Vi propongo nella mia traduzione un articolo del Professore em. Hubert Hecker pubblicato su portale tedesco www.kath.net, che getta luce sui processi di deriva in atto nella Chiesa Cattolica tedesca. L’articolo di Hubert Hecker sintetizza i punti salienti di un’intervista rilasciata recentemente dal più prestigioso vescovo tedesco al settimanale “Stern”.
Michael Galster
“Solo recentemente, la conferenza episcopale polacca e quella nordica (paesi scandinavi) hanno criticato il corso del Cammino sinodale in Germania. Il cardinale Marx non si fa impressionare da tutto ciò. Egli sostiene: ‘Sono in molti a condividere il nostro punto di vista’”.
Monaco (kath.net)
I. Il cardinale Reinhard Marx ha recentemente chiesto l’abolizione del celibato e ha celebrato una cosiddetta messa queer. La rivista tedesca “Stern” lo ha intervistato in occasione di tali fatti.
Perché ora un cardinale sta sull’altare con la bandiera omosessuale a sei colori?
Marx dà una risposta sbalorditiva a questa domanda: “Questo è ormai uno sviluppo che sta avvenendo ovunque… nelle aziende, per esempio”, appunto mainstream. “Anche la Chiesa sta cambiando, si muove al passo con i tempi!”. Egli assicura: “Da anni mi sento più libero di dire quello che penso. (…) E penso che stia facendo la cosa giusta”.
Ma la sensazione di pensare e fare la cosa giusta corrisponde all’insegnamento della Chiesa!?
“Il catechismo non è scolpito nella pietra. Si può anche mettere in dubbio ciò che dice”. Al Sinodo sulla famiglia a Roma nel 2015/16, i vescovi, a livello mondiale, avrebbero discusso questa questione. Marx dice: “ma si era molto riluttanti a mettere giù qualcosa di definitivo e vincolante”. In realtà invece, il documento finale del Sinodo romano ha reso vincolante per la Chiesa, quanto segue: “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.
Anche le parti vincolanti della Bibbia devono essere riscritte?
Il racconto della creazione afferma che Dio ha creato l’uomo e la donna con un reciproco rimando dell’uno all’altra e ha dato la benedizione solo a questa unione. Marx pensa che anche le relazioni di coppia omosessuali (come variante della creazione) dovrebbero ricevere la benedizione di Dio.
Gesù Cristo dice nel Vangelo: “Chiunque sposa una donna divorziata rompe il matrimonio” (Mt 19, cfr. 1 Cor 7). Marx troverebbe “utile” se la Chiesa benedicesse le seconde nozze civili dei divorziati.
Gesù dice all’adultera: “Va’ e non peccare più!”. Marx proclama che il peccato è presente solo nell'”allontanamento da Dio, dal Vangelo” (e non nel caso di violazione dei comandamenti di Dio). Nelle relazioni sessuali, ci sarebbero solo relazioni qualitativamente valide e meno valide.
Comandamenti e precetti, tuttavia, sono linee guida per un riconoscimento positivo dell’insegnamento biblico-ecclesiale sul matrimonio: unità e indissolubilità, amore e fedeltà per tutta la vita, orientamento al benessere dei coniugi e apertura ad avere figli.
Ma l’arcivescovo di Monaco riserva soltanto una battuta alla dottrina cattolica del matrimonio, classificandola come concetto di “sessualità limitata alla procreazione”. L’arcivescovo invece crede che le unioni omosessuali debbano essere elevate al cielo come “relazioni d’amore intime”. Cosa dobbiamo pensare di un cardinale che, come un lobbista, perora il matrimonio omosessuale – sebbene questo sia “impossibile” dal punto di vista della teologia della creazione – mentre svaluta il matrimonio sacramentale dei cattolici?
Dopo le considerazioni teologiche, il cardinale Marx passa alle argomentazioni sul piano del politicamente corretto: negare la benedizione alle coppie dello stesso sesso sarebbe una discriminazione. Ma poiché secondo gli insegnamenti della Chiesa e della legge naturale il matrimonio e le unioni omo sono di fatto cose differenti, il relativo differente trattamento non è affatto discriminatorio. Pertanto, non ci sarà nessuna legittima benedizione delle coppie gay analoga a quella della coppia uomo-donna.
L’arcivescovo di Monaco dovrebbe anche sapere che la lobby gay usa l’argomento dell’uguaglianza o della discriminazione nella logica di un’”escalation tattica”: per ottenere il matrimonio omosessuale (come nel frattempo già avvenuto nelle Chiese evangeliche tedesche), per ottenere il diritto ad avere figli tramite adozione, per normalizzare l’inseminazione artificiale e la maternità surrogata, sfruttando la povertà delle molte donne.
