Foto: sbarco dalla nave “Diciotti”

Foto: sbarco dalla nave “Diciotti”

 

di Toni Capuozzo

Io credo che in ogni storia e in ogni notizia non si debba mai rinunciare a un senso di pietà nei confronti delle persone. Valeva ovviamente anche per i migranti della Diciotti, nonostante uno solo fuggisse dalla Siria. Quello che non mi piace è l’uso della pietà. Adesso che quasi la metà di loro è scomparsa nel nulla, come ripensare alla descrizione di persone stremate, al racconto di corpi scheletriti, ai drammatici referti di epidemie di scabbia ? E che cosa pensare di quelle processioni a bordo con tanto di guanti e mascherine, e dei gelati e delle diocesi aperte ? Scomparsi nel nulla: auguro loro di raggiungere la meta che desiderano, ma le leggi parlano chiaro: non otterranno mai asilo in altri paesi, dopo essere stati identificati in Italia. O clandestini per sempre, o rinviati in Italia. Un gioco dell’oca che rimanda al punto di partenza, la dimostrazione che scafisti e umanitari all’ingrosso fanno del traffico di esseri umani un business e un manifesto politico, alimentando illusioni dal Bangladesh alle Comore, dall’Egitto all’Africa subsahariana. I cinquanta che sono irriperibili non sono evasi, dato che non erano detenuti. Sono desaparecidos, che alla macchina del finto umanitarismo usa e getta non servono più. Dopo la Diciotti, lo zero, le mascherine sono sollevate sugli occhi..

 

Fonte: dalla sua pagina Facebook (qui)

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