Papa Francesco ha detto ieri che sta pensando di aggiungere al Catechismo della Chiesa Cattolica il “’peccato ecologico’ contro la nostra casa comune”. Ce ne parla Dorothy Cummings McLean in questo suo articolo pubblicato su Lifesitenews.
Eccolo nella mia traduzione.

Papa Francesco ha detto oggi che sta pensando di aggiungere al Catechismo della Chiesa Cattolica il “’peccato ecologico’ contro la nostra casa comune”.
“Dobbiamo introdurre nel Catechismo della Chiesa Cattolica il peccato contro l’ecologia, il ‘peccato ecologico’ contro la nostra casa comune, perché è in gioco un dovere”, ha detto Papa Francesco ai suoi ascoltatori. Il pontefice argentino ha fatto questa osservazione in un discorso che ha tenuto oggi (ieri, ndr) al 20° Congresso Mondiale dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale a Roma.
I migliori pensatori cattolici, tuttavia, hanno detto a LifeSiteNews che è impossibile per l’uomo peccare contro oggetti inanimati come la terra o l’ambiente, ma solo contro Dio e quelli creati a sua immagine.
L’autore cattolico Dr. Peter Kwasniewski ha detto a LifeSiteNews che quando gli esseri umani abusano della creazione, peccano contro Dio o il prossimo, non contro la terra.
“Non c’è peccato possibile contro il pianeta Terra”, ha detto Kwasniewski.
“Tutti i peccati sono in definitiva contro Dio o contro coloro che sono a immagine di Dio. Come tutti i teologi hanno spiegato prima del declino postconciliare della teologia, quando abusiamo del mondo naturale o degli animali o delle piante, stiamo peccando contro Dio loro creatore, che ci ha dato loro di usarli per i giusti scopi e secondo la loro natura e la nostra”, ha continuato.
“Gli unici ‘obiettivi’ del peccato sono le persone, o persone divine che meritano la nostra totale obbedienza, o persone angeliche o umane che meritano la nostra reverenza come immagini di Dio”.
Kwasniewski ha inoltre spiegato che, sebbene una persona non possa peccare contro un albero o un animale, può peccare per l’abuso di un albero (per esempio distruggendoli inutilmente) e per l’abuso di un animale (per esempio con ricerche genetiche o test cosmetici improprii).
“Chi tortura un animale o brucia una foresta per divertimento è un peccatore non perché l’animale o la foresta abbia dei diritti, ma perché offende Dio, il grande Signore di tutta la terra, dal quale tutte le cose vengono a nostro beneficio e al quale sono ordinate”, ha detto.
“L’uomo è obbligato per la giustizia a rispettare il dono di Dio e l’ordine che ha stabilito; l’uomo deve anche rispettare la destinazione comune dei beni materiali, cioè che Dio ha fatto la terra per il bene di tutti, non per il bene egoistico di pochi”, ha continuato.
In questa luce, si può parlare di peccati che implicano l’abuso della “nostra casa comune”, ma bisogna essere precisi su cosa sia il peccato, contro chi sia diretto, e quali diritti e doveri siano effettivamente coinvolti”.
Per quanto riguarda la nuova categoria dei “peccati ecologici”, il Dr. Alan Fimister del Seminario Teologico San Giovanni Vianney di Boulder, Colorado ha detto a LifeSiteNews che mentre le persone non possono peccare contro la terra, di per sé, hanno ancora un obbligo morale nei confronti dell’ambiente.
“Non si può avere un obbligo morale nei confronti di animali o vegetali irrazionali, ma si deve a Dio di non vandalizzare la sua creazione e il prossimo di non rendere la terra inabitabile”, ha detto Fimister.
Il professore ha osservato che Benedetto XVI ha trattato il tema della cura delle creature simili nel suo libro Dio e il mondo. Per quanto riguarda gli animali, il cardinale Ratzinger, come era allora conosciuto, ha detto che non possiamo “fare con loro ciò che vogliamo”.
“Certamente, una sorta di uso industriale delle creature, in modo che le oche siano nutrite in modo da produrre un fegato il più grande possibile, o galline che vivono insieme in modo da diventare solo caricature di uccelli, questa degradazione delle creature viventi a merce mi sembra infatti contraddire il rapporto di reciprocità che si manifesta nella Bibbia”, ha detto.
“Anche gli animali sono creature di Dio e anche se non hanno lo stesso rapporto diretto con Dio che hanno gli esseri umani, sono comunque creature della volontà di Dio, creature che dobbiamo rispettare come compagni della creazione”.
Anche San Giovanni Paolo II ha parlato della responsabilità dell’uomo nei confronti delle altre creature. Nella sua enciclica Laudato Si’, Papa Francesco cita la chiamata del santo ad una “conversione ecologica”. Giovanni Paolo II ha detto che egli deve “incoraggiare e sostenere” una tale “conversione” che negli ultimi decenni ha reso l’umanità più sensibile alla catastrofe a cui si è diretta.
