”, anche se a volte è difficile perché scatta subito “l’etichetta” e questa è un’altra brutta conseguenza della “pandemenza”.

Dottor Valli, se avessi la possibilità economica e fossi sicura che il libro venisse letto da tutti, ne comprerei mille e mille e lo regalerei a quanti incontro: agli “àpoti”, per dare loro conforto; agli incerti, perché possano schiarirsi le idee, sentire un’altra voce, non solo il pensiero unico di tg e media vari; ai convinti della narrativa dominante, a quelli cioè che ancora ora vanno a farsi tamponare dopo uno sternuto (ma non possono spendere i loro soldi in modo più utile? magari comprando un libro?) e mettono la mascherina, perché possano intravedere un barlume di luce e “svegliarsi”! E questo credo sarà difficile! Chi si è lasciato ipnotizzare difficilmente ammetterà di aver sbagliato!

Spero di aver reso un servizio accettabile con questa pseudo-recensione. In caso contrario, non me ne voglia! L’intenzione era buona!

 

P.S. chiedo scusa per la prolissità, normalmente sono più sintetica, ma mi sono infervorata a trattare l’argomento!

 



Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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