di Sabino Paciolla
In questi giorni, alcuni lettori di questo blog mi hanno segnalato alcuni articoli, in lingua anglofona e italiana, facenti riferimento ad una intervista rilasciata da mons. Nicola Bux ad Aldo Maria Valli, pubblicata sul blog di quest’ultimo il 13 ottobre scorso. Su queste pagine, l’intervista è apparsa lo stesso giorno, con il titolo: “Mons. Nicola Bux: “L’unità autentica della Chiesa si fa nella verità“.
L’intervista, benché pubblicata circa un mese fa, è ritornata in auge perché il vaticanista del National Catholic Register, Edward Pentin, l’ha rilanciata sul suo blog. Secondo lui, tale interessante intervista è passata inosservata, almeno nel mondo anglosassone, a causa della messe di informazioni diffuse in concomitanza dell’importante evento del Sinodo dei giovani, che si è svolto a Roma proprio nel mese di ottobre.
Dopo avere letto le interviste che mi sono state segnalate, ad esempio (qui), (qui) e (qui), non ho potuto trattenere la mia sorpresa ed il dispiacere a causa di alcuni titoli o per l’accentuazione distorta di alcuni aspetti dell’intervista che, in alcuni casi, sfocia nella tendenziosità. In sostanza, vengono fatte dire a mons. Bux cose che lui non ha mai detto. Capisco le esigenze dei titoli, capisco pure la stringatezza di alcuni articoli, ma la rispondenza del contenuto dell’articolo al pensiero dell’autore deve essere comunque preservata. Di questo ho parlato personalmente con mons. Nicola Bux proprio sabato scorso. Anche lui ha condiviso la sorpresa.
Prendo per comodità della lingua italiana l’articolo di Gloria TV (ma le stesse osservazioni, sia pure in modo diverso, si potrebbero fare per altri articoli in lingua inglese). Il titolo dell’articolo è il seguente: “Francesco è in errore” – Monsignor Nicola Bux. Come si vede, tra virgolette viene messa una frase che nell’intervista è completamente assente. Inoltre, nel corpo dell’articolo si può leggere:
Bux ha citato le “dichiarazioni eretiche” di Francesco su matrimonio, vita morale e ricezione dei sacramenti, (…).
Ma queste cose mons. Bux semplicemente non le ha mai dette.
Si potrebbe comprendere che è difficile ridurre ad un articolo di poche righe una lunga ed articolata intervista, che poi, in realtà, è un autentico saggio teologico e storico sulla Chiesa, ma piegare il denso contenuto a poche battute, destinate, per giunta, ad altri fini è proprio inaccettabile.
Se un lettore non avesse letto l’intervista in questione, da queste poche frasi concluderebbe che mons. Bux si sia scagliato contro Papa Francesco, dandogli dell’eretico.
Ma non è affatto così. Invece, da fine teologo e acuto osservatore, ha semplicemente colto, approfondito e riflettuto su quanto sta avvenendo attualmente nella Chiesa. Esattamente come farebbe qualsiasi serio studioso.
A dimostrazione, basterebbe citare più di un passaggio dell’intervista. Per semplicità ne riporto solo qualcuno:
Nel Decreto di Graziano (pars I, dist. 40, cap.VI) vi è questo canone: “Nessun mortale avrà la presunzione di parlare di colpa del papa, poiché, incaricato di giudicare tutti, egli non dev’essere giudicato da alcuno, a meno che non devii dalla fede”. L’allontanamento e la deviazione dalla fede si chiama eresia, parola che viene dal greco “airesis” e vuol dire scelta e assolutizzazione di una verità, minimizzando o negando le altre che sono nel novero delle verità cattoliche (ricordo a questo proposito che von Balthasar scrisse un saggio intitolato “La verità è sinfonica”). Ovviamente la deviazione deve essere manifesta e pubblica.
(…)
Per la teologia e il diritto canonico, pertinace è l’eretico che mette in dubbio una verità di fede coscientemente e volontariamente, cioè con la piena coscienza che tale verità sia un dogma e con la piena adesione della volontà.
(…)
Papa Innocenzo III dice che si deve obbedire al papa in tutto, fino a che egli non si rivolti contro l’ordine universale della Chiesa
(…)
Come si vede, le obiezioni che mons. Bux espone a proposito dell’eresia sono così tante che lo stesso Aldo Maria Valli ad un certo punto osserva:
Lei stesso, però, ha detto che ci sono difficoltà pratiche non di poco conto…
E Bux:
Per un papa, in effetti, vige una sorta di immunità da giurisdizione. Per cui, sebbene in teoria si dica che i cardinali possono accertare la sua eresia, certamente nella pratica la cosa diventerebbe difficoltosa, a causa del fondamentale principio Prima sedes a nemine iudicatur, ripreso dal can.1404 c.i.c. Nessuna chiesa, in quanto figlia, può giudicare la madre, cioè la Sede apostolica. Ancor meno alcuna pecora del gregge può ergersi a giudicare il proprio pastore. Se guardiamo come è stato applicato questo principio nella storia della Chiesa, e del papato in particolare, notiamo che anche in caso di accusa di eresia, o addirittura vera e propria apostasia del papa, tutto si è concluso con un nulla di fatto.
(…)
Valli infine conclude:
Insomma, tante difficoltà pratiche…
E Bux:
Un’ulteriore difficoltà è, poi, nell’individuazione degli esatti contorni di un’eresia. (…) Come vede, ci sono non poche difficoltà pratiche, teologiche e giuridiche alla questione del giudizio del papa eretico.
Da questi pochi stralci si capisce chiaramente come mons. Nicola Bux, da teologo, ma anche da professore molto paziente, spieghi al lettore attento quanto siano complicate certe cose, e che non si devono mai tirare affrettate conclusioni.
Infine, vorrei riportare un episodio di cui sono stato personalmente testimone. Alcuni mesi fa si è tenuto a Bari un incontro pubblico con il card. Walter Brandmüller, già Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, moderato proprio da mons. Nicola Bux. Durante la serata, qualcuno dal pubblico ha chiesto chiarimenti sullo scisma. Mons. Bux, dopo aver dato chiare spiegazioni, ha avvertito con tono serio e severo: “Guai a chi si permetterà di lacerare il Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa, perchè ne risponderà dinanzi al Signore”.
Mons. Nicola Bux, sacerdote dell’arcidiocesi di Bari (Italia), ha studiato e insegnato a Gerusalemme e Roma. Docente Facoltà Teologica e Issr. Teologo, consultore della Congregazione per le cause dei santi. In precedenza è stato consultore della Congregazione per la dottrina della fede, del culto divino e dell’ufficio delle celebrazioni pontificie. E’ stato anche consulente della rivista teologica internazionale “Communio”. Ha scritto numerosi libri.
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