Giorgio Vittadini e mons. Vincenzo Paglia
Giorgio Vittadini e mons. Vincenzo Paglia (Presidente Pontificia Accademia per la Vita)

 

 

di Un sacerdote

 

Carissimo Sabino

In questi giorni si è consumato un duplice tradimento dentro la Santa Chiesa di Dio. Da una parte quello avvenuto al Meeting di Rimini, un fatto che tu hai chiaramente denunciato nel tuo articolo Il Meeting di Rimini, il potere e le opere. Ma anche altri articoli sul tuo blog, e non solo sul tuo, hanno accusato l’ennesimo stravolgimento del carisma originario di CL e della sua posizione culturale, un tradimento ormai in atto da anni nel Meeting. Certo, quest’anno abbiamo toccato il fondo (ma c’è un fondo?).

Dall’altra parte, fresca fresca, ma puzzolente come un pesce fradicio, la notizia che ieri 26 agosto 2022 l’ineffabile mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, nonché consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, ha rilasciato un’intervista sui Rai tre (qui la parte che interessa), dove ad apposita domanda, risponde: “Penso che la legge 194 sia ormai un pilastro della nostra vita sociale”, anche se poi aggiunge, bontà sua, che sarebbe necessario sviluppare meglio la parte dedicata al diritto alla maternità, vista la denatalità in atto  ecc., dimenticando però che essa è dovuta in buona parte anche all’aborto. “Pilastro” dice sostegno di una costruzione. E io, ingenuo, che pensavo fosse invece che l’aborto fosse una cariatide corrotta che favorisce il crollo di una società e di una nazione! Poi, ancora, sempre ad apposita domanda se la legge 194 possa essere messa in discussione, afferma: “Ma no, assolutamente!”. Io, ancora più ingenuo, pensavo che esistessero solo assoluti morali e invece scopro che ci sono anche assoluti immorali! Naturalmente nell’intervista ci sono anche altre affermazioni più che discutibili, ma bastano queste per capire che anche qui abbiamo toccato il fondo (ma c’è – anche qui – un fondo?).

Duplice tradimento intraecclesiale la cui portata così orrida mi ha fatto pensare al tradimento di Giuda che, come dice la grande canzone di Claudio Chieffo, non fu per i trenta denari ma per la speranza che Lui, quel giorno, aveva suscitato in me, la speranza di un messianismo puramente umano dove la salvezza sarebbe giunta per un trionfo sul piano politico e di conseguenza economico, un trionfo capace di far prevalere sui popoli una legge tanto religiosa che civile che solo poteva essere oppressiva in quanto frutto di un potere conquistato con la violenza che avrebbe sconfitto i Romani: un potere oppressivo sostituito da uno altrettanto oppressivo.

Certo oggi la speranza che sta sotto il tradimento del Meeting e di mons. Paglia (e di tutta la chiesa che la pensa come loro) è più riposta nel cercare un compromesso con un potere che è molto più vasto e profondo e molto più apparentemente inarrestabile che quello di qualsiasi impero del passato. A questo potere devi ammiccare amichevole, magari fingendo di salvare qualche particella del pensiero sanamente cattolico con qualche contorcimento fantozziano, ma scrutato implacabilmente dagli occhi di Medusa di coloro che ti attorniano, certi che tu ti comporterai da bravo bambino, altrimenti sarai pietrificato e messo in castigo. Guardate lo spezzone di filmato che ho linkato e capirete. Così come per es. il Giorgio Vittadini (ma anche il Giancarlo Cesana in un’altra conferenza non ha fatto meglio) che nell’incontro con il ministro Speranza il quale esorta tutti al continuare le vaccinazioni (TALK “IL CAMBIAMENTO POSSIBILE”. LA SANITÀ OLTRE IL COVID, 20 agosto 2022, ), alza prontamente la manina da bravo bambino che si mette sempre nel primo banco, e dice: “io ho fatto la quarta dose” (guardate il gesto di approvazione e lo sguardo subdolamente compiaciuto del ministro che, secondo me, dentro se la ride di chi pensa di essere il primo della classe: vedi qui al min. 1.00.27).

Solo così – si pensa – c’è la speranza che qualche briciola cada dalla tavola del padrone, compresi anche i “trenta denari” che schifo non fanno. Altro che “non fu per i trenta denari”. Tutto fa brodo! Ma non è questa certo la saggezza umile della donna cananea che supplica Cristo di salvare sua figlia tormentata dal demonio (cfr. Mt 15, 21-27), anche se magari questi “cagnolini” del Potere pensano che solo così noi cattolici potremo sopravvivere agli assalti del mondo: una riserva indiana non si nega a nessuno! Ma la loro avidità ci lascerà poi qualche briciola delle briciole? Temo di no, a meno che non venga da pane fatto con farina d’insetti.

Duplice tradimento, quindi, come fu, lo ripeto, quello di Giuda, talmente orrendo nella sua fattura che il vangelo di Giovanni lo definisce come partecipe della stessa essenza, sul piano operativo, sia chiaro, di quello stesso del diavolo che fu omicida sin dal principio:

Voi [Giudei] fate le opere del padre vostro … voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna” (Gv 8, 41. 44).

Se questo vale per quei Giudei che – paradosso! – “avevano creduto inizialmente in lui” (Gv 8, 31), tanto più vale infatti per Giuda, che diventa il protagonista di questo disegno omicida che arriverà a uccidere lo stesso Cristo. Giovanni nel suo vangelo lo evidenzia a chiare lettere:

Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici” (Gv 6, 70).

Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo … Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui” (Gv 13, 2. 21-27).

Quegli pseudo ciellini che dirigono attualmente il Meeting di Rimini e mons. Paglia, io penso abbiano creduto inizialmente in Cristo, poi qualcosa di spaventoso è accaduto: hanno abbandonato la Speranza per qualche altra illusoria speranza (tra cui il ministro Speranza …) e ancora una volta Cristo è stato tradito da coloro che sono stati chiamati in modo privilegiato a rendergli gloria.

Abbiamo toccato il fondo? Ma c’è un fondo a questo sprofondamento nel male? Dio solo lo sa. Io so soltanto che “il padre della menzogna” (Gv 8, 44) giù nel profondo se la ride.

Io però preferisco un riso che non sale dal profondo, ma risuona eterno nell’alto dei cieli ed è diventato nostra vera Speranza sulla terra:

‘Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo’, / cominciò, ‘gloria!’, tutto ‘l paradiso, / sì che m’inebriava il dolce canto.

Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso / de l’universo; per che mia ebbrezza / intrava per l’udire e per lo viso.

Oh gioia! oh ineffabile allegrezza! / oh vita intègra d’amore e di pace! / oh sanza brama sicura ricchezza!” (Dante, Paradiso, XXII).

Bisogna scegliere: o la brama del Potere della incerta ricchezza o la “sanza brama sicura ricchezza”, cioè sicura speranza! Diversamente “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” (Dante, Inferno, III).

Sempre un grande grazie a te per il tuo fedele e fecondo lavoro. Ti benedico.

 


 

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