Dopo un’ora di incontro con papa Francesco, il 24 gennaio, il vicepresidente Mike Pence ha incontrato EWTN News per raccontare della loro conversazione. Ecco la trascrizione dell’intervista a cura della CNA, tradotto da Annarosa Rossetto.
EWTN News: Signor Vice Presidente, lei ha trascorso circa un’ora con il Santo Padre, Papa Francesco, oggi: di cosa avete discusso?
Pence: beh, è stato un grande privilegio per me trascorrere del tempo con Papa Francesco e poterlo fare in un giorno in cui letteralmente centinaia di migliaia di Americani, tra cui molti Cattolici americani, sono riuniti al National Mall a Washington DC per manifestare per il Diritto alla Vita, è stata una gioia particolare per me. E ascoltare la sua passione per la sacralità della vita, e sentire che i vescovi americani sono venuti da lui questo mese e parlare della loro determinazione per una Chiesa degli Stati Uniti che continui, come ha sempre fatto, a lottare – senza scusarsene – per la sacralità della vita umana. È stato un grande privilegio.
EWTN News: Come può il Governo degli Stati Uniti collaborare in tutto mondo con la Santa Sede per promuovere la sacralità della vita e lavorare contro l’aborto e l’eutanasia?
Pence: Bene, credo che la Chiesa negli Stati Uniti sia stata un baluardo nel movimento per il Diritto alla Vita da quando la sentenza Roe v Wade è stata introdotta per la prima volta dalla Corte Suprema nel 1973. In effetti, oggi sul National Mall, tra quelle centinaia di migliaia di giovani, ci sarà un numero enorme di giovani Cattolici.
Faranno sventolare gli stendardi delle loro parrocchie, sventoleranno le bandiere delle loro scuole cattoliche, e penso che continuare a educare i giovani all’inalienabile diritto alla vita, e al fatto che ogni bambino sia un dono di Dio, sia stato il contributo che la Chiesa ha dato a questa causa, e la verità è che negli Stati Uniti vediamo ogni giorno più giovani che abbracciano il diritto alla vita. I numeri stanno crescendo.
So che la Chiesa sta giocando un ruolo fondamentale in questo e so che continuerà fino a quando non giungeremo al giorno in cui ripristineremo la sacralità della vita al centro della legge americana e porteremo quel messaggio in tutto il mondo.
EWTN News: Lei è stato coinvolto personalmente molte volte nella Marcia per la Vita, signor Vice Presidente. Perché l’ha fatto diventare quasi una sorta di sua campagna personale?
Pence: beh, per me e mia moglie difendere la vita in piazza è una vocazione. È una chiamata dovuta alle nostre convinzioni, è una chiamata della nostra fede. Pensiamo che sia la questione morale più urgente del nostro tempo.
E durante i nostri anni al Congresso, e come Governatore, e ora come Vice Presidente, ho cercato di difendere il diritto alla vita e di sostenere tutti coloro che hanno a cuore i nascituri.
Ma devo dirglielo, non potrei essere più orgoglioso di essere il vicepresidente del presidente più pro-life della storia americana. Mentre ci incontriamo qui a Roma oggi, il presidente Trump andrà al National Mall e sarà il primo Presidente americano ad partecipare alla March for Life di persona. E non è una gran sorpresa se si tiene conto di tutti i precedenti da “pro-life” del presidente Trump, che si tratti della fine delle politiche di Città del Messico, della fine dei finanziamenti alle organizzazioni che promuovono o sostengono l’aborto in tutto il mondo, all’ aver tolto i fondi al più grande fornitore di aborti in America o nominato conservatori di sani principi nei nostri tribunali.
Un passo dopo l’altro, il presidente Donald Trump ha costantemente sostenuto il diritto alla vita e mi aspetto che l’accoglienza calorosa che riceverà oggi da quelle centinaia di migliaia di persone riunite al nostro National Mall rifletterà il fatto che le persone in tutta l’America sanno che nel presidente Donald Trump hanno un campione pro-life.
EWTN News: Tornando al suo incontro con Papa Francesco oggi, avete parlato delle tensioni tra Stati Uniti e Iran? Il Papa ne aveva già parlato invitando entrambe le parti al dialogo.
Pence: Oggi nel mio colloquio con Papa Francesco, abbiamo parlato di una serie di questioni, tra cui la grande preoccupazione del Papa per le minoranze cristiane e religiose in Iraq e in tutta la pianura di Ninive. Ho detto al Papa che siamo molto orgogliosi di collaborare con molte organizzazioni benefiche cattoliche nella ricostruzione delle comunità cristiane che erano state duramente attaccate dall’ISIS e dall’azione terroristica nella regione negli ultimi anni.
