Mentre si moltiplicano le sentenze che annullano le sospensioni dei sanitari non vaccinati (vi rimandiamo in particolare a quella di Firenze in cui un giudice donna ha smontato pezzo per pezzo l’obbligo vaccinale) dall’Ordine dei Medici arriva una dichiarazione che dà speranza per una fine della obbligatorietà vaccinale.
Il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, il dottor Filippo Anelli, in una intervista ad Adnkronos così dice: “Al momento non c’è nessun obbligo della quarta dose per i medici. Credo che rimarrà così e non ce lo aspettiamo in futuro. Torniamo ad una gestione ordinaria e non più emergenziale in cui c’è stato l’obbligo per il medico di fare il vaccino anticovid“. Ha proseguito dicendo che si farà leva sul “principio di responsabilità dei professionisti e dei datori di lavoro” attraverso “la sorveglianza del medico competente”.
Speriamo che queste parole siano davvero l’inizio della fine di una grande ingiustizia che ha privato del lavoro per troppo tempo professionisti che, per diversi motivi, non hanno voluto sottostare ad una vaccinazione sulla quale avevano forti perplessità di natura etica e scientifica.
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Fa certamente piacere riscontrare qualche sussulto di coscienza, buon senso nonché logica basilare da parte di qualche giudice. Da qui a demolire due anni e passa di psicopandemia ho paura che ancora ce ne corra…
La società civile è stata profondamente lacerata ad ogni livello ed occorre ragionare sul fatto che tutto questo non è fatalità come vogliono farci credere bensì esito di meccanismi preordinati ed implementati con precisione certamente non da ieri ma certo con un impulso esponenziale in questo biennio.
Il voler anteporre un falso e malinteso “diritto alla salute” ad ogni altra cosa è parte di questi meccanismi e punta alla riorganizzazione di un intero assetto portandoci ad accettare meccanismi di controllo permanenti che sarebbe stato più complesso far digerire al di fuori di una logica “emergenziale”. Un trattamento sanitario obbligatorio va inteso dentro questo contesto e non perciò sforzandosi di cercare una logica che non c’è (oltre a costituire una cocente sconfitta per la medicina, il diritto, la civiltà).
E’ impressionante come esista ancora tutto un mondo che pare impermeabile alla realtà reale, quella in cui quasi ogni giorno viene smontata la retorica vaccinista mentre questi politicanti e virologi affiliati tirano dritto parlando di quarta e quinta dose dalle pagine dei giornali più venduti mentre fremono nell’attesa di riattivare in toto il vile certificato verde. Che questa dissonanza (complicità?) investa anche il mondo cattolico si evince chiaramente leggendo i nomi di alcuni ospiti ad una nota manifestazione culturale di fine agosto, e mi fermo qui per pietà.
Concludo insistendo nel far notare che per alcune sentenze come questa che rasserenano, permane una ignobile discriminazione di cui, mi pare, non si parli molto: quella dei candidati per un lavoro che non siano in possesso della certificazione verde. Alcune agenzie per il lavoro rivelano apertamente di avere “imbarazzo” a presentare il candidato che ne è sprovvisto. Pensate se dichiarassero ad un soggetto di colore di non poterlo inviare a colloquio causa il colore della pelle…