Dan Hitchens scrive un articolo su The Spectator sullo strano giudizio della corte di un tribunale del lavoro su un dottore cattolico che aveva espresso l’opinione di non potersi riferire, per ragioni di fede, ad un transgender con il pronome da lui desiderato. Di questo caso ci siamo occupati in un precedente articolo (qui).

Ecco la riflessione di Hitchens nella traduzione di Elisa Brighenti.

 

Distruzione della identià

 

I giudici, come i comici, sembrano sempre più convinti che il loro ruolo nella società sia quello di diffondere le loro opinioni politiche. Come afferma Jonathan Sumption nelle sue lezioni di Reith, la magistratura assomiglia spesso a una “casta sacerdotale” che vuole che i loro valori liberali siano portati al livello di “diritti umani fondamentali”.

Questa settimana, un tribunale del lavoro a Birmingham ha prodotto l’esempio più ridicolo di superamento del limite giudiziario. Gran parte del giudizio del tribunale è a malapena leggibile – ne parleremo più avanti – ma ne mette chiaramente in evidenza il punto centrale: una “mancanza di fiducia nel transgenderismo” è “incompatibile con la dignità umana e” – sì – “è in conflitto con i diritti fondamentali degli altri ‘.

Il caso è stato riportato come una storia di un “medico cristiano”. Ma il medico, David Mackereth, sostiene un’opinione condivisa da molti milioni di britannici, indipendentemente dalla loro religione. Gli capita di pensare che sia impossibile per un uomo diventare una donna, o viceversa. L’anno scorso, il dott. Mackereth seguì un percorso di formazione  per lavorare come valutatore della salute e della disabilità, in un centro gestito dal Dipartimento per il lavoro e le pensioni. Il tema dell’identità transgender emerse e il dottor Mackereth affermò che, se un maschio biologico avesse chiesto di riferirsi a lui come “lei” o registrarlo su un modulo come “signora”, non sarebbe stato in grado di soddisfare la richiesta.

I capi del dottor Mackereth avrebbero potuto facilmente cercare un compromesso: ad esempio, le persone che si identificano come trans avrebbero potuto chiedere di passare ad un altro medico. Sfortunatamente – come afferma il giudizio del tribunale – tale politica sarebbe stata causa di “offesa o potenziale offesa”. Immaginate! Quindi il manager del dottor Mackereth, James Owen, gli ha detto che la politica del DWP era quella di usare pronomi transgender, aggiungendo che se il dott. Mackereth non fosse stato d’accordo, allora aveva il “diritto di rescindere il contratto”. Il dottore se ne andò. Sostenne in seguito, al tribunale del lavoro, di aver subito discriminazioni, spingendo il giudice per l’impiego Perry e il suo staff a dichiarare che, se non pensi che un uomo possa diventare una donna – come molti di noi non fanno – allora la tua opinione è “incompatibile con la dignità umana”.

Le implicazioni sono doppiamente allarmanti. In primo luogo, se questo giudizio è corretto, presumibilmente chiunque potrà essere costretto a lasciare un posto di lavoro nel settore pubblico nell’ipotesi , a un certo punto non specificato, di “offendere” una persona trans non specificata. In secondo luogo, la formulazione espansiva del giudizio dice a tutti coloro che non condividono la narrativa transgender che le loro opinioni, prima ancora delle loro azioni, sono contrarie alla “dignità umana”.

Ora, questo potrebbe essere un goffo testo legale che verrà corretto in appello. (Il caso potrebbe ancora avere una lunga strada da percorrere.) In effetti, l’intero giudizio è scritto così male che è difficile prenderlo sul serio. Presenta errori di battitura imbarazzanti, semplici errori grammaticali, confusioni linguistiche (a un certo punto è scritta la parola “sessualità” quando la giuria intende “genere”) e paragrafi eleganti e lucidi come quello che segue:

“Scopriamo che il 6 giugno 2018 il dott. Ahmed, che era il principale medico del corso, stava intraprendendo la formazione quel giorno, durante una discussione, sull’opportunità di riferirsi agli utenti dei servizi con il loro nome o cognome e titolo. Uno degli altri tre HDA, che stavano frequentando  il corso con il dottor Mackereth, chiese come ci si dovesse riferire a qualcuno che fosse transgender. Il dottor Ahmed ci disse, e lo accettiamo, che questa non era la prima volta che i dottori in formazione gli ponevano questa domanda e, dopo averla esaminata in precedenza, sapeva che la politica di DWP era di riferirsi a persone transgender con il loro nome preferito, e così abbiamo risposto che avrebbe dovuto rivolgersi alle persone transgender in base al titolo con cui loro scelgono di essere indicate.”

Ma il caso del dottor Mackereth dovrebbe essere preso sul serio, perché il giudizio del tribunale rivela ciò che è accaduto in relazione alla legge sui diritti umani. Sembra il tipo di questione su cui nessuno potrebbe obiettare. Si è finito per vietare opinioni che, fino a pochi anni fa, erano ritenute di buon senso. Sembra un modo utile per risolvere le controversie. Si finisce con un dottore a cui viene detto che la sua opinione è “ incompatibile con la dignità umana” da una giuria che non ha ancora padroneggiato le basi della grammatica inglese.

Lord Sumption ha osservato che, in alcuni settori, i “principi liberali” sono diventati un’ideologia paragonabile al “comunismo, fascismo, monarchismo, cattolicesimo, islamismo e tutti gli altri grandi –ismi  che hanno storicamente rivendicato il monopolio del legittimo discorso politico, in un terreno su quale i loro sostenitori li consideravano ovviamente giusti”. Il tribunale di Birmingham suggerisce che avesse ragione. Si scopre che la legge sui diritti umani fornisce un modo conveniente per i giudici di iscriversi alla religione del liberalismo.

 

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