Il governo della Baviera, uno dei lander della Germania, ha deciso che il crocifisso debba essere esposto in tutti gli uffici pubblici governativi. La decisione è stata capeggiata dal premier della Baviera, Markus Söder, che è luterano. Tuttavia, tale decisione è stata avversata dal card. Marx, perché ritenuta divisiva, ma appoggiata dal vescovo Voderholzer di Ratisbona poichè ritiene il crocifisso simbolo della cultura occidentale.
Certo che il card. Reinhard Marx, il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, uno dei più vicini collaboratori di papa Francesco nel governo delle riforme della Chiesa, è sempre più spesso all’attenzione pubblica per alcune sue decisioni o prese di posizione, ultime quella sulla intercomunione, che, diciamo così, sono problematiche. L’ultima si riferisce a qualche giorno fa.
Infatti, il governo della Baviera, uno dei sedici Länder della Germania, ha deciso di esporre in tutti gli uffici pubblici il crocifisso. Questa decisione presa dal premier della Baviera, Markus Söder, di appendere le croci a partire dal 1° giugno ha suscitato in Germania un dibattito pubblico andando a battere su una profonda rabbia nei confronti della cultura, dei valori e delle radici cristiane in un paese diviso da questioni di patrimonio culturale, religione e identità.
Quella decisione ha ha generato anche una serie di prese di posizioni sia critiche che favorevoli da parte di alcuni vescovi tedeschi.
Il cardinale Reinhard Marx, che fino al 2015 si era dimostrato d’accordo sul fatto che i crocifissi fossero appesi nelle aule scolastiche e di giustizia, ha invece ultimamente criticato la decisione del governo bavarese di appendere i crocifissi in tutti gli edifici governativi.
Sia il Catholic Herald (qui) che il Catholic News Agency (qui) (CNA) ci informano che il cardinale Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, parlando al Süddeutsche Zeitung, ha detto che la decisione darebbe luogo a “divisione” e “metterebbe le persone l’una contro l’altra“.
“Se la croce è solo vista come un simbolo culturale, allora non è stata capita”, ha detto. La croce è “un segno di opposizione alla violenza, all’ingiustizia, al peccato e alla morte, ma non un segno [di esclusione] contro gli altri“.
Non spetta allo Stato spiegare che cosa significhi una croce, ha sottolineato il Cardinale, dicendo che il governo bavarese ha scatenato “divisioni, disordini e avversità” con la mossa.
Il premier bavarese Markus Söder e altri politici del partito di governo dello stato CSU non sono d’accordo con l’interpretazione del cardinale Marx della decisione del governo.
Il premier bavarese Markus Söder ha annunciato la politica la scorsa settimana, dicendo che avrebbe rispecchiato “l’identità culturale dello Stato e l’influenza cristiano-occidentale“.
CROCIFISSO IN LUOGO PUBBLICO: LUTERANO FAVOREVOLE, CATTOLICO CONTRARIO
L’accusa che il governo tenterebbe di appropriarsi indebitamente della croce o di interpretarla come simbolo puramente culturale è stata categoricamente respinta da Söder, un luterano proveniente dalla regione protestante della Franconia, nel nord della Baviera. “Naturalmente, la croce è soprattutto un simbolo religioso“, ha detto Söder ai media tedeschi. Tuttavia, il premier ha continuato, la croce, nel senso più ampio, porta con sé anche le basi fondamentali di uno stato secolare.
Questo aspetto è stato sottolineato anche dal commentatore cattolico Birgit Kelle in un editoriale per il quotidiano Die Welt: “Ogni musulmano, ogni ateo e ogni altro credente può sentirsi al sicuro sotto questa croce, che non costituisce una pretesa di potere, ma un impegno a trattare ogni persona in modo uguale e dignitoso, indipendentemente dalla sua formazione, fede, capacità o sesso“. La sua presenza pubblica – che nella Baviera tradizionalmente cattolica è quasi onnipresente – va vista come tale, accolta ed apprezzata, ha affermato.
Il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona, al contrario del card. Marx, ha accolto con favore la decisione. Secondo la CNA, il vescovo ha detto: “La croce è il simbolo della cultura occidentale. È l’espressione di una cultura dell’amore, della compassione e dell’affermazione della vita. Appartiene alle fondamenta dell’Europa“.
Per questo motivo, ha aggiunto, i bavaresi hanno tradizionalmente posto croci piuttosto che altri simboli in cima alle loro montagne. “Non la bandiera nazionale o altri simboli del governo umano, come altri avrebbero voluto vedere in altri momenti, ma la croce. Dovrebbe essere ampiamente visibile, la croce, segno di salvezza e di vita in cui Cristo è cielo e terra, Dio e persone riconciliate, vittime e colpevoli“.
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AGGIORNAMENTO (qui) ore 13.45
“CHE VERGOGNA! QUESTO È INACCETTABILE!”
Il nunzio austriaco ha fortemente criticato sacerdoti e vescovi tedeschi che si sono opposti alla decisione del governo bavarese che dispone l’esposizione del crocifisso negli edifici pubblici.
Durante una conferenza all’abbazia di Heiligenkreuz, l’arcivescovo Peter Zurbriggen – il nunzio apostolico svizzero in Austria – ha detto che la reazione di qualche prelato alla decisione politica è stata “inaccettabile”, anche se non ha fatto nessuno nome.
“Come nunzio e rappresentante del Santo Padre, mi rattrista e mi vergogno che – quando si erigono croci in un paese vicino – siano proprio i vescovi e i sacerdoti a criticare questa decisione. Che vergogna! Questo non è accettabile”.
A sua volta Ed. Pentin (qui) riporta:
L’arcivescovo Zurbriggen di Briga, Svizzera, ha preannunciato il suo intervento osservando che parlava nella città di Heiligenkreuz (Santa Croce) e che il suo motto episcopale è Crux sancta lux mihi lux – che la santa croce sia la mia luce.
“È una vergogna che non deve essere accettata”, ha detto ad alta voce e con un applauso.
“Cari fratelli e sorelle, questa correttezza religiosa e politica mi sta lentamente dando ai nervi”, ha continuato. “Questi vescovi fanno pellegrinaggi in Terra Santa e si vergognano di portare la croce per un qualsiasi motivo, e anche questo mi fa vergognare”.
Il nunzio faceva un obliquo riferimento alla visita del cardinale Marx in Terra Santa nel 2016, quando il cardinale fu fortemente criticato ( qui) per aver rimosso la sua croce pettorale visitando il Muro del Pianto e la Cupola della Roccia (moschea di Gerusalemme, ndr) sul Monte del Tempio. (vedere foto più sotto)
Il nunzio ha ricordato il suo “caro amico con cui ho studiato, [Cardinale]. Jean Louis Tauran, [attualmente presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso], che si è recato in visita in Arabia Saudita”.
L’arcivescovo Zurbriggen ha notato che quando ha incontrato il re saudita all’inizio di questo mese, il cardinale Tauran ha indossato una croce “due volte più grande di quella che indossiamo qui. Questo è coraggio!”
di Sabino Paciolla
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