di Antonia Parisotto
Sono colpita dalla notizia dell’iniziativa di don Emanuele Personeni, sacerdote della diocesi di Bergamo, che svolge quello che è il suo mestiere di prete, ossia portare il messaggio di verità e libertà in bicicletta nelle varie parrocchie d’Italia fino a Roma. Mi domando cosa avrebbe fatto Gesù Cristo al suo posto.
Mi addolora, amareggia e umilia il fatto che il suo vescovo lo abbia sospeso e che nessuno si renda conto del profondo problema che abbiamo nel nostro Paese: non accade nulla di quello che per esempio è in corso in Canada o in altri Paesi come la Nuova Zelanda o anche nella vicina Parigi. Nessuno sembra rendersi conto che abbiamo un convitato di pietra.
Da cristiana mi domando: che Chiesa è quella in cui si sospende un suo sacerdote perché questi porta al mondo il Vangelo di Cristo che è messaggio di Verità e Libertà? Perché liberi siamo stati creati. Perché siamo Suoi figli! Cosa mai direbbe Cristo di questa realtà, di questa Chiesa che nulla ha a che fare col Suo messaggio?
Il convitato di pietra è questa Chiesa fatta da una gerarchia che è come una colla appiccicosa, che sta nel tessuto sociale e che impedisce qualsiasi atto di naturale difesa della natura che Dio ci ha donata, perché tutto viene da questa soffocato.
Pensiamo alla catechesi che viene propinata, alla figura del povero vecchio che va a confessarsi dal prete in cui ripone tutta la sua fiducia e dal prete si sente ripetere: “Vaccinati! Vaccinati perché è un atto di amore!”.
Rendiamoci conto della vergogna di questo messaggio, oggi che siamo a conoscenza di migliaia di morti, che abbiamo visto un numero impressionante di reazioni avverse e che soprattutto assistiamo all’assoluta indifferenza di questi pastori, e più che indifferenza disprezzo per la sofferenza di tante loro pecore private della dignità e, si sarebbe tentati di credere, persino del diritto di esistere. È davvero un “atto di amore”, questo?
Questa è la Chiesa? È davvero questa la Chiesa, che soffoca ogni voce contraria, completamente cieca e sorda a quanti, anche persone comuni come noi, cercano di diffondere quello che è il vero messaggio di Cristo, sempre spunto di rinnovamento, rinascita e conversione?
Al di là dell’appoggio che ciascuno di noi può e deve dare a questo sacerdote che in sella alla sua bicicletta porta al mondo la vera Parola di Cristo, la considerazione che da tutto ciò scaturisce è che noi italiani, comunque si voglia dire, siamo ancora profondamente caratterizzati dalla nostra cattolicità.
È però una cattolicità che sta soffocando il nostro Paese in una capillare diffusione di finta verità, una verità morta, ad opera di quei preti ridotti a meri funzionari proni alla gerarchia e alle sue velleità mondane, che ogni domenica dai loro pulpiti predicano parole scardinate dalla realtà della vita.
Che senso ha leggere un brano di Vangelo, un brano di carne e sangue, senza che poi questo Vangelo torni ad essere Parola di carne viva? A chi giova? Rimane solo lettera morta.
Quando e se riusciremo a renderci conto che la Chiesa cattolica rischia di scagliarsi contro la natura umana così come Dio l’ha creata, allora comprenderemo che il nostro compito come cattolici ora è quello di essere martellanti nel gridare il vero messaggio di Cristo, soprattutto a quei preti che ogni domenica dai loro pulpiti stanno celebrando il funerale del nostro popolo.
È questo il nostro primo dovere di cristiani cattolici. Occuparci di riparare la Chiesa di Cristo, come il crocifisso di San Damiano chiese a San Francesco, patrono d’Italia.
Il sacerdote in questione, in linea di principio, dice cose giuste. Ma c’è un problema.
La Chiesa, e la chiesa di Bergamo nella fattispecie, ha chiuso le porte in faccia ai moribondi, mandando al Creatore centinaia di figlioli senza conforto spirituale né assoluzione. Si è rifiutata di amministrare i sacramenti e celebrare le Messe durante il lockdown in obbedienza al potere temporale di turno, neanche fossero stati a Mosul. E ora, qua e là, qualcuno si sveglia con trovate estemporanee per svegliare le pecorelle che prima ha narcotizzato. Direi anche no. Continuate a restare barricati in parrocchia come atei spaventati dal potere e dalla morte.
Non è il ruolo del prete fare le biciclettate di protesta, né green, né arcobaleno, né trasparenti. Assecondarlo significherebbe fare il suo male, incoraggiandolo nell’errore. Questo sacerdote, che magari sarà un sant’uomo, io non lo conosco, sta facendo una cosa dai contenuti anche condivisibili, ma sta sbagliando nella questione fondamentale: non è il suo compito. Il suo ruolo è quello di stare con il gregge affidatogli, battezzare, evangelizzare e celebrare Messe e funerali. Salvare anime. Esistono i laici per le battaglie del mondo. Se non ne ha formati negli anni del suo mandato, è solamente un demerito in più, e un motivo maggiore per starsene in parrocchia!
Cari sacerdoti, volete una buona volta ricominciare a parlare di Dio, occuparvi delle battaglie spirituali, della trascendenza, delle anime, della vita eterna? Io vorrei disperatamente chiedere, innanzitutto al clero di Bergamo: ma cosa vi ha fatto di male Gesù Cristo?
https://www.ricognizioni.it/cari-preti-ma-cosa-vi-ha-fatto-di-male-gesu-cristo/
Mi spiace,
bisognerebbe sempre grattare via la superficie di tutto ciò che luccica ed andare a vedere la sostanza qual’è.
1. cercare sempre le piaghe di quelli che sembrano salvatori, potrebbero essere lupi vestiti da pastore
2. un Sacerdote salva anime, parla di Cristo e della Sua adorabile persona, non dei valori di cui tutti – oggi – hanno la bocca piena.
3. I frutti di una vita Santa: la Parrocchia ha una vita? ed è Santa? Come è Liturgia? il decoro liturgico? Stiamo parlando di un Sacerdote, non di un laico. Questa è la vocazione cui è stato chiamato ed a cui ha risposto. Su questo deve essere valutato.
4. nessuno viene fuori dal nulla. Non esiste storia precedente per questo Sacerdote? Nessuno ne ha mai parlato?
Per tutto quanto sopra esiste la possibilità di cercare autonomamente la risposta.
Sia lodato Gesù Cristo, il resto è vanità.
Il gesto di don Emanuele fa discutere e, come sempre, il cosiddetto “fuoco amico” è stato il più “misericordioso”! Si fa per dire…. Probabilmente, se avesse intrapreso questo viaggio, questa camminata, per cercare di convincere i resistenti all’inoculazione, anch’io avrei pensato che avrebbe potuto spendere meglio il suo tempo. Lo ammetto. Ma sta andando a Roma in modo “faticoso, non, ad esempio, su un comodo camper, senza problemi di vitto e pernottamento, cercando di “annunciare” quel messaggio di libertà dei figli di Dio! Non mi pare che Gesù Cristo se ne sia stato comodo, comodo in un luogo (una parrocchia magari)! Ha percorso a piedi la Terra Santa in lungo e in largo perché il suo messaggio arrivasse a tutti! Ecco cos’ha fatto nostro Signore!
Probabilmente, se anziché chiamare questo gesto “camminata”, che ricorda un’attività fisica saluare, l’avegge chiamato “cammino” (che ricorda altri celebri cammini, come quello di Santiago) o “pellegrinaggio” la cosa sarebbe stata accolta diversamente. Magari…..