Rilancio nella mia traduzione un articolo di Hannah Brockhaus, pubblicato su Catholic News Agency, che riporta la risposta che Papa Francesco ha dato alla domanda se i politici che sostengono attivamente e pubblicamente le leggi sull’aborto possano poi ricevere la Comunione. La risposta del Papa, a mio modesto parere, e con tutto il rispetto, non è convincente, perché manca proprio di quella dimensione pastorale invocata per concedere l’Eucarestia. Il buon pastore avvisa la persona incosciente della propria condizione di peccato, e nel fare questo compie un grande atto di carità, un grande atto pastorale perché “La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s’è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera.” (Caritas in Veritate, n.1). “Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario. La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano ed universale.” (Caritas in Veritate, n.3). Infine, rimane sempre fermo l’ammonimento di San Paolo: “chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11,29). Il buon pastore tiene alla salvezza dell’anima della pecorella a lui affidata.
Papa Francesco ha condannato l’aborto in nuovi commenti sulla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di rovesciare la legge Roe contro Wade.
Alla domanda se un politico cattolico che sostiene il diritto di scegliere l’aborto possa ricevere il sacramento della Comunione, ha messo in guardia i vescovi dal perdere la loro “natura pastorale”.
Parlando alla Reuters durante il fine settimana, il Papa ha detto di rispettare la sentenza nel caso Dobbs contro la Jackson Women’s Health Organization, anche se non ne sa abbastanza per parlare degli aspetti giuridici.
Nell’intervista, pubblicata il 4 luglio, Francesco ha paragonato l’aborto ad “assumere un sicario”.
“Chiedo: è legittimo, è giusto, eliminare una vita umana per risolvere un problema?”. Ha detto Papa Francesco.
Gli è stato anche chiesto se i politici cattolici che promuovono l’aborto legale debbano essere ammessi alla Santa Comunione.
A maggio, l’arcivescovo Salvatore Cordileone ha impedito a Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Deputati, di ricevere la Comunione nella sua diocesi di San Francisco, a causa del suo sostegno all’aborto.
Secondo quanto riferito, il 29 giugno Pelosi (D-Calif.) ha ricevuto la Santa Comunione durante una Messa con Papa Francesco in Vaticano. Non è chiaro se il Papa fosse a conoscenza della partecipazione della Pelosi, anche se il Vaticano ha pubblicato una foto che mostra i due salutarsi nella Basilica di San Pietro.
Papa Francesco ha dichiarato alla Reuters: “Quando la Chiesa perde la sua natura pastorale, quando un vescovo perde la sua natura pastorale, questo causa un problema politico. Questo è tutto quello che posso dire”.
L’intervista di 90 minuti in italiano si è svolta il 2 luglio in una sala di ricevimento al piano terra della foresteria vaticana di Santa Marta, dove il Papa vive.
Oltre al tema dell’aborto, l’intervista ha riguardato la salute del Papa, le voci sulle dimissioni e la possibilità di viaggi a Kiev e Mosca.
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