Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo pubblicato su The Pillar. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
Secondo fonti vicine alla Segreteria di Stato vaticana, Papa Francesco ha delegato il cardinale Gianfranco Ghirlanda a sviluppare una bozza di revisione del processo di elezione papale, alla luce dell’approccio al dialogo utilizzato durante il sinodo sulla sinodalità.
In una mossa che potrebbe vedere sollevate questioni da parte dei membri del Collegio cardinalizio della Chiesa, il Papa avrebbe chiesto al suo più alto avvocato canonico di sviluppare possibili emendamenti alla Universi dominici gregis, la costituzione apostolica di Papa Giovanni Paolo II del 1996 che regola gli eventi che circondano la morte di un Papa e l’elezione del suo successore in un conclave.
Secondo fonti che hanno familiarità con le discussioni, sono in esame due riforme chiave per il processo di elezione papale. Entrambe riguardano le “congregazioni generali” dei cardinali che precedono il processo di votazione del nuovo Papa.
Durante le congregazioni generali, alle quali tutti i cardinali sono tenuti a partecipare, vengono fissati i piani per il processo di elezione del conclave, vengono affrontate questioni amministrative e i cardinali hanno l’opportunità di offrire discorsi – tipicamente limitati a sette minuti – sulle loro prospettive riguardo a necessità e questioni nella vita della Chiesa.
In passato, le congregazioni generali sono state considerate come un’ultima – e importante – opportunità per i cardinali di conoscersi l’un l’altro e di valutare i potenziali candidati all’elezione al papato.
Gli analisti vaticani hanno detto negli ultimi anni che le congregazioni generali saranno probabilmente considerate particolarmente importanti dai cardinali in vista del prossimo conclave papale, perché ci sono stati pochissimi concistori – riunioni di cardinali a Roma – durante il papato di Francesco.
Secondo fonti autorevoli, una proposta di modifica limiterebbe le congregazioni generali ai cardinali idonei a partecipare all’elezione del conclave – quelli di età inferiore agli 80 anni.
L’altro cambiamento prospettato modificherebbe il formato della congregazione generale – limitando l’opportunità di discorsi all’intero collegio cardinalizio, al posto di sessioni simili al sinodo di sinodalità, in cui i partecipanti si siedono a tavole rotonde di una decina di partecipanti per “conversazioni spirituali”, seguite da relazioni all’intera assemblea che riassumono le discussioni a tavola.
Non è chiaro come i membri del Collegio cardinalizio risponderanno a questi cambiamenti prospettici, dicono le fonti.
Da un lato, i cardinali si sono lamentati in passato del fatto che le congregazioni generali possono essere troppo formali, con poche opportunità di impegno personale tra i cardinali – e che le riunioni sono state caricate di lunghi discorsi, molti dei quali sono stati pronunciati da cardinali ultraottantenni. Lo “stile sinodale” di impegno potrebbe essere visto da alcuni – soprattutto da coloro che hanno partecipato al sinodo sulla sinodalità – come un modo per affrontare queste sfide.
D’altra parte, i cardinali potrebbero esprimere la preoccupazione che l'”approccio sinodale” dia ai capotavola e ai giornalisti una posizione di notevole influenza, e che possa smorzare o diminuire l’effetto sull’intero collegio delle riflessioni particolari dei cardinali. Inoltre, alcuni potrebbero esprimere il timore che limitare la partecipazione alle congregazioni generali ai cardinali al di sotto degli 80 anni privi i membri votanti di una prospettiva inestimabile, o della saggezza dell’esperienza.
Alcuni alti esponenti del clero romano hanno riferito a The Pillar che ci sono state anche voci secondo cui Papa Francesco avrebbe preso in considerazione l’idea di invitare i laici a partecipare alle congregazioni generali, ma The Pillar non è stato in grado di confermare se questa idea sia stata effettivamente discussa seriamente in Vaticano.
In entrambi i casi, non è chiaro quando le bozze di revisione potrebbero essere presentate al Papa per la sua considerazione e approvazione, o se un gruppo di cardinali sia stato consultato durante le discussioni sull’argomento. Ma secondo un avvocato canonista vicino al Vaticano, la conoscenza del progetto è diffusa negli ambienti canonici vaticani, così come il ruolo del cardinale Ghirlanda.
Ghirlanda è stato un importante consigliere di Papa Francesco ed è stato una figura chiave nella stesura del Praedicate evangelium, il documento che definisce la struttura della Curia romana del Vaticano. Il cardinale è stato anche il volto di alcune idee controverse durante il pontificato di Francesco, tra cui la sua dichiarazione del 2022 secondo cui “il potere di governo nella Chiesa non viene dal sacramento dell’Ordine, ma dalla missione canonica”.
Questa idea ha suscitato scalpore lo scorso marzo, con alcuni canonisti e teologi che hanno affermato che sembrava ignorare l’insegnamento della Lumen gentium e del Catechismo della Chiesa cattolica sul legame intrinseco tra ordinazione sacramentale e governo della Chiesa, e l’enfasi del Concilio Vaticano II sulla natura e l’autorità del collegio episcopale – con il Papa a capo – come autorità suprema nella Chiesa.
La Universi dominici gregis è stata modificata per l’ultima volta da Papa Benedetto XVI, che ha apportato due serie di cambiamenti al testo. Il primo cambiamento ha revocato una disposizione che avrebbe permesso di decidere un’elezione a maggioranza semplice, invece che a due terzi, se un conclave fosse stato effettivamente in stallo. La seconda serie di modifiche ha permesso che un conclave iniziasse prima o dopo i 15 giorni dalla morte di un papa originariamente previsti dal testo, e ha dichiarato una scomunica latae sententiae per i cardinali che violano la segretezza del conclave.
The Pillar
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