Alberto Sordi - film Il presidente

 

di Antonello Iapicca

 

Siccome, purtroppo, mi pare che la stragrande maggioranza degli italiani, forse a causa (o proprio in virtù…) del Coronavirus, non si renda conto dell’evento epocale che sta per accadere, cerco di riflettere e spiegare facile facile cosa accadrebbe nel caso il DDL Zan divenga legge.

Se io, tifoso del “Borgorosso Football club”, guardando le partite della mia squadra, mi emoziono, grido, esulto, piango, godo della vittoria e mi deprimo per la sconfitta, forse per questo mi si deve riconoscere il diritto di obbligare il mondo intero ad interessarsi, sostenere moralmente ed economicamente, e condividere i miei gusti calcistici? Mi si deve riconoscere il diritto di obbligare per legge di indottrinare i bambini su quanto belle, pure, innocenti e superiori siano le mie preferenze calcistiche? O addirittura mi si deve riconoscere per legge il diritto ad essere l’unico a poter parlare di calcio, nel senso che quando si parla di calcio a priori si deve pensare, riconoscere, affermare che il “Borgorosso Football Club” è fortissimo, non sbaglia mai partita, vince (anche se perde bisogna dire che vince), che ha i tifosi più educati, civili, pacifici e tolleranti, anche se colti ad insultare e a menare quelli avversari? Mi si deve accordare il diritto di far studiare tutti, a spese dello Stato, la storia del “Borgorosso Football Club” scritta dai suoi Ultras, storia ovviamente raccontata con gli occhi dei tifosi che vedono rigore dove non c’è e non lo vedono dove è chiaro come l’alba? Mi si deve accordare il diritto a non essere contraddetto mai, che cioè non vi siano tifosi di altre squadre, e giornalisti che seguano le partite? Anzi, devo avere il diritto che non vi siano proprio altre squadre se non compagini che – avendo vietato ribattere e contrastare gli attacchi del “Borgorosso” e, men che meno, fargli gol – siano composte da giocatori intimiditi o con il cervello lavato e lobotomizzato, e che lascino vincere la mia squadra? Devo vedermi riconoscere infine il diritto di denunciare chi non magnifica il “Borgorosso Football Club” e non si attiene alle regole di cui sopra? E condannare i colpevoli a pagare multe alla Società, e, soprattutto, a venire al campetto di allenamento ad essere rieducato al tifo per il “Borgorosso” imparando i cori dei suoi ultras, mentre si falcia e annaffia l’erba, si lavano le magliette, si lavano le macchine dei giocatori? Devo vedermi assicurare il diritto a punire con leggi speciali chi non solo mi insulta o mi ferisce in quanto tifoso del Borgorosso, ma anche chi osa opinare che il rigore accordato alla mia squadra sia inventato, o, più semplicemente, che il Borgorosso non è una squadra di calcio perché gioca tutto meno che a pallone? Non vi sono già delle leggi che mi tutelano dalla violenza in quanto persona, o devo avere il diritto ad una legislazione speciale che mi garantisca lo status di unico avente diritto a tifare e ad esprimere opinioni di tifoso proprio in quanto tifoso del Borgorosso? Ho diritto a una legge che tappi la bocca e faccia ammainare le bandiere di chi ha opinioni diverse e tifi per un’altra squadra?

