di Sabino Paciolla
Sì, sembra proprio un manicomio l’Italia, questa grande e bella nazione. Una nazione che ha dato il diritto al mondo, che è stata la patria del genio creativo di tante personalità che hanno lasciato la loro traccia di grandezza nell’arte, nella scienza, nella letteratura, nel bello in senso generale.
Già, una nazione che “è stata grande” ma che ora sembra essersi ridotta ad un ferro vecchio, ad un rottame del diritto, ad una immagine sbiadita di tutto ciò che è vero, bello e giusto.
Forse non è bene che si parli di nazione nella sua interezza. Forse è più giusto che si parli di governanti al potere in preda ad una sorta di delirio bonapartistico e di una parte della popolazione sotto scacco di un ipnotismo collettivo.
Con l’ultimo DPCM firmato da Draghi che indica le attività commerciali in cui dal primo febbraio sarà possibile continuare ad accedere senza green pass verrebbe da dire che abbiamo toccato il fondo della follia, della scelleratezza politica, della semina dell’odio civile, della persecuzione sociale….
”Verrebbe da dire”… Ma non si può dire, perché la “levatura” politica di questa gente al potere, l’ideologia in cui è avviluppata, non fanno presagire nulla di buono. La follia al potere ci ha abituati ad un degrado politico e democratico che sembra non fermarsi mai e non avere un fondo cui posarsi.
Questa follia al potere mette ansia perché sembra tenerci inchiodati in un incubo notturno che non ha mai termine e che ci fa sudare freddo e scoppiare il cuore. Un incubo da cui uno vorrebbe improvvisamente svegliarsi nel cuore della notte per toccare le lenzuola, le coperte e dire “sì, coraggio, era solo un brutto e spaventoso sogno”. E invece no. Siamo proprio in un incubo reale, vero, soffocante, asfissiante. La Democrazia sembra stia salendo i gradini che la porteranno sul patibolo dove una inesorabile ghigliottina le taglierà la testa.
Ma che stato è quello che sguinzaglia le sue forze dell’ordine per andare a controllare se un cittadino entra nel negozio giusto per comprare beni essenziali o meno? Che stato è quello che impedisce ad un povero anziano di ritirare la sua misera pensione se non ha il green pass? Che stato è quello che rinnova per sei mesi i diritti di libertà delle persone a patto che si facciano bucare il braccio ogni semestre? Che stato è quello che rende difficile se non impossibile la vita ad una parte di cittadini?
E’ uno stato della vergogna, è uno stato della follia, è uno stato malvagio, è uno stato moralmente impresentabile!
Attenzione, cari italiani. I vessati non sono solo quelli che non si sono vaccinati. Dal primo di febbraio gli oppressi saranno anche coloro che si sono vaccinati ma che non intendono fare la dose di richiamo per i più disparati, personalissimi e legittimi motivi. E coloro che decideranno di soprassedere nel richiamo vaccinale si ritroveranno improvvisamente catapultati in un film dell’horror che non vogliono vedere e per il quale non hanno voluto comprare il biglietto. Loro malgrado diventeranno i protagonisti.
Ma che male abbiamo fatto, che colpa abbiamo commesso per meritare una classe politica di così basso livello, una classe politica che sta realizzando una sorta di grande campo di concentramento a cielo aperto. Mi sembra di tornare a leggere la bellissima opera di Aleksandr Solženicyn, Arcipelago Gulag, che parlava di un sistema di campi di lavoro forzato nell’URSS, campi di lavoro per la rieducazione politica. Mi sembra di toccare con mano, ora, proprio ora, le angherie cui erano sottoposti i prigionieri politici del regime sovietico.
Molti si scandalizzano se si fa il paragone tra ciò che viviamo ora e ciò che vissero gli ebrei sotto il nazismo PRIMA della soluzione finale. Eppure, è stata proprio Anna Frank a raccontarci nel suo diario che un bel giorno, a seguito di una legge razziale, non potevano più entrare in un negozio che avevano sempre frequentato, e che il giorno dopo, a questa discriminazione, se ne sarebbe aggiunta un’altra relativa ad una nuova categoria di luoghi. E di giorno in giorno, di legge in legge, tutto precipitò nell’abominio.
Molti si stracciano le vesti se si confronta ciò che sta succedendo ora con quello che è successo durante la lotta alla segregazione razziale negli USA. Eppure, allora esistevano i negozi per i bianchi e quelli per i neri, i ristoranti per i bianchi e quelli per i neri, i tram per i bianchi e quelli per i neri….Oggi, invece, non ci sono i mezzi pubblici o i ristoranti per chi non ha il green pass rafforzato. Oggi, purtoppo, è peggio di allora.
E la popolazione? E qui arriviamo al dramma vero e proprio. Una parte degli italiani sembra in preda ad un’ansia fluttuante, sembra essere in balia di una paura che la spinge a mettere in opera qualunque cosa il potere dica di fare, anche quando, palesemente, risulta essere espressione di una greve sottomissione alla volontà altrui o all’arbitrio vero e proprio. Quando le persone sperimentano questa intossicazione mentale frutto dell’angoscia instillata dal potere politico-tecnico-finanziario, non ha più importanza se la narrazione sia sbagliata o addirittura palesemente falsa, quello che conta è che ci sia una qualche apparente “soluzione” cui disperatamente aggrapparsi e, soprattutto, un capro espiatorio su cui riversare tutta la colpa del male nel mondo. E’ il frutto della psicologia e della manipolazione delle masse che il potere abilmente sta adoperando.
Questa paura sembra accecare la gente, sembra non farle vedere, come ha detto Cabras, la “terrificante raffica di balle” dette da Mario Draghi. Una persona screditata per i clamorosi insuccessi della gestione pandemica, al quale alcuni imputano l’enorme diffusione del contagio in Italia avvenuta a causa della falsa sicurezza che lui ed i suoi colleghi di governo hanno instillato nella gente vaccinata e orgogliosamente titolare di green pass, sicura di essere immune e di vivere tra immuni. Una balla colossale, una amara balla colossare. E i contagi, gli ospedalizzati ed i morti di queste settimane lo stanno dolorosamente a dimostrare. Restano scolpite nella memoria le incredibili dichiarazioni di Mario Draghi del 22 luglio 2021:
“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore“; nonché: “Il green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a divertirsi, ad andare al ristorante e a spettacoli all’aperto e al chiuso, con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose“.
Per questo, il green pass è uno strumento fallimentare perché mancante di una ragione sanitaria o epidemiologica, uno strumento utile al potere per tenere la popolazione sotto scacco e sotto controllo. Il green pass, lo strumento principe utilizzato dal regime psico-sanitario.
Tutto sembra andare verso il peggio, e forse ci sarà ancora da penare, ma ho infine fiducia nella persona, perché, come si dice dalle mie parti, “la realtà si impone”. Credo che la gente ad un certo punto si “sveglierà” e, d’improvviso, si renderà conto della insensatezza e della violenza di certi provvedimenti imposti dal potere, si renderà conto della volgarità di certe decisioni, prenderà coscienza del gusto rancido di certe leggi. Sono sicuro che i cittadini un bel giorno si renderanno conto delle porcherie che questi governanti hanno potuto realizzare e, disorientati, si chiederanno come mai sia potuto accadere tutto questo, come mai si sia scesi così in basso in questo girone infernale, come mai si sia caduti in questo orrido abisso totalitario.
Spero solo che quel giorno non tardi a venire, e che la giustizia faccia il suo corso.
Scrivi un commento