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Caro Direttore,

ci inseriamo nel dibattito in corso sul Suo giornale per esprimere un nostro contributo sui DDL in discussione alla Camera e probabilmente destinati ad essere presto posti in votazione.

Altri interventi svolti su queste colonne hanno già confermato che in Italia non esiste una “emergenza sociale” relativa ad episodi di violenza e discriminazione nei confronti delle persone omosessuali e transessuali a motivo della loro condizione. Ci limitiamo ad aggiungere altri due elementi, a nostro avviso molto significativi. Il primo è il Report «European Public Opinion» pubblicato nell’ottobre del 2019 dal prestigioso Pew Research Center[1]  che ha accertato che in Italia la percentuale dei cittadini che considera l’omosessualità come pienamente accettabile nella società è ormai il 75%, ponendosi a poca distanza dai paesi dell’Europa Occidentale e in misura significativamente superiore a quella dei Paesi dell’Est europeo. Il secondo è la “Mappa dell’intolleranza 4.0”[2] pubblicata da VOX, Osservatorio Italiano sui Diritti, che nella sua ultima rilevazione registra una incidenza di Tweet “omofobi” pari a solo il 5%, ben al di sotto di altre fattispecie (Xenofobia, Misoginia, Antisemitismo, Islamofobia, Disabilità). Ogni atto discriminatorio è esecrabile e deve essere perseguito secondo giustizia, ma affermare che in Italia vi sia una “escalation dei crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere” non trova quindi riscontro nelle più accreditate e indipendenti rilevazioni statistiche. Né tantomeno sembrano esserci elementi tali da poter configurare un “clima” di ostilità diffusa nell’opinione pubblica, quantomeno in confronto ad altre categorie sociali.

Un altro aspetto riguarda la già rilevata indeterminatezza della condotta idonea ad essere configurata come penalmente perseguibile. Ciò è particolarmente critico per ciò che concerne i reati privi di violenza, come l’istigazione e l’incitamento alla discriminazione che, nei DDL proposti, possono arrivare a prevedere fino a 6 anni di reclusione se commessi in ambiti associativi. Da questo punto di vista, nell’esprimere la piena condivisione con quanto su queste colonne ha recentemente sostenuto il prof. Francesco D’Agostino, l’ulteriore elemento di riflessione che vorremmo apportare al dibattito è relativo alla costante strategia di espansione delle richieste del mondo LGBT finalizzate a far considerare “diritti acquisiti” fattispecie che a prima vista possono essere considerate come mere rivendicazioni, a volte anche fantasiose. I recenti episodi di “persecuzione” nei confronti dell’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, colpevole secondo gli attivisti transessuali di utilizzare un linguaggio non inclusivo e discriminatorio soltanto perché ha affermato che solo le donne possono avere le mestruazioni, sono la spia di una tendenza volta a colpevolizzare pubblicamente l’esercizio di una innocua manifestazione di pensiero critico nei confronti di una ideologia che è ben lungi dall’essere accettata (o accettabile) da parte della comunità scientifica e sociale. E’ quindi fondato il timore di essere di fronte a reati di opinione “a geometria variabile”, ovvero identificati come tali solo dalla parte lesa e non in base a criteri ex ante chiari, oggettivi e ben noti da parte di chi esprimesse opinioni diverse da quelle delle organizzazioni LGBT, ancorché espresse in forma privata, generica e non rivolte a casi specifici. Reati peraltro destinati ad espandersi indefinitamente nella misura in cui le rivendicazioni LGBT si espandono anch’esse.

Siamo quindi di fronte ad una prospettiva davvero inquietante in cui, in nome di una emergenza che non esiste, viene creato un sistema aspramente punitivo basato sull’indeterminatezza e sulla assoluta discrezionalità, sostanzialmente impossibile da evitare in particolare per chi dovesse esprimere le proprie posizioni in ambito religioso, educativo, medico, scientifico e giornalistico. Una prospettiva in cui l’obiettivo ultimo di chi la vuole portare avanti non sembra essere la tutela delle persone fragili, quanto piuttosto quello di imporre con la forza un certo pensiero.

 

Osservatorio di Bioetica di Siena

 

[1] https://www.pewresearch.org/global/wp-content/uploads/sites/2/2019/10/Pew-Research-Center-Value-of-Europe-report-FINAL-UPDATED.pdf – pagine 89 e 158, dove si evince che lo stesso dato nella primavera del 2007 era del 65%

[2] http://www.voxdiritti.it/nuovi-dati-della-mappa-dellintolleranza-in-4-mesi-cresce-lantisemitismo/

 

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