“Mentre vedo genitori preoccuparsi dell’olio di palma e delle emissioni di CO2, i figli bevono contenuti che inquinano l’anima e ammalano il cuore.”
16 giugno 2023
Sacro Cuore di Gesù
di Jacob Netesede
Dell’italica e sterminata produzione musicale (o forse, pseudo musicale) degli ultimi anni di rap-trap-pop, torna in questi giorni alla mente un “successo” del 2017, anno in cui conquistò la vetta della classifica Fimi-Italia, vendendo oltre 200.000 copie.
Si tratta della -dimenticabile- “Lamborghini” di Guè Pequeno e del relativo ritornello: “Tuta sportiva di Armani, caricano la Glock mini – 200 all’ora in Moscova, comprerò una Lamborghini”.
Non colpisce solo l’esplicito riferimento alla Glock, la nota arma da fuoco, accessorio effettivamente indispensabile per passeggiare in città.
Per coloro che fossero forestieri nella big city, Moscova è una via del centro di Milano, che interseca una zona pedonale.
Il solo video originale della canzone su YouTube totalizza oltre 61 milioni (sessantuno) di visualizzazioni.
Cui si devono sommare i numerosi altri canali tramite i quali il capolavoro è stato rilanciato (le radio, le piattaforme di streaming, i social…).
Per decine, o meglio, centinaia di milioni di volte, nelle orecchie, negli occhi, nelle menti e nei cuori di fanciulli in formazione (che hanno accesso a questi contenuti a partire dall’età di 7 8 anni circa, talvolta prima…) il messaggio è stato ossessivamente veicolato.
Un messaggio per immagini, chiarissime.
Scorrendo il testo, ecco altri squarci illuminanti: “È il giorno del mio matrimonio, oggi mi sposo col money – I soldi per me sono Dio”.
Oppure: “Aventador [modello di Lamborghini n.d.r.] nella via, semino i carabinieri, uh – Fanculo alla polizia”.
Evito, per ingenuo e desueto pudore, di riportare i passaggi del testo che descrivono le abilità amatorie di una fanciulla evidentemente infedele…
Insomma, in poche battute l’autore sistema religione, autorità e gentil sesso.
A tanti ho sentito dire che rapper e trapper sono “artisti”.
Cosa sia l’arte e chi sia un artista, che importa …whatever works.
A tanti ho sentito dire che l’autore del pezzo in questione è un idolo dei ragazzini, una star della scena italiana, un artista di successo che merita fiumi di denaro, copiose sponsorizzazioni, riverenze dai media e ospitate in programmi televisivi di stato e non.
E poi oggi la musica è -a prescindere- cultura, è un patrimonio nazionale da tutelare con norme per la difesa dei copyright e con misure assistenziali per i mancati live durante i lockdown… senza alcun giudizio su quale musica sia meritevole di tutela… whatever works.
Come la definizione “genio”, concessa a chiunque superi una certa soglia di popolarità indipendentemente dai contenuti.
Oggi l’immagine di una Lamborghini che corre in città a 200 all’ora rimanda a Roma, zona Casalpalocco.
Una coincidenza, nulla di più, ovviamente.
Neppure conosciamo i gusti musicali del 20enne youtuber alla guida del Suv Lamborghini.
E non sappiamo se e quanto una canzone possa contribuire alla formazione umana.
Lamborghini è solamente uno dei tantissimi brani di contenuto identico: non è certo un caso isolato, quanto piuttosto la cresta di successo di un’onda gigantesca.
Milioni, anzi miliardi di visualizzazioni, di streaming, di riproduzioni con messaggi diabolicamente replicanti: il peccato originale è l’assenza di originalità…
Testi ripetitivi che inneggiano ai soldi, alla violenza, al successo e alla sessualizzazione dei rapporti: la banalità del male reiterata senza sosta.
Il beat ossessivo che, come suggeriva un vecchio saggio, rimanda al battito del cuore materno ascoltato nella placenta.
In fondo la rassicurante ripetizione del ritmo, dei suoni, dei contenuti è come una malefica liturgia, idolatrata e rilanciata per gli incassi che genera.
Quando, invece, non generi incassi ma figli, ecco che potrebbe porsi un problema.
Un problema chiamato responsabilità, che persino l’industria discografica percepisce.
Parental Advisory, ad esempio, è l’etichetta che, apposta sugli album in vendita, dovrebbe segnalare contenuti con uso eccessivo di linguaggio profano e/o altri riferimenti espliciti.
E la spiegano così: “All music is not always appropriate for all ages. The music industry takes seriously its responsibility to help parents determine what is and is not appropriate for their children”.
Insomma, c’è l’etichetta! L’industria prende seriously la propria responsabilità e ti avvisa… poi il problema è del genitore.
Ed è vero!
Conoscete voi un genitore che quantomeno impedisca ai figli di aver accesso ai contenuti etichettati?
Conoscete voi un genitore che, compreso il rischio, proponga ai figli un giudizio chiaro dei contenuti etichettati? (…perché se riesci li eviti, sennò li giudichi con loro: disinteresse o ignoranza non è seriously).
E ancora: è sufficiente il vaglio dell’etichetta americana per capire cosa sia buono e cosa no per i vostri figli?
Ci sono migliaia di video musicali con ragazzine che replicano la solita drammatica traiettoria delle giovani star Disney (Selena Gomez, Bella Thorne, Miley Cyrus, Linsday Lohan…): inizialmente innocenti e sorridenti, in breve sono pronte alla trasformazione dark&fetisch, per traghettare, novelle Caronte, orde di coetanei nella violenza pornografica dei “contenuti espliciti”.
Il tutto, spesso, senza neppure l’etichetta.
Ci sono valanghe di video che inneggiano all’utilizzo di droghe, alcool e sesso e che ostentano comportamenti contrari alla legge e al buon senso… e nessuna etichetta.
Il tutto ha un tratto comune: l’ossequio per il successo ed il profondo disprezzo per la verità.
Mentre vedo genitori preoccuparsi dell’olio di palma e delle emissioni di CO2, i figli bevono contenuti che inquinano l’anima e ammalano il cuore.
Distratti e inebetiti, gli adulti accettano inerti che schiere di giovani siano riempiti delle peggiori menzogne per poi talvolta stupirsi delle conseguenze: a noi stessi e ai figli stiamo negando la verità.
È questa omissione che mi impressiona.
Perché la personalità dell’uomo “sta e coincide con la sua capacità di verità” (R. Spaemann).
A ben vedere, i modelli che escono da questi video sono privi di vera personalità.
Come bulli mainstream, ostentano grandezza e si rivelano minuscoli.
Perché “occorre saper riconoscere il vero valore delle cose. La grandezza non nasce dalla pura e semplice natura, bensì dal superamento di sé e dal sacrificio” (R. Guardini).
Prendiamo seriously la realtà: senza la comunicazione di un senso integrale del vivere, siamo fantocci chiacchieroni, pieni di parole e incapaci di responsabilità.
Che il Cuore di Gesù fortifichi la personalità di ciascuno di noi!
Ma forse no: in un mondo dominato da pavidi rapper, vigliacchi trapper, cripto cristiani ed eco ciarlatani, non si può dire …è troppo esplicito.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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Certamente è una buona alternativa:
https://youtu.be/KxO3_czpuzQ