Cazzullo ieri ha intervistato mons. Massimo Camisasca, vescovo cattolico di Reggio Emilia-Guastalla e scrittore italiano, su una serie di argomenti. Rilancio solo qualche stralcio. L’Intervista è pubblicata sul Corriere della sera.
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C’è qualcuno che lavora contro il Papa?
«I primi che lavorano contro il Papa sono gli adulatori, che impediscono di vedere la verità. Quando Giovanni Paolo II fu eletto, il vescovo Andrea Deskur, suo amico, gli disse: “D’ora in poi non saprai più chi sono i tuoi amici”. Era un’esagerazione, ma conteneva una verità. Ci sono poi coloro che sono a priori “per” o “contro”, senza fare la fatica di entrare nelle parole di questo pontificato. Ma c’è anche chi vorrebbe canonizzare ogni parola del Papa, come se fosse uguale ciò che dice sull’aereo o in un documento solenne».
Non lo è?
«Il Papa è Pietro. Non è necessario aderire a ogni particolare della sua personalità. Il Papa deve essere amato e riconosciuto come guida della Chiesa. Soprattutto è necessario chiedersi cosa Cristo vuol dire attraverso di lui a tutti noi».
Per i vescovi tedeschi il Papa non fa abbastanza, per quelli americani fa sin troppo. C’è il rischio di uno scisma «da sinistra» e di uno «da destra»?
«Credo che la situazione della Chiesa tedesca sia drammatica. Profondamente segnata dalla terribile contraddizione di essere una Chiesa ricca ma senza fedeli, pensa di recuperarli inseguendo la logica del mondo. La Chiesa americana invece è molto viva. Ma non penso che ci siano vescovi americani contro il Papa».
Lei è favorevole a consentire l’ordinazione di uomini sposati, almeno in Amazzonia e nelle zone spopolate? Il celibato è davvero irrinunciabile?
«Sono assolutamente contrario all’ordinazione di uomini sposati. Ciò che è stato chiesto per l’Amazzonia diventerebbe una premessa per tutta la Chiesa. Il celibato fu innanzitutto la scelta di Cristo per la sua vita. Egli poi chiamò anche tra gli uomini sposati alcuni suoi apostoli, come ad esempio Pietro. Anche a loro Gesù chiese di lasciare tutto, compresa la famiglia, per seguirlo. Oggi i sacerdoti lavorano molto e portano moltissime responsabilità. Vogliamo aggiungere anche le responsabilità di una famiglia? Come potrebbero poi essere disponibili a spostarsi? E i preti divorziati? Mi sembra una grande saggezza riaffermare l’assoluta convenienza del celibato».
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