Sembra uno scherzo, eppure la realtà sarà ben più tragica. Se leggete attentamente il testo del DDL Zan vi accorgerete che, non delineando nessun reato, stabilisce solo in astratto una serie di farneticazioni ideologiche che i giudici potranno a discrezione convertire in reato. Ma il reato, alla fine, sarà sempre e solo uno, non essere tifoso del “Borgorosso Footbal Club”. Non potendolo affermare, ciurlano nel manico per lasciare campo libero alle interpretazioni dei giudici che, basta accendere la televisione, tra spettacoli, fiction, film e programmi, possiamo ben immaginare quale china prenderanno. O tifi per loro, oppure sei fuori, e ormai neanche più in senso metaforico o per emarginazione culturale. No no, proprio fuori, cioè in prigione, o ridotto al silenzio nei ghetti. Purtroppo il Coronavirus ha spento cuori e menti nella paura e nell’ansia di ricominciare a prenderci le libertà che il lockdown ci aveva sottratto, e non ci rendiamo conto – moltissimi cattolici in primis – che il DDL Zan, se convertito in legge, sarà infinitamente più catastrofico del lockdown che abbiamo vissuto. Altro che mascherine e distanziamento sociale, si tratta di cucire le bocche per cercare di rieducare le menti e trasformarci in polli ideologizzati da batteria. Il vero obbiettivo del DDL Zan non sono mica le tutele delle minoranze, e nemmeno i soldi che le solite lobby mungeranno dallo Stato e dai cittadini con le multe. Questi sono solo effetti collaterali. Il grande e malcelato attacco è satanico, e satana mira sempre a Cristo, ai cristiani e alla Chiesa, e quindi all’uomo. La lobby LGBT imploderà perché un regno diviso in se stesso non può perdurare. E’ marcio e la corruzione corromperà le strutture. Ma occorre aprire gli occhi, perché sta per saltare quel poco che resta in piedi delle Istituzioni e della libertà. Occorre discernere per essere pronti ad affrontare con le armi spirituali lo tsunami che ci sta investendo. Già non si possono vedere il 95 % dei film e delle fiction, Netflix o Rai o qualsiasi altra piattaforma. Già stanno buttando giù statue nella pretesa di riscrivere una storia già vissuta e passata, non avendo, oltre alla violenza intollerante, un presente e ancor meno un futuro da scrivere. Già stanno definendo una neolingua per tentare di esprimere il vuoto spirituale e morale delle parole menzognere del serpente. Già stanno violentemente imponendo il pensiero unico in ogni centimetro del globo, nella moda, nei media, nei social, a scuola e all’università, persino nello sport. Ovunque è insinuato il veleno di una ideologia satanica e menzognera che, non avendo forza in sé, deve imporsi con leggi dittatoriali, con la violenza verbale e concreta dei manganelli branditi in faccia a chi non è d’accordo e non piega le ginocchia di fronte al Cesare di turno, alla bestia e alla sua menzogna idolatrica. Il DDL Zan è un’avanguardia dell’attacco frontale che verrà presto: già ferita e sanguinante, è la stessa Dottrina sociale della Chiesa, lo splendore della Verità sull’uomo, sulla vita, sulla famiglia ad essere presa di mira per negargli cittadinanza. Perché l’unico bastione che ancora si erge di fronte è la Chiesa che annuncia il Vangelo della Vita, la Grazia donata in Cristo che fa bella, autentica e compiuta la vita nell’amore. Per questo occorre cercare di impedire la conversione in legge del DDL Zan. Ma ci sono politici che davvero hanno a cuore la vita delle persone che rappresentano? O pensano che sia più importante un bonus vacanze in più, 100 euro in busta paga, 10 punti di Iva in meno ed ecco la libertà e la felicità? E chissenefrega della Verità, della famiglia, della vita e della dignità della persona? Silenziata lei e messo in galera il Vangelo satana e i suoi epigoni credono di avere campo libero per distruggere l’uomo e condurlo all’inferno. Ma “La Parola di Dio non è incatenata”, anzi. Proprio le catene, il carcere e le persecuzioni che ci attendono, il sangue che molti saranno chiamati a versare, segneranno la sconfitta del disegno di satana e del mondo. Ma occorre essere preparati, perché mai come ora risuonano forti e urgenti le parole di Gesù: “Ma quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà la fede sulla terra?”. Allora, accanto a quanto si può e si deve fare perché il DDL Zan non passi, la nostra chiamata è alla conversione e alla fede, a stringerci al nostro Buon Pastore perché ci doni il suo Spirito e la sua Vita, e, crocifissi con Lui, possiamo offrire la vita per la salvezza di questa generazione.

Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.

 

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