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di Wanda Massa

 

Lo scorso 27 ottobre, don Andrea Leonesi, vicario del vescovo di Macerata, ha difeso apertamente i principi non negoziabili nell’omelia che ha pronunciato nella chiesa parrocchiale dell’Immacolata, alla presenza di alcuni giovani appartenenti alla FUCI.

Ha avuto l’ardire di elogiare la Polonia per aver recentemente dichiarato incostituzionale l’aborto eugenetico e, per far comprendere l’assoluta gravità di questo abominevole delitto, ha dichiarato che dal punto di vista morale è più grave della pedofilia.

Questa affermazione, peraltro assolutamente conforme al Catechismo della Chiesa Cattolica gli è costata la gogna mediatica: tutti i principali quotidiani hanno dato spazio all’appello dei vari benpensanti di Sinistra, che hanno invocato l’intervento del mondo cattolico a prendere le distanze da don Andrea.

Per una volta però non hanno avuto soddisfazione, il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, nella nota di seguito riportata ha difeso il suo Vicario e la Verità eterna ed immutabile del Magistero Cattolico:

«Carissimi fratelli, perché per me sono fratelli tutti – ha dichiarato il Vescovo Marconi – Io sono contro l’aborto, che non ritengo né un diritto né una conquista di civiltà, ma un fallimento sociale quando porta a considerare una vita umana come “un problema”. Ogni vita umana è invece una ricchezza per tutti, anche se può essere una sfida alla società, perché accogliere alcune vite richiede grande impegno da parte di tutti. Sono orgoglioso, quando vedo alcune persone stupende che oggi sono vive anche per l’impegno mio e di tanti altri, mobilitati nell’affrontare problemi economici, psicologici o di relazione che stavano spingendo le loro madri verso l’aborto.

Con il linguaggio provocatorio del pensiero e della riflessione, tipico di una omelia, don Andrea ha messo in guardia da una mentalità oggi imperante che: ci fa guardare giustamente al dramma della pedofilia come ad una battaglia che tutti ci deve vedere coinvolti, ma non ci mobilita allo stesso modo per garantire a ogni donna il diritto a non abortire. Se l’aborto è l’unica scelta concretamente lasciata anche a una sola donna, perché tutta la società non ha fatto di tutto e di più per aiutarla, questa non è civiltà, ma barbarie. Questo soprattutto vale per chi si dichiara cristiano, anzi laico impegnato, come i giovani della FUCI a cui si rivolgeva don Andrea.

Io sono per la famiglia e se possibile propongo a tutti la famiglia cristiana, che con un bel paradosso letterario san Paolo nella lettera agli Efesini descrive come una perenne gara nella mutua sottomissione. Il brano di Efesini, che descrive la bellezza della vita cristiana come vita di gioia e comunione rispetto alla vita dei pagani, obnubilati dal vizio e dalla voglia di dominare sugli altri, svela che il segreto di questa vita bella è proprio nel non voler dominare gli uni sugli altri, anzi nel sottomettersi nell’amore: “siate sottomessi gli uni agli altri” (Ef 5,21). E continua: le mogli sottomesse ai mariti come la Chiesa lo è a Cristo ed i mariti alle mogli, come Cristo che si è sottomesso alle esigenze di un amore infinito per la Chiesa.

Consiglierei a certi critici la correttezza scientifica di criticare un atto linguistico com’è un’omelia, ben diversa da un comizio, conoscendo bene il genere letterario e i testi biblici ed ecclesiali a cui si fa riferimento. Chi era in chiesa, culturalmente ben preparato come lo sono i giovani della FUCI, ha ben capito le parole di don Andrea e non ha presentato nessuna critica.

Già che ci sono, incoraggerei anche certi commentatori a studiare meglio il Medioevo. Oggi nessun docente universitario competente userebbe più la metafora del Medioevo come “epoca di oscurantismo” tipica di certa letteratura polemica del ’700. Non siamo più nel XVIII secolo».

Considerando che probabilmente non sono pochi i cattolici, che restano impassibili di fronte all’aborto, ma che vengono turbati dalle parole di don Andrea, giova riportare 2 dei 6 articoli che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica alla voce “aborto”.

2271 Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale:

« Non uccidere il bimbo con l’aborto, e non sopprimerlo dopo la nascita ».

« Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l’aborto come pure l’infanticidio sono abominevoli delitti ».

2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. « Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae », « per il fatto stesso d’aver commesso il delitto » e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

Nel 1998 il prof. Giorgio Nicolini, in una lettera indirizzata all’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, affrontava lo stesso ragionamento di don Andrea Leonesi, in riferimento alle parole pronunciate quell’anno dal Capo dello Stato al meeting dell’Azione Cattolica: “Oggi i bambini sono diventati mercato per le cose più turpi… Guai a coloro che se ne rendono responsabili. Sarebbe meglio, per loro, che si mettessero una macina al collo…“.

Scriveva in quella lettera a proposito dell’aborto:

Come rimanere “insensibili” di fronte a tanto “disumano”, “abominevole” e “irrimediabile” “delitto”? I bambini “violati” possono essere rieducati con la speranza di poter essere recuperati, ma i bambini “uccisi” chi li può far tornare in vita? Chi può dare “voce” al “grido silenzioso” (ma quanto reale!) dei “bambini” e “cittadini” non ancora nati, se anche le più Alte Autorità dello Stato tacciono sempre quando si affronta questo argomento? E’ prudenza? Ma i bambini OGNI GIORNO periscono dappertutto!… (leggi qui )

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