Jefferson, autore principale di uno studio importante, ha affermato, a commento dello studio, in una interessante intervista che non esiste alcuna prova scientifica che dimostri che la mascherina interrompe la diffusione del coronavirus.
Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog lo studio a firma di Kai Kisielinski, Susanne Wagner, Oliver Hirsch, Bernd Klosterhalfen, Andreas Prescher e pubblicato su Helyon. Ecco lo studio nella nostra traduzione.
Sommario
Introduzione
Durante la pandemia di SARS-CoV2, le mascherine sono diventate uno dei più importanti fattori ubiquitari che influenzano la respirazione umana. Aumentano la resistenza e il volume dello spazio morto, portando a una ri-respirazione di CO2. Finora, questo fenomeno e le possibili implicazioni sulle prime fasi della vita non sono stati valutati in modo approfondito.
Metodo
Nell’ambito di una scoping review, è stata esaminata sistematicamente la letteratura relativa all’esposizione alla CO2 e all’uso della mascherina.
Risultati
L’aria fresca ha circa lo 0,04% di CO2, mentre l’uso di mascherine per più di 5 minuti comporta una possibile esposizione cronica all’anidride carbonica dall’1,41% al 3,2% dell’aria inalata. Sebbene l’accumulo rientri solitamente nei limiti di esposizione a breve termine, i superamenti a lungo termine e le conseguenze devono essere presi in considerazione a causa dei dati sperimentali. Gli esperti di tossicità della Marina degli Stati Uniti hanno fissato i limiti di esposizione per i sottomarini con equipaggio femminile allo 0,8% di CO2 sulla base di studi sugli animali che indicavano un aumento del rischio di nati morti. Inoltre, nei mammiferi esposti cronicamente allo 0,3% di CO2, i dati sperimentali dimostrano una teratogenicità con danni irreversibili ai neuroni della prole, una riduzione dell’apprendimento spaziale causata dall’apoptosi dei neuroni del tronco encefalico e una riduzione dei livelli circolanti del fattore di crescita insulino-simile-1. Con un impatto significativo su tre parametri di lettura (morfologico, funzionale, marcatore), questa esposizione cronica allo 0,3% di CO2 deve essere definita tossica. Esistono ulteriori dati sull’esposizione cronica allo 0,3% di CO2 in mammiferi adolescenti che causano la distruzione dei neuroni, con conseguente diminuzione dell’attività, aumento dell’ansia e compromissione dell’apprendimento e della memoria. Esistono anche dati che indicano una tossicità testicolare negli adolescenti a concentrazioni di CO2 inalate superiori allo 0,5%.
Discussione
L’imposizione di obblighi di mascherina prolungati comporta un possibile rischio di impatto negativo, soprattutto per i sottogruppi vulnerabili. Esistono prove circostanziali che l’uso prolungato della mascherina possa essere correlato alle attuali osservazioni di nati morti e alla riduzione delle prestazioni motorie e cognitive generali dei bambini nati durante la pandemia. È necessario riconsiderare l’obbligo di utilizzare le mascherine.
Adesso riportiamo l’opinione del Prof. Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale, Cardio-Toraco-Vascolare e dell’Area Unica di Terapia Intensiva Cardiologica e Cardiochirurgica, Referente Direzionale Aree Cliniche dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e collabora presso la Casa di Cura La Madonnina.
Per l’Università Vita-Salute San Raffaele ricopre i ruoli di Prorettore per le attività cliniche e professore Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione.
Rilanciamo da AdnKronos (neretto nostro):
“Ho passato mesi a rincuorare e informare. Abbiamo peccato dal punto di vista etico e morale. È venuto meno il prendersi carico del paziente che dovrebbe restare al centro della nostra professione, in qualsiasi circostanza. Sono mancati i servizi sul territorio, vicini alle persone. Non voglio parlare male dei medici di famiglia, alcuni dei quali hanno lavorato benissimo. Però non trovando ascolto i cittadini hanno avuto come unico punto di riferimento i Pronto soccorso. Il rapporto medico-paziente è saltato. Ci siamo dimenticati di curare le paure e i timori delle famiglie che hanno visto la nostra figura diventare impotente. Poi l’informazione spettacolarizzata ha fatto il resto”. Lo afferma Alberto Zangrillo direttore della Anestesia-rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
“Farei esattamente tutto da capo. Quando affermai nel maggio del 2021 che la malattia era clinicamente inesistente dicevo il vero. In quella fase lo era. Di solito i medici si riferiscono a ciò che osservano sul campo. Io sul campo osservavo che la malattia non era grave come nei mesi precedenti. Quando c’erano motivi di allarme sono stato però fra i primi a prendere iniziative – continua Zangrillo – Per me il virus è morto. Da sei mesi non indosso la mascherina, neppure in ospedale. Qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose probabilmente inutili, ad esempio l’eccesso di tamponi, fatte in questi anni di delirio”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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