di Antonello Iapicca
E’ evidente una inquietante identità tra la vicenda Covid e la presunta questione omofobia.
Lo stesso modo di approcciare: da una parte la narrazione che, non si sa per quale dannata ragione, deve avere il diritto a rappresentare l’unica versione e interpretazione dei fatti; dall’altra il tentativo di porre dei dubbi, di mettere in discussione la suddetta narrazione. O addirittura la pretesa di affermare – Dio che parola sconcia e terroristica in bocca a chi non fa parte dell’esercito politico-scientifico-culturale-mediatico di regime – ragioni diverse in ambito scientifico, politico, culturale e religioso.
Il problema è che il potere è in mano a chi definisce e traduce in legge cosa sia vero e giusto e cosa no. Oggi ci governa un partito moral-sanitario, un potere politico che stabilisce che cosa sia attendibile scientificamente e moralmente, e cosa non lo sia; e poi legifera per far tacere chi dissente dalla narrazione unica di regime. Chi ha riserve argomentatissime sull’ideologia LGBT è un omofobo, così come chi ha riserve sulla lettura e la gestione della vicenda Covid è un complottista e negazionista.
E’ grave e tragico al tempo stesso, è inaccettabile che qualcuno, solo perché maggioranza (sic) in Parlamento possa stabilire il vero e il giusto e obbligare le persone ad accettare supinamente pseudo-verità o parziali verità usate come strumento di potere.
E’ dittatura, tra le peggiori, quella satanica di chi si fa dio, arbitro del bene e del male.
Ma non prevarranno, imploderanno come Cafarnao e Corazin, polverizzati dalla loro stessa superbia. E un piccolo resto erede dei piccoli crocifissi dalla dittatura, ricostruirà, di nuovo, con amore, la bellezza in cui risplende il volto di Dio.
Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.
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