Il 6 settembre è la ricorrenza della nascita al cielo del Card. Carlo Caffarra.
Pochi giorni prima della sua morte, domenica 27 agosto 2017, il card. Caffarra tenne un intervento a conclusione della Summer School della Scuola Ecclesia Mater. Per ricordarlo, pubblichiamo la trascrizione di quell’intervento, è un “tesoro” da custodire e forse il “suo testamento spirituale” per questi tempi difficili.

“ In dulcedine comunionis, quaerere veritatem”
“Nella dolcezza di una vita vissuta in comunione cercare la verità”
San Alberto Magno.
Leggendo la Sacra Scrittura noi vediamo che il Signore si attiene nel suo agire verso gli uomini, si attiene ad alcune, chiamiamole così, norme di comportamento, che sono costanti. Basta leggere la Sacra Scrittura e si vedono in azione queste, queste azioni divine, queste norme di comportamento. Non è il momento di elencare tutte, anni fa ho fatto uno studio accurato su questo tema, sulle caratteristiche proprie dell’agire di Dio, che sono diventate poi il contenuto di una meditazione ai sacerdoti e quindi trovate nel mio sito il testo completo “Le Leggi dell’Eterna Sapienza” le “regulae divinae sapientiae“. In questi tempi dobbiamo tenerne presente soprattutto due.
Dio opera nel silenzio
Dio opera i più grandi eventi nel silenzio, nell’umiltà. Chi, quanti conoscevano quella ragazzina di Nazaret, si chiamava Maria, eppure, anche l’Angelo si partì da lei, non si ritenne degno di essere presente in quel momento, punto di tutta la storia, quel momento in cui in quel grembo di donna i il “Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Non lasciamoci impressionare dai rumori di questo mondo. I grandi centri che fanno rumore sono contro di noi. Dio non opera facendo più rumore di loro. Dio opera nel silenzio.
Dio opera con poche persone
La seconda regola non meno importante, di solito, il Signore compie le sue meraviglie di salvezza con pochi, non con il grande numero. Questo appare in maniera chiarissima, per esempio, nella storia di Gedeone, ve la ricordate vero? In un modo o nell’altro il Signore ne manda a casa centinaia e Gedeone resta con pochi uomini, il Signore dice a Gedeone “perché non succeda che attribuiate a voi la vittoria” in questo modo è chiaro, siete tre gatti.
Ancora, in un momento molto difficile della lotta per la libertà del suo popolo, Giuda Maccabeo si trovò difronte uno sterminato esercito inviato da Antioco Epifane e loro erano pochissimi, ridotti a pochi e Giuda disse: “ perché Il Signore fa più fatica a vincere se siano 100 e non 10.” Il Signore fa più fatica a vincere.
Ciò che è fondamentale, ciò che è centrale, è che ci fondiamo sulla fede della Chiesa, perché questa è la base, la solida base. A noi il Signore non ci chiede di fare trionfare la giustizia, noi siamo portati a dimenticarlo, questa è roba sua e lo farà sicuramente, come, quando e dove, questo lo sa Lui. A noi chiede di agire con giustizia, dopo di che, noi abbiamo finito. A noi chiede di testimoniare la verità, dopo di che, noi abbiamo finito, il resto tocca a Lui.
Noi uomini che siamo passati dentro il XX secolo, abbiamo visto che cosa gli uomini hanno “combinato” quando hanno voluto far trionfare la giustizia, delle tragedie immani, perché prima o poi chi vuol fare trionfare la giustizia non agisce con giustizia perché mira all’efficacia dell’azione, non a che l’azione sia giusta. Andiamo avanti in questo modo.
Finisco, non so se l’avete mai letto, se non l’avete fatto, fatelo prima di un quarto d’ora, il famoso biglietto Speech del Card. Newman. Sapete che il modo in cui venivano creati i cardinali, io l’ho visto nel seminario lombardo, avveniva così: l’interessato era già avvertito ma ad un certo punto arrivava un funzionario del vaticano, in forma ufficiale. consegnava un biglietto, al futuro cardinale, che lo apriva davanti a tutti, e conteneva appunto la nomina cardinalizia.
Newman quando ricevette appunto il biglietto di nomina, esprime la sua gratitudine al Santo Padre con un breve discorso, passato alla storia come il “Biglietto-speech”, il discorso del biglietto. Newman prende occasione, ormai era anziano e prende occasione per fare come una sintesi della sua vita, per dire ai suoi amici che erano presenti, il senso della sua vita, di tutta la sua opera, di tutto il suo impegno culturale sul piano del pensiero, e dice sostanzialmente ccosì: “Per tutta la vita io ho combattuto con tutte le mie forze il “principio liberale”, che sta entrando sempre di più nella nostra Santa Religione. Spiega poi cosa è il principio liberale. Il principio liberale: è il principio che pensa che nel culto dovuto a Dio, la verità su Dio non ha nessuna importanza ma che tutte le religioni sono uguali…
Alla fine del piccolo discorso il card. Newman dice: “Allora cosa dobbiamo fare?” Una cosa è certa che i nemici della nostra fede saranno sconfitti. Questo è assolutamente certo; saranno sconfitti in modo molto diverso ci dice la storia. A volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare.
Questo è certo. Allora la Chiesa cosa deve fare? Quello che ha sempre fatto: “lodare il Signore, testimoniare la verità della fede, vivere cristianamente e il resto lo farà Lui. Termina con la beatitudine: Beati i miti di cuore perché possiederanno la terra e godranno di una grande pace”. Leggetelo, è un testamento straordinario, commuovente. Lasciamoci con la grande testimonianza di questo santo-beato, testimone della fede che ha portato su di sé tutto il peso dell’incredulità moderma, questo è quello che volevo dirvi, stiamo nella quiete perché i miti possederanno la terra.
Grazie Cardinale, continui da lassù a vegliare su di noi.
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