di Sabino Paciolla
Dopo qualche rinvio, alla fine, ieri, è stato depositato il Ddl su omotransfobia da parte di Zan ed altri. E come ci si aspettava, il disegno di legge riflette tutto il peggio che era presente nelle 5 proposte di legge sul medesimo tema.
Alessandro Zan, il primo firmatario del Ddl, credeva di rassicurarci quando nella intervista rilasciata il 12 giugno scorso ad Avvenire diceva che «Non vogliamo limitare la libertà d’espressione di nessuno. Non sarà una legge-bavaglio, né una legge liberticida». E poi: «Abbiamo un solo obiettivo. Tutelare le persone più vulnerabili. Non inseguiamo né progetti ideologici né di propaganda».
E invece quella che hanno proposto riflette esattamente quello che ha voluto negare. E’ infatti una proposta di legge che limita la libertà di espressione, è una legge-bavaglio, è una legge liberticida, è una legge che insegue un progetto ideologico, è una legge che promuove la propaganda. Tutto in un solo colpo. Una legge che è persino osteggiata dalle femministe perché nega un dato di realtà, il sesso, che, come dicono le storiche paladine della difesa dei diritti delle donne, “non si può cancellare”.
Come può allora l’onorevole Zan dire certe cose, come può dire che non vuole limitare la libertà di espressione quando la sua proposta di legge proprio all’articolo 1 chiede di aggiungere all’articolo 604 bis (e ter), ai punti “a” e “b”, una semplice frase che trasforma una democrazia in una neanche tanto larvata forma di regime?
Se il Ddl fosse approvato il nuovo art. 604 bis del codice penale così sarebbe trasformato (in neretto l’aggiunta):
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito:
- a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere;
- b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.
Con le aggravanti, poi, gli anni di galera saranno 6. È prevista anche la rieducazione mediante lavoro gratuito presso le associazioni LGBT (art. 3).
Siamo al reato soggettivo, siamo al reato privo di oggetto, siamo alla percezione soggettiva di un reato, siamo al giudice che discrimina tra intenzioni buone e cattive e condanna di conseguenza, siamo alla criminalizzazione del pensiero, siamo alla rieducazione coatta, siamo alla criminalizzazione di coloro che, a prescindere, sono cattivi e intolleranti nei confronti di una casta elitaria che è, sempre a prescindere, buona e tollerante.
Ironia della sorte, dopo alcuni giorni di slittamento, il Ddl è stato depositato da Zan proprio nel giorno in cui Xi Jinping, il presidente della Cina, ha firmato, nonostante mesi e mesi di proteste oceaniche, la nuova legge di sicurezza per Hong Kong, affermando che con quella legge tutto sarà più sicuro e tranquillo. Certamente quella legge porterà più sicurezza e tranquillità ad Hong Kong, ma sarà la sicurezza e la tranquillità delle carceri, perché trasformerà ogni atto di espressione di libertà di parola in un atto criminale e terroristico.
Credo che questa proposta di legge di Zan segni un discrimine tra la libertà di oggi e l’oppressione di domani, tra la democrazia di oggi e il regime di domani, tra la tolleranza di oggi e l’intolleranza di domani. Ci vogliono regalare il buio ideologico falsamente dipinto di arcobaleno. Con questa legge è come se ci stessero gentilmente regalando una stretta cella di un carcere ma dipinta di sgargianti colori dell’iride.
Se questo odioso disegno di legge venisse approvato, come potremo più parlare di famiglia naturale formata da un uomo ed una donna aperta alla generazione della vita? Come potremmo più parlare di papà e mamma? Come potremmo più manifestare il nostro netto dissenso all’utero in affitto? Come potremmo più dire che privare un bambino del diritto ad avere un papà ed una mamma è un orrendo crimine? Come potremmo più opporci all’indottrinamento dei nostri bambini sin dall’asilo alla ideologia gender? Come potremmo più opporci agli spettacolini negli asili fatti di drag queen? Come potremmo più opporci alle favole raccontate ai bambini dove i principi si trasformano in principesse e si sposano con le vere principesse? Come potremmo più opporci alle favole su semini (sperma) e ovini (ovuli) donati da signori e signorine gentili? Come potremmo più educare i nostri figli secondo la nostra concezione della vita?
Infine, una ultima drammatica domanda: ci toglieranno i figli perché incapaci di educarli a causa della nostra incorreggibile “omofobia” che ci fa vedere il mondo fatto da uomini e donne, da papà e mamma e non da “genitore 1“ e “genitore 2”?
Come si vede, ci stanno preparando il bavaglio ideologico, stanno costruendo la museruola da mettere sulla bocca della democrazia.
Ed è perfettamente inutile che ci vengano a dire, come è scritto nella relazione introduttiva al Ddl, che “l’intervento in materia penale non presenta profili di contrasto con l’articolo 21 della Costituzione: esso, infatti, non colpisce qualsiasi opinione critica rispetto alle scelte e allo stile di vita delle donne o delle persone LGBT+ (formulata, ad esempio, richiamando le posizioni di una confessione religiosa al riguardo). Tali espressioni resteranno consentite, come ovvio in una democrazia. Ad essere colpite saranno, piuttosto, quelle opinioni formulate in modo lesivo della dignità degli individui e capaci anche per questo di determinare il concreto pericolo di compimento di atti discriminatori e violenti.“
Capito? Ci dicono che potremmo esprimere liberamente il nostro pensiero, le nostre opinioni, salvo che saremo colpiti duramente per “quelle opinioni formulate in modo lesivo della dignità degli individui e capaci anche per questo di determinare il concreto pericolo di compimento di atti discriminatori e violenti.”
Con questa legge, è chiaro, ci sarà sempre una coppia di omosessuali che sentendoci parlare di famiglia come unicamente formata da un uomo ed una donna ci denuncerà perché, ovviamente, l’opinione sarà stata da noi formulata in modo da ledere la dignità di quella coppia di omosessuali, tale da determinare il concreto pericolo di compimento di un atto discriminatorio e violento della dignità di quella stessa coppia. E si troverà sempre un giudice che darà loro ragione perché la legge è chiaramente liberticida.
Checché ne dicano l’onorevole Zan e co., questa legge è assolutamente incostituzionale, viola del tutto l’articolo 21 che così recita:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
E’ infatti del tutto evidente che se questa proposta di legge dovesse essere approvata andrebbero a farsi benedire la libertà di espressione, la libertà di parola, la libertà di educazione, la libertà religiosa, la libertà di associazione, la libertà di stampa e così via.
Cari amici, davanti ad una tale violenza non ci resta che combattere, e combattere duramente, con tutte le nostre forze e con tutta la nostra energia fisica e morale!
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