II. La seconda parte dell’intervista riguarda gli abusi nella Chiesa. Secondo la ricerca MHG sugli abusi sessuali nell’ambito della Chiesa tedesca (l’acronimo MHG indica la locazione delle università partecipanti alla ricerca stessa, Mannheim/Heidelberg/Gießen), circa il quattro per cento del clero ha commesso abusi sessuali contro minori, a fronte del 96 per cento del clero che non si è reso colpevole sotto questo profilo. Negli ultimi 60 anni, sono stati identificati a livello individuale 1670 autori di abusi. Secondo la nostra tradizione giuridica occidentale, la colpa è sempre personale; la responsabilità può essere assunta solo da una persona individuale. Il fallimento e la colpa degli individui non devono essere minimizzati facendoli apparire come fallimento di un sistema; le violazioni delle regole da parte di alcuni individui resta non addebitabile al sistema delle regole stesso.
Ma nell’intervista, il cardinale Marx opera proprio questo inaccettabile spostamento della responsabilità dall’individuo al sistema. Per tre volte assegna la colpa per gli atti di abuso commessi da membri del clero al “sistema chiesa nel suo insieme”. Per due volte si dichiara d’accordo con la tesi dell’intervistatore: “c’è un tarlo nel funzionamento interno della Chiesa” e “la Chiesa sul piano della struttura permette l’abuso dei bambini, le strutture di potere sono pericolose”. In dichiarazioni precedenti, Marx addebita le cause per gli abusi perpetrati dai clerici a meccanismi sistemici e parla di “complicità dell’istituzione”, così come del “fallimento sistemico” della Chiesa. Queste espressioni, ripetute in continuazione, sono le formule “scolpite nella pietra” della Nuova Chiesa sinodale, parole che riparano anche il vescovo Bätzing (presidente della Conferenza episcopale tedesca) da qualsiasi critica in merito al suo operato personale.
Ma né lo studio empirico MHG né la perizia legale dello studio WSW (l’acronimo indica le iniziali dei titolari dello stesso studio legale) confermano la tesi della colpa sistemica specifica della chiesa per gli abusi. Anche se entrambi i lavori sono stati commissionati al fine di far emergere strutture responsabili di favoreggiamento degli abusi, queste ipotesi non si sono potute confermare. Al di là delle congetture, non si è stati in grado di identificare e comprovare cause sistemiche degli abusi. Le caute formulazioni usate nella ricerca MHG rispetto a possibili connessioni tra struttura e abuso, nelle parole del cardinale Marx, in modo subdolo, di sono trasformate in dati di fatto. Questo modo di comunicare non è altro che disinformazione da cui vengono estratte accuse infondate e insulti contro la Chiesa.
Il cardinale di Monaco va alla carica una seconda volta e accusa i responsabili della Chiesa. Con il loro comportamento in merito agli abusi, i responsabili diocesani avrebbero congeniato un “sistema” in cui “la reputazione della Chiesa aveva sempre la priorità su tutto”. Avrebbe prevalso l’interesse di proteggere principalmente l’istituzione e la sua reputazione”.
Il cardinale Marx è un chiaroveggente che può discernere dall’esterno le motivazioni e gli interessi degli altri vescovi? Gli esperti hanno rilevato che vi sia stata di fatto una cattiva condotta da parte dei dirigenti diocesani a fronte delle disposizioni normative e dei propri compiti. Ma né i rapporti dei vescovi Kamphaus, Theißen, Genn o Overbeck né le suddette ricerche MHG e WSW confermano ciò che Marx sta asserendo, e cioè che la reputazione e la fama della chiesa erano i motivi principali per le azioni dei leader della Chiesa. Anche in questo caso, il cardinale di Monaco diffonde affermazioni non basate su fatti e insinuazioni verso i suoi confratelli. Per quanto riguarda la sua stessa persona, egli ovviamente respinge ogni possibile accusa: le sue personali azioni, naturalmente, “non erano guidate dal criterio della reputazione della Chiesa”.
Infine, l’intervistatore lo mette di fronte al fatto che molti vescovi in Africa e in Sud America la pensano diversamente – per esempio sull’omosessualità; fatto emerso nella sopraccitata risoluzione del Sinodo sulla Famiglia. Ancora recentemente, le conferenze episcopali polacca (vedi link) e quella nordica (vedi link) hanno criticato la linea scelta dal Cammino sinodale. Tuttavia, il cardinale Marx non si fa impressionare da questi fatti. Candidamente sostiene il contrario: “sono in molti a condividere la nostra posizione”.
E cosa pensa il cardinale del Magistero della Chiesa e del papa?
“La Chiesa universale è composta da Chiese locali in diverse culture. (…) rispetto a questo contesto è in atto un vivace dibattito”. Da questa locuzione traspare la nuova dottrina del Cammino sinodale: la Chiesa è da concepirsi come associazione federale di Chiese locali nazionali. Nella “legittima pluralità della fede” (linee guida del Cammino sinodale, cap. 55), il compito del papa è quello di rappresentare l’unità della Chiesa. Nell’ambito del dibattito a livello mondiale il papa dovrebbe assicurare “che le parti rimangano in dialogo tra loro”.
Il cardinale Marx vuole derubricare la funzione del papa e del Magistero a quella di moderatore di processo – analogamente a come il vescovo Bätzing (presidente della Conferenza episcopale tedesca) già oggi svolge il ruolo di moderatore nelle assemblee sinodali tedesche.
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