Né Benedetto XVI né San Giovanni Paolo II hanno fatto riferimento ai “peccati ecologici”, concetto che è stato formalmente introdotto nella Chiesa durante il Sinodo pan-amazzonico.
Il teologo morale Dr. Christian Brugger vede il riferimento di Papa Francesco al peccato ecologico come un passo oltre i suoi pensieri in Laudato Si’.
“Facendo riferimento ai peccati contro la natura, Papa Francesco sembra andare oltre quanto ha detto nella sua enciclica sull’ambiente nella Laudato Si’, in cui ha legato strettamente al benessere della persona umana il bene della salute della creazione non umana (cfr. LS 90-92, 136)”, ha detto Brugger a LifeSiteNews.
“Ha anche parlato a lungo dell’interconnessione del mondo umano e non umano (138-142)”, ha continuato.
“Si è liberi, credo, di leggere tutta l’enciclica sotto questa luce: che dobbiamo essere buoni amministratori della creazione non umana di Dio, perché Dio ha dato le risorse della terra per il sostentamento di tutto il genere umano, non di porzioni, e soprattutto non dei ricchi.
Una definizione di “peccato ecologico” come cattiva amministrazione e ingiustizia agli altri, “specialmente alle generazioni future”, sarebbe coerente con l’insegnamento sociale di tutti i padri della Chiesa fino a papa Benedetto XVI, che ha insegnato nella Caritas in veritate: “Il modo in cui l’umanità tratta l’ambiente influenza il modo in cui tratta se stessa e viceversa” (CV, 51)”, ha detto Brugger a LifeSiteNews.
Tuttavia, anche lui è d’accordo sul fatto che la tradizione cattolica non ritiene che le creature non umane, tra cui piante, animali, torrenti e montagne, abbiano diritti tali da poter essere oggetto di peccato.
Nel suo discorso di oggi, il pontefice ha toccato problemi che ritiene che il diritto penale non affronti adeguatamente, come la “idolatria del mercato”, che esclude le persone e minaccia l’ambiente, e la “macro-delinquenza” delle imprese.
Francesco ha citato il recente Sinodo dei vescovi per la regione pan-amazzonica, dicendo che il vescovo ha proposto di definire “il peccato ecologico come atto od omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente”.
“È un peccato contro le future generazioni e si manifesta negli atti e nelle abitudini di inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente, nelle trasgressioni contro i principi di interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature”, ha continuato citando il paragrafo 82 del documento finale del Sinodo pan-amazzonico.
Francesco ha chiesto al suo pubblico di contribuire agli sforzi per “assicurare un’adeguata protezione giuridica della nostra casa comune”.
Il Dr. Kwasniewski ha obiettato all’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica come luogo di promulgazione di nuove idee teologiche, cosa che Papa Francesco ha già fatto in precedenza riguardo alla sua antipatia per la pena capitale.
“Un papa non dovrebbe usare il catechismo come trampolino di lancio per le sue idee personali preferite”, ha detto.
L’autore ha affermato che i catechismi tradizionali hanno sempre sottolineato che l’uomo deve fare un buon e corretto uso delle risorse materiali.
“Questo non è niente di nuovo”, ha detto, aggiungendo che “ciò che è nuovo è il linguaggio vagamente panteista e certamente piuttosto confuso in cui l’attuale autorità ecclesiastica sta cercando con poca competenza di parlare di queste cose”.
Non è la prima volta che il Papa si riferisce a peccati che riguardano la creazione.
Nel suo messaggio del 2016 per la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato, Papa Francesco ha invitato i cattolici a confessarsi per i peccati di non essere stati rispettosi della creazione, dando esempi di esame di coscienza come “evitare l’uso di plastica e carta”, “separare i rifiuti” e “spegnere le luci inutili”.
Chiede ai cattolici di avere una “conversione ecologica”.
Il mese scorso, il Papa ha pubblicato un libro intitolato “La nostra madre terra”, una raccolta dei suoi discorsi, messaggi e omelie in cui sottolinea la protezione dell’ambiente.
“Spero sinceramente per la crescita della consapevolezza e del vero pentimento da parte di noi tutti, uomini e donne del XXI secolo, credenti o meno, e da parte delle nostre società, affinché ci si lasci trascinare da logiche che dividono, creano fame, isolano e condannano. Sarebbe bene chiedere perdono ai poveri e agli esclusi. Allora potremmo pentirci sinceramente, anche per il danno fatto alla terra, al mare, all’aria, agli animali”, afferma il Papa in un estratto di uno dei suoi messaggi incluso nel libro.
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