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di Wanda Massa
L’attuale governo ha calendarizzato per il prossimo luglio alla Camera il disegno di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini contro l’omofobia, che abolisce ogni libertà di pensiero, parola ed espressione, potenzialmente percepibile come offensiva da parte di persone LGBT.
Le sanzioni, che riguardano il codice penale, sono molto gravi: prevedono non solo la corresponsione di cospicue multe, l’immediata chiusura di profili, siti, associazioni … ma persino il carcere fino a sei anni (leggi qui).
Tutto questo accade mentre gran parte degli italiani sono ancora distratti e intimoriti dalla campagna di paura del contagio da Covid19, tenacemente perseguita dal governo, anche oggi quando da più parti insigni specialisti del settore ne hanno autorevolmente dichiarato l’infondatezza (leggi qui) .
Eppure se c’è un pericolo di cui essere terrorizzati è proprio questa legge inutile e liberticida (si rimanda all’ottimo video informativo, che in tre minuti ne chiarisce ogni aspetto, qui e qui).
Le normative emergenziali che hanno soppresso tante libertà fondamentali, determinando la gravissima crisi economica attuale, non sono altrettanto liberticide come questa legge. Infatti si vuole introdurre lo “psicoreato”, infliggendo agli italiani un nuovo bavaglio, che non si limita a tappare la bocca, ma a soffocare l’anima.
Per inquadrare meglio la situazione può essere utile accennare ad una vicenda che rientra nello scandalo degli affidi a Bibbiano: un papà che si è visto sottrarre i figli dai servizi sociali a seguito dell’accusa di omofobia, mossa contro di lui dall’ex moglie, che lo ha aveva lasciato per convivere con un’altra donna (qui è possibile ascoltare la sua testimonianza, intervistato da Federica Picchi, vedi qui).
Antonio Margini viene convocato dalla dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, Federica Anghinolfi e gli viene comunicato che gli è stata sospesa la capacità genitoriale e che potrà vedere i suoi tre figli solo un’ora ogni venti giorni e solo in seduta protetta.
Alla richiesta di spiegazioni, considerato che non è possibile imputargli alcuna delle motivazioni generalmente utilizzate in questi frangenti (contesto socio economico disagiato, violenze fisiche o psicologiche …) e nell’assenza di un provvedimento del giudice, la Anghinolfi gli risponde che il decreto del giudice arriverà perché la legislazione sta andando in questa direzione e che lui se ne deve fare una ragione perché è omofobo.
Alla comprensibile richiesta di chiarimenti, si sente replicare dalla dirigente: “Perché quelli come lei io li conosco: si vede dalla faccia …”.
E’ stato solo grazie all’intraprendenza di questo padre che ha ripreso gli assistenti sociali con il sistema di videosorveglianza della propria abitazione e ha consegnato ai giudici tali filmati e registrazioni, dove risultava evidente la falsità e l’inconsistenza del castello di accuse mosse contro di lui, che il 25 maggio scorso Antonio Margini è stato prosciolto da ogni accusa, mentre la moglie e la sua compagna sono attualmente indagate per violenze e percosse su minori.
Ma se ci fosse stata una legge contro l’omofobia, il sig. Margini avrebbe ottenuto giustizia? O, al contrario, l’odio ideologico avrebbe prevalso?
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