Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Michael Haynes e pubblicato su Lifesitenews. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
Con una mossa di grande rilievo, Papa Francesco ha approvato la partecipazione di uomini e donne laici al Sinodo sulla sinodalità e l’attribuzione di un massimo del 25% dei diritti di voto dell’assemblea.
Le nuove regole costituiscono una modifica alla Costituzione apostolica Episcopalis Communio del 2018 di Papa Francesco, che stabilisce la governance e il funzionamento del Sinodo dei vescovi. Mentre il Papa ha specificamente aperto le porte alla partecipazione dei laici e al diritto di voto nel Sinodo, la Segreteria per il Sinodo sostiene che la “specificità episcopale dell’Assemblea sinodale non viene intaccata, ma addirittura confermata”.
I cambiamenti sono stati annunciati congiuntamente oggi in una conferenza stampa, tenuta dal cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, e dal cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo sulla sinodalità.
Le modifiche ai partecipanti al Sinodo dei Vescovi, che si terrà nel prossimo mese di ottobre, prevedono che i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i laici entrino a far parte della composizione dell’assemblea votante.
Dieci chierici assortiti di vari Istituti di vita consacrata, che in precedenza facevano parte del Sinodo secondo la costituzione originale del 2018, saranno sostituiti da cinque religiosi e cinque religiose di vari Istituti di vita consacrata.
Inoltre, i “revisori” precedentemente inclusi saranno eliminati e sostituiti da 70 persone che non sono vescovi – sacerdoti, diaconi, donne consacrate e laici. Saranno scelti personalmente da Papa Francesco da una rosa di 140 persone presentate dalle varie conferenze episcopali internazionali e dall’Assemblea dei Patriarchi delle Chiese cattoliche orientali.
Secondo le nuove regole, metà di questo numero deve essere costituito da donne. Tutte queste 70 persone avranno diritto di voto. Non più del 25% dell’assemblea votante dovrà essere composto da laici.
Questi cambiamenti “sono giustificati nel contesto del processo sinodale, senza cambiare, tuttavia, la natura episcopale dell’Assemblea”, ha ribadito il comunicato stampa del Sinodo.
Inoltre, il Sinodo sulla sinodalità sarà affiancato da altri “esperti” che non avranno diritto di voto e quindi non avranno il titolo di “membro dell’Assemblea”. A questi “esperti” – forse tratti dagli “esperti” che hanno redatto il documento di lavoro per la fase continentale – si aggiungeranno altri “facilitatori”.
Un lato ecumenico del sinodo sta diventando sempre più evidente nelle ultime settimane, con l’annuncio ufficiale che “parteciperanno anche delegati fraterni, membri di altre Chiese e Comunità ecclesiali”.
Riferendosi ai cambiamenti appena annunciati al Sinodo dei Vescovi come organismo, l’équipe sinodale ha dichiarato che “la necessità di apportare questo perfezionamento è emersa con la progressiva ricezione del Concilio Vaticano II, in particolare dalle relazioni tra il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma”.
La decisione di coinvolgere i non vescovi nell’assemblea di ottobre del Sinodo dei vescovi, secondo l’équipe sinodale:
rafforza la solidità del processo nel suo complesso, incorporando nell’Assemblea la memoria viva della fase preparatoria, attraverso la presenza di alcuni di coloro che ne sono stati protagonisti, restituendo così l’immagine di una Chiesa-Popolo di Dio, fondata sul rapporto costitutivo tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, e dando visibilità alla relazione circolare tra la funzione profetica del Popolo di Dio e quella di discernimento dei Pastori. Grazie a una migliore integrazione con la fase preparatoria, l’Assemblea concretizza la speranza che possa “diventare espressione della collegialità episcopale all’interno di una Chiesa tutta sinodale” (Francesco, Discorso al 50° Sinodo).
Accolto con favore dai sostenitori dell’ordinazione femminile
Presentando la notizia il 26 aprile, i due cardinali hanno minimizzato la natura monumentale del cambiamento. Tuttavia, i cambiamenti sono stati notati come sorprendenti sia dai critici che dai sostenitori.
Raymond Arroyo di EWTN ha scritto che “con questo la Chiesa passa dal Concilio Vaticano I ad American Idol. Non viola forse la promessa di Papa Francesco che ‘il Sinodo non è un parlamento’?”.
Il diacono Nick Donnelly, critico delle ideologie moderniste all’interno della Chiesa cattolica, ha sostenuto che “questi cambiamenti al Sinodo, in particolare il fatto di dare ai laici il diritto di voto, invalideranno le decisioni prese dal Sinodo del 2023. Essi contraddicono la natura gerarchica della Chiesa istituita da nostro Signore”.
Damian Thompson dello Spectator ha criticato le mosse, scrivendo come “la spudorata manipolazione continua: attivisti laici scelti a mano stringono la loro presa sul ‘sinodo’ dei ‘vescovi'”.
I cambiamenti sono stati lodati anche da giornalisti eterodossi e da gruppi come la Women’s Ordination Conference, che hanno accolto la notizia come una graduale progressione verso il loro obiettivo.
E ora il Sinodo? I leader sinodali si esprimono
Con l’approvazione ufficiale del coinvolgimento e del voto dei laici nel Sinodo, le somiglianze con la “Via sinodale” eterodossa della Germania, composta anch’essa da membri laici e clericali, aumentano.
LifeSiteNews ha chiesto a Hollerich come si sarebbe svolto il sinodo, sollevando la questione delle numerose richieste di accogliere le questioni LGBT contenute nei documenti sinodali. Hollerich ha respinto con fermezza l’idea che le questioni LGBT siano un “argomento” del sinodo, affermando che si tratta di “sinodalità, e non si tratta di omosessualità, né di ordinazione femminile”.
“Ha un tema molto definito: sinodalità, comunione, partecipazione e missione”, ha affermato il cardinale.
Ampliando il discorso sull’omosessualità, Hollerich ha aggiunto che la sua “cura” per il sinodo gli ha permesso di “distinguere forse le questioni private che ho, e ciò che il Papa mi ha chiesto. Non ci sarà alcuna commistione tra queste cose”.
LifeSite ha anche parlato di recente con suor Nathalie Becquart – sottosegretaria del Sinodo dei vescovi e primo membro femminile della Curia romana con diritto di voto sinodale – chiedendo allo stesso modo come il Sinodo avrebbe garantito che l'”ascolto” non avesse la priorità sull’insegnamento cattolico.
Becquart ha risposto che i pastori e il sinodo stesso devono concentrarsi sul “discernimento” e ascoltare il “sensus fidei”. Ha evidenziato una “tensione tra verità, insegnamento della Chiesa e misericordia”.
LifeSite ha anche chiesto come i “pastori” attueranno l’insegnamento cattolico dopo che è stata data tanta attenzione all'”ascolto”. La Becquart non sapeva come si sarebbe potuta realizzare una simile eventualità.
Ha invece chiesto che i pastori insegnino tenendo conto delle diverse culture ed “esperienze”, il che sarebbe un approccio più “pastorale”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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“LifeSite ha anche chiesto come i “pastori” attueranno l’insegnamento cattolico dopo che è stata data tanta attenzione all’”ascolto”. La Becquart non sapeva come si sarebbe potuta realizzare una simile eventualità.” Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Una Chiesa che ha assolutizzato “l’ascolto” (ma solo ciò che vuole ascoltare e mica da tutti: per gli indietristi ad esempio, nessun ascolto..) e poi non sa più qual’è lo scopo del suo esistere e cosa deve dire all’uomo moderno.