Abbiamo collaborato molto con i Cavalieri di Colombo e altre organizzazioni in tutta la regione per consentire a quelle comunità cristiane di tornare e di avere comunità vitali, non solo cristiane, ma anche quelle yazide e il Papa ha condiviso con me la sua grande passione per [il problema della] persecuzione religiosa e per le minoranze religiose in tutto il Medio Oriente. Abbiamo anche parlato del Venezuela.
Papa Francesco è un figlio del Sud America e volevo capire meglio le sue idee su come possiamo lavorare insieme come comunità globale per aiutare a ripristinare la democrazia per il popolo venezuelano. Mentre siamo qui oggi, la dittatura di Nicolás Maduro ha impoverito il Paese, quasi 5 milioni di persone sono fuggite dal Venezuela nei paesi vicini, la povertà e la miseria lì, in quello che una volta era uno dei paesi più ricchi del nostro emisfero, è una tragedia.
Ho chiesto consiglio a Papa Francesco su come possiamo lavorare più da vicino con lui e con la Chiesa in Venezuela e in tutto il Sud e Centro America per continuare davvero a fare pressione per far ripartire dalle fondamenta e rendere possibile al popolo del Venezuela una rinascita della libertà. La realtà è che l’Assemblea Nazionale ormai più di un anno fa ha nominato Juan Guaidó come presidente ad interim, e la democrazia in Venezuela aspetta dietro le quinte, ma ci vorrà lo sforzo di tutti e confido nella voce coerente e coraggiosa della Chiesa in Venezuela per vedere ripristinata la libertà.
EWTN News: Ieri lei in Israele ha detto di aver invitato tutti gli Stati a unirsi contro la l’antisemitismo che sta crescendo in tutto il mondo. Papa Francesco ha spesso parlato contro l’antisemitismo …
Pence: Sì, vero.
EWTN News: … infatti. Come immagina che gli Stati Uniti, l’Europa e il mondo possano compiere passi concreti contro l’antisemitismo?
Pence: beh, prima di tutto è molto importante che ricordiamo il passato, per non riviverlo in futuro. E ieri è stato un mio grande privilegio essere a Gerusalemme per la celebrazione del 75 ° anniversario della liberazione di Auschwitz, e vedere quasi 60 leader mondiali riuniti per ricordare quello che non solo è stato il capitolo più oscuro della storia umana, ma per ricordare davvero il trionfo della libertà 75 anni fa, è stato profondamente commovente. Ma è stata altrettanto impressionante l’appello universale di tutti i presenti a condannare l’antisemitismo in tutte le sue forme.
E la verità è che stiamo assistendo a un antisemitismo vile che in tutto il mondo alza la testa sia nei discorsi che con la violenza.
Abbiamo visto sinagoghe attaccate negli Stati Uniti d’America, comunità ebraiche attaccate in tutto il mondo e crediamo come abbiamo detto ieri che sia imperativo che i leader di tutto il mondo, e nella comunità di fede e nella sfera pubblica, condannino l’antisemitismo senza riserva ogni volta che emerge. E anche che, in tutto questo, stiamo insieme contro la principale fonte governativa di antisemitismo sul pianeta: la Repubblica islamica dell’Iran.
In effetti oggi l’Iran ha una posizione ufficiale che nega che l’Olocausto sia mai accaduto e dice ufficialmente che il suo scopo è quello di cancellare Israele dalle carte geografiche. È importante, in particolare alla luce della nostra azione contro l’Iran e un suo comandante militare di appena un mese fa, che il mondo continui ad isolare l’Iran economicamente e diplomaticamente e il presidente Trump continuerà a guidare questa pressione.
Non possiamo permettere al principale sponsor statale del terrorismo con così tanto odio nei confronti di Israele di avere mai un’arma nucleare, e continueremo a mantenere con forza questa posizione e a lavorare per riunire la comunità mondiale, ma fermare l’antisemitismo ovunque esso emerga deve essere una priorità di ogni nazione del mondo, e basta guardare a quel capitolo oscuro di 75 anni fa per sapere quanto sia pericoloso l’antisemitismo e come sia un imperativo morale in questo secolo far sì che sia condannato e respinto ovunque venga espresso.
EWTN News: Grazie mille, signor Vice Presidente.
Pence: grazie.
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