Rivista Concilium

 

 

di Sabino Paciolla

 

Non so cosa ci sia scritto in quell’articolo della rivista Concilium, ma il titolo mi sembra chiaro. E sembra chiaro anche il riferimento ad una certa teoria.

La storica e seguita rivista Concilium annovera tra i suoi fondatori Karl Rahner, Hans Küng, Gustavo Gutiérrez (difensore della Teologia della liberazione), ecc.

Della questione abbiamo già parlato su questo blog, dalla suora Maria Teresa Forcades, teologa queer, a mons. Tolentino de Mendonca, da pochi mesi promosso cardinale da Papa Francesco, che ha scritto un’introduzione elogiativa a un libro di suor Maria Teresa Forcades, che sostiene l’aborto legale e l’ordinazione delle donne, e che è stata definita dalla BBC come “la suora più radicale d’Europa“.

Ma per farvi capire meglio di cosa stiamo parlando, riprendo dal primo risultato di ricerca della parola “queer” fatto sulla rete, quello proposto dal sito gay.it. Il termine “queer”, significa letteralmente “strano” o “eccentrico“. Ma queste spiegazioni non rendono ancora bene il concetto.

 

Queer

Esponenti queer

In questo video che ho ripreso sempre dal sito gay.it, fatto in occasione del Queerest of the Queer Festival, un festival che si è tenuto a Londra qualche tempo fa, alcuni tra i più famosi performers queer londinesi provano a spiegare cosa significhi per loro la parola queer.

 

Ecco le risposte che hanno dato:

Math from the Math Lab:

“la libertà di poter dire “io non sono né A, né B, questo o quello” e la libertà di poter esistere in quel meraviglioso spazio, che sta in mezzo ai due “binari” (maschile e femminile, etero o gay). E’ una identità liberatoria perché significa tante cose eterogenee che uniscono insieme persone molto diverse tra loro”

 

Ivon :

per me significa distruggere le boxes (in inglese “box”, scatola, intesa come schema), mentre sono cresciuta sentendo dare al termine, da mio padre e dai suoi amici per esempio, un connotato negativo”

 

The Vergin Mary or The Vergin of Extravaganza:

“chiunque è differente, chiunque è fuori dagli schemi. La parola prima aveva un’accezione negativa mentre adesso sta assumendo una connotazione positiva. Oggi, esser parte della comunità queer, è qualcosa di molto bello”

 

Ruby Wednesday:

“gli/le eterosessuali possono essere queer, i gay possono esserlo, nessuno dovrebbe sentirsi obbligat* a essere un certo tipo di “etero”, “gay” o “transgender“. L’ “ombrello” queer è la rete sicura di tutt* coloro che non si sentono di appartenere a nessuno dei cliché”

 

A questo punto mi domando quale sia l’obiettivo della rivista Concilium. È forse quello di cui parlano i redattori di gay.it nell’articolo in parola?

Ecco cosa scrive il redattore dell’articolo di gay.it:

“L’approfondimento su questa strana parola, un neologismo intraducibile nella nostra lingua, proseguirà con un chiarimento su cos’è la Teoria Queer, sulla sua filosofia e molto altro. L’utilizzo del termine, anche in Italia, potrà forse aiutare la comunità LGBT a diventare più fluida e inclusiva”.

Quindi se la comunità di gay.it dice che la “Teoria Queer” aiuta “la comunità LGBT a diventare più fluida e inclusiva”, la comunità della rivista Concilium, con il suo articolo su “Teologia Queer”, si prefigge forse l’obiettivo di rendere la Chiesa, cioè il Corpo Mistico di Cristo, una Chiesa “più fluida e inclusiva”? Mira forse a rendere il Corpo di Cristo un corpo “queer”, fluido e indefinito?

 

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