Vi propongo uno studio NON peer-reviewed fatto da Karina Acevedo-Whitehouse, della Autonomous University of Queretaro, Messico, e Roxana Bruno. Lo studio è stato pubblicato su ResearchGate.Ve lo propongo nella mia traduzione. Nel sommario si fa riferimento ad una recente ricerca che dimostra la trasfettasi inversa dell’mRNA in DNA. Molto probabilmente si riferisce alla ricerca fatta dalla Università di Lund.
Le applicazioni terapeutiche dell’mRNA sintetico sono state proposte più di 30 anni fa e sono attualmente alla base di una delle piattaforme vaccinali utilizzate su scala massiccia nell’ambito della strategia di salute pubblica per tenere sotto controllo la COVID-19. Ad oggi, non esistono studi pubblicati sulla biodistribuzione, l’assorbimento cellulare, la fuga endosomiale, i tassi di traduzione, l’emivita funzionale e la cinetica di inattivazione dell’mRNA sintetico, i tassi e la durata dell’espressione dell’antigene indotta dal vaccino in diversi tipi di cellule. Inoltre, nonostante l’ipotesi che non vi sia alcuna possibilità di integrazione genomica dell’mRNA sintetico terapeutico, solo uno studio recente ha esaminato le interazioni tra l’mRNA del vaccino e il genoma delle cellule trasfettate e ha riportato che un retrotrasposone endogeno, LINE-1, non viene silenziato dopo l’ingresso dell’mRNA nella cellula, portando alla trascrizione inversa di sequenze di mRNA del vaccino di lunghezza completa e all’ingresso nel nucleo. Questa scoperta dovrebbe costituire una grande preoccupazione per la sicurezza, data la possibilità che si verifichino modifiche epigenetiche e genomiche guidate dall’mRNA sintetico. Proponiamo che nei soggetti sensibili la clearance citosolica degli mRNA sintetici modificati con nucleotidi (nms-mRNA) sia bloccata. La presenza prolungata di nms-mRNA nel citoplasma deregolamenta e attiva gli elementi trasponibili (TE) endogeni, causando la trascrizione inversa di alcune copie di mRNA. L’accumulo citosolico dell’nms-mRNA e delle molecole di cDNA trascritte inversamente attiva le vie sensoriali dell’RNA e del DNA. La loro attivazione concomitante avvia una risposta innata sincronizzata contro gli acidi nucleici non self, stimolando la produzione di interferone di tipo I e di citochine pro-infiammatorie che, se non regolate, portano a condizioni autoinfiammatorie e autoimmuni, mentre i TE attivati aumentano il rischio di mutagenesi inserzionale delle molecole trascritte in senso inverso, che può interrompere le regioni codificanti, aumentare il rischio di mutazioni nei geni soppressori del tumore e portare a danni sostenuti al DNA. Gli individui suscettibili avrebbero quindi un rischio maggiore di danni al DNA, autoinfiammazione cronica, autoimmunità e cancro. Alla luce dell’attuale somministrazione di massa di vaccini a base di nms-mRNA, è essenziale e urgente comprendere appieno le cascate intracellulari avviate dall’assorbimento cellulare di mRNA sintetici e le conseguenze di questi eventi molecolari. (neretto mio, ndr)
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