Un lettore del blog mi scrive. 

 

 

Buongiorno dott. Paciolla,

io sono un medico ricercatore universitario e lavoro nell’Ateneo di Roma Tor Vergata da moltissimi anni. Volevo spingere la sua attenzione sul fatto che in Italia, e credo anche in Europa, MANCHI, E SOPRATTUTTO SIA MANCATO COMPLETAMENTE, una norma ad hoc (DM, DPCM, Legge) che abbia standardizzato e reso omogenei – magari su un software apposito unico per tutta Italia –   la raccolta, registrazione, analisi, tracciabilità, certificazione e validazione dei BIG DATA inerenti la malattia ed il contagio Covid dall’esordio del contagio ad oggi, ivi incluso i dati dei tipi di vaccini, i tamponi/test antigenici, ecc.

Persino il ponderoso Piano Pandemico Nazionale credo non abbia una singola riga o capitolo che tratti in maniera anche generica la materia di cui sopra (gestione dei dati).

E’ ovvio e palese e comprensibile anche ai non addetti ai lavori che con migliaia e migliaia di centri sanitari che hanno affrontato e trattato la questione (ospedali, cliniche, policlinici, laboratori, ecc) in questi anni, tutti hanno raccolto e registrato/trasmesso come meglio ritenevano (su carta, al telefono, via fax, email, PEC ecc) e non è sicuramente esistita una omogeneità di raccolta utile per una valida e soprattutto certa analisi statistica per il Decisore politico nazionale e regionale che poi, alla fine, ha deciso per tutti noi nel bene e nel male.

Forse sarebbe il caso di scrivere sopra questa materia una serie di articoli di approfondimento e magari aprire una sorta di Consensus Conference sulla materia. Solo per amore di verità, ovviamente. Anche perché siamo alla vigilia della nascita addirittura di una Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla materia e credo che dovrebbe occuparsi anche di questo, forse.

Ritengo curioso e strano che siano stati stanziati molti denari pubblici per realizzare altri tipi di software come per esempio Applicazioni o cose simili mentre NULLA E’ STATO PENSATO E REALIZZATO da parte dello Stato per i dati di malattia e contagio che sarebbero dovuti essere il primo vero obiettivo sin da subito, passati i primi due o tre mesi di vera emergenza sanitaria.

Mi domando il perché di questa mancanza e mi chiedo se forse in questo modo si è deliberatamente voluto lasciare ampia mano libera a chi raccoglieva ed immetteva i suddetti Big Data del Covid.

Ricordiamoci tutti che sulla base di queste decisioni ed analisi tecniche sono state realizzate anche Leggi e DPCM pesantissime anche per le libertà personali individuali ed i basilari diritti civili. Sono state emesse anche sentenze della Consulta che si sono basate nelle motivazioni anche su questi dati “pubblici”.

Riflettiamoci tutti e soprattutto speriamo nella apertura di un sano, trasparente e costruttivo dibattito pubblico

Un cordiale saluto

Francesco Russo
Medico-Chirurgo
Ricercatore Confermato – Dipto Scienze Chirurgiche
Università di Roma Tor Vergata
cell. 347-31.11.666

francesco.russo@uniroma2.it

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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