E ancora una volta in Germania la Chiesa cattolica, al traino di quella evangelica, si mette in luce per il suo intervento politico a favore del soccorso con navi private di migranti in mare. In tal modo contribuisce nuovamente a creare tensioni e divisioni anche all’interno del gregge sempre più sparuto dei fedeli, che si dividono in “misericordiosi”, straconvinti che il soccorso in mare sia bene assoluto e dovere umano e cristiano, e in “tradizionalisti” che fanno notare come l’utilità umana e cristiana di tale soccorso sia ben lungi dall’essere dimostrata. Se il Cancelliere austriaco Kurz, il quale si potrebbe definire “sovranista” ma che incredibilmente viene lasciato relativamente in pace dalla stampa “antisalviniana”, si azzarda a ribadire che aumentare il numero di navi private che pattugliano tra Africa ed Europa fa il gioco dei trafficanti di migranti e che al loro aumento va associata la tragica crescita delle morti in mare, ecco che una delle associazioni lautamente finanziate anche dalla Chiesa cattolica ed evangelica tedesca si affretta a definirlo un “baby Hitler”. Il Cardinal Marx è famoso per le sue omelie che potrebbero benissimo essere discorsi di un politico “umanista”. Così la Chiesa cade sempre più nella tragica insignificanza che tanto cerca di combattere. Perché si dimentica il cuore della questione: Gesù Cristo e la verità, anche quella scomoda.

Ecco un articolo ripreso dalla rivista austriaca Kath.net, scritto da Monaco di Baviera, che vi propongo nella mia traduzione.

        Alessandra Carboni Riehn

 

Card. Reinhard Marx

Card. Reinhard Marx

 

Alexander Kissler: “Marx non ha fatto una donazione. Ha usato le risorse di altre persone, soprattutto dei contribuenti che pagano la tassa ecclesiastica, per mettersi in luce sotto i riflettori della ‘buona volontà’ sul palcoscenico girevole del quotidiano teatrino morale”

 

Il cardinale di Monaco di Baviera Reinhard Marx ha un rapporto ambizioso con la realtà. Questa la valutazione espressa dal giornalista cattolico Alexander Kissler in un contributo pubblicato sulla sua pagina web, che ha preso spunto dalla frase pronunciata da Marx a Capodanno: “So quanto grandi siano stati i problemi dell’ultimo decennio, e in futuro non si ridurranno”. Commenta Kissler: “Ecco qui dunque un predicatore di professione, evidentemente sano come un pesce e ben nutrito, che percepisce uno stipendio statale della categoria B10 (pur sempre 13.231 Euro lordi al mese versati dallo Stato bavarese) e comunica alle sue pecorelle che in primo luogo è capace di leggere il futuro e che in secondo luogo in questo futuro non vede nulla di buono”.

Kissler si mostra critico anche riguardo all’ulteriore donazione di 50.000 euro a un controverso “gruppo di salvataggio in mare”. In tale contesto il giornalista ricorda che Marx aveva già donato 50.000 euro a “Lifeline”, quell’organizzazione che recentemente ha definito il cancelliere austriaco un “baby Hitler”. “Una cosa è chiara: Marx non ha fatto una donazione. Ha riassegnato fondi che erano pervenuti alla sua diocesi. Ha usato le risorse di altre persone, soprattutto dei contribuenti che pagano la tassa ecclesiastica, per mettersi in buona luce sotto i riflettori della ‘buona volontà’ sul palcoscenico  girevole del quotidiano teatrino morale. Questo non è coraggioso, è a buon mercato. Manca di fantasia da far paura. Oggi nessun attore di serie televisiva che si rispetti può fare a meno di un’attività di donazione ben pubblicizzata. Con la differenza che gli attori di serie televisive devono prima guadagnarsi i soldi che donano”, scrive Kissler.

Il giornalista conclude dicendo che chi voglia pensare in modo innovativo dovrebbe dire all'”artista strapagato dell’Isar [fiume che scorre a Monaco, N.d.T.]: “Per una volta, prova a non usare la tassa ecclesiastica! Per una volta, non farti pagare dallo Stato! Per una volta, non parlare di te o della società! Per una volta, non sentirti il profeta del tuo stesso modo di pensare! Sii meno sicuro di te, meno sfrontato, meno ambizioso. Otto di Frisinga fondò monasteri. Il Cardinal Marx fonda gruppi di lavoro.”

 

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