Qualche giorno fa è stato pubblicato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica un documento sul Gender. E’ un documento che conviene leggere. A tal proposito offro alla riflessione dei lettori di questo blog un articolo di Robert Royal, direttore di The Catholic Thing, nella mia traduzione.

Dante e Virgilio nella Divina Commedia

 

 

Ci sono molte ragioni per leggere la Divina Commedia di Dante, non ultimo il piacere di incontrare il puro genio dell’immaginazione. Ma alla fine, il motivo più importante è quello che lui identifica in una lettera a un mecenate, Can Grande della Scala: “Il soggetto è l’uomo secondo i suoi meriti o demeriti nell’esercizio del libero arbitrio che merita di essere ricompensato o punito dalla giustizia”.

Questa scelta diventa cruda nel destino di Lucifero. Ci si può aggrovigliare cercando di capire perchè certi peccatori meritano punizioni specifiche nell’inferno di Dante. Ma Satana in Dante rappresenta un’unica grande scelta.

Non è il ribelle romantico di Milton in Paradiso perduto o qualche tentatore intelligente come Screwtape di C. S. Lewis. È l’essere che ha – radicalmente, puramente, eternamente – rifiutato Dio e l’intero ordine dell’universo che Egli ha creato. Satana pensa di essere stato colpito sulla via della totale libertà da tutto questo, ma letteralmente non potrebbe sbagliare di più.

Dante lo mostra in un’immagine indimenticabile. Satana è congelato nel ghiaccio in fondo all’universo, nel punto più basso dell’inferno. Sbatte le ali come di pipistrello cercando di liberarsi. Ma il vento che creano non fa che congelarlo ulteriormente. È come le vecchie “manette cinesi” con cui giocavamo da bambini. Tu infilavi le dita nella parte finale di un tubo, e più cercavi di tirarle fuori più si stringeva.

Per i ribelli contro Dio, non può essere diversamente. Satana fugge da Dio e dal suo ordine cosmico, ma non c’è un posto dove fuggire. C’è un solo Dio, un solo universo, una sola realtà. Rifiutare questo significa  rifiutare tutto, compresa la fonte del proprio essere – e la libertà. Si può freneticamente spingere sempre più duramente per essere “liberi” secondo le proprie condizioni, ma si sta chiedendo ciò che è letteralmente impossibile – una libertà perfetta senza connessione a qualcosa di reale. E chiudersi, sempre più spesso, in se stessi.

Thomas More ha scritto come epigrafe della sua utopia: “Il diavolo, spirito orgoglioso, non può sopportare di essere deriso”. Ecco la derisione, l’autoderisione, su scala gigantesca.   

Tutto questo può sembrare lontano dalla nostra vita quotidiana. Ma per un cattolico nell’America di oggi, la libertà pone una questione cruciale. La libertà, o – forse più precisamente – l’autonomia, si avvicina molto al vertice di ciò che la maggior parte degli americani direbbe che il Paese è fatto. I [Padri] Fondatori americani erano preoccupati che la libertà non degenerasse in “licenza”. Come i grandi pensatori antichi e medievali, sapevano che la libertà poteva autodistruggersi, senza virtù e verità.

La Congregazione per l’Educazione ha appena pubblicato un documento sul “transgenderismo” (“Maschio e femmina li creò”), che riconosce come quel movimento ideologico sia scivolato in una radicale disconnessione non solo dalla biologia, ma di ordine cosmico, “Con questo atteggiamento, identità sessuale e famiglia divengono dimensioni della “liquidità” e “fluidità” post-moderna: fondate solo su una malintesa libertà del sentire e del volere piuttosto che sulla verità dell’essere; sul desiderio momentaneo della pulsione emotiva e sulla volontà individuale, in contrapposizione a tutto ciò che si basa sulle verità dell’esistenza.”

Quando ho sentito dire che si trattava anche di sostenere il “dialogo” – per alcuni, un tappeto magico che ci allontana dalla necessità di dire sì o no – ho pensato che avrebbe potuto far titubare su ciò che è essenziale. Sorprendentemente, [il documento] afferma che il dialogo significa riconoscere che alcune persone stanno lottando con forti emozioni, e che hanno bisogno di essere rispettate come esseri umani, ma con verità di base sulla sessualità.

Si potrebbe dire molto di più – e forse lo sarà presto. La Congregazione per la Dottrina della Fede sta preparando un commento più puramente teologico sugli stessi temi. Ma il documento esistente è una guida per le istituzioni educative, e quindi volutamente più pratica che teorica.

Il nostro amico Robbie George ha anche commentato la prevedibile reazione di figure come padre James Martin, S.J., che sostengono che la sociologia moderna e la psicologia fanno esplodere le tradizionali concezioni di genere. Tali affermazioni riciclano una vecchia eresia gnostica, in cui una certa realtà interiore, estranea al corpo fisico, definisce la propria identità. Questo non solo contraddice la fede cattolica, ma anche il pensiero ebraico, islamico e persino il buon pensiero laico. Non è scientifico cancellare il ruolo di strutture osservabili come i geni maschili e femminili, che esistono in ogni cellula del corpo umano, sulla base di ciò che qualcuno dice di “essere”.

Paul McHugh, ex capo della psichiatria alla Johns Hopkins, ha intervistato persone che si sono sottoposte alla “transizione” (chirurgica, ndr) e ha scoperto che esse non sono in genere più felici di prima: “Al centro del problema c’è la confusione sulla natura  del transgender. Il cambiamento sessuale è biologicamente impossibile”.

Sant’Agostino riassumeva così l’intera tradizione biblica:

Dio eterno, che sei la luce delle menti che ti conoscono, la gioia dei cuori che ti amano, e la forza delle volontà che ti servono; concedici di conoscerti perché ti amiamo veramente, e di amarti perché ti serviamo pienamente, perché servire è libertà perfetta, in Gesù Cristo nostro Signore. (Preghiera per conoscere Dio)

La verità risiede dove il temporale e l’eterno, la libertà e l’ordine, e altri opposti apparenti, si incontrano e si confondono. Il Re dei Re e il Signore dei Signori è anche il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore. L’Altissimo nasce bambino umile e umano in una mangiatoia. Il primo sarà l’ultimo e l’ultimo sarà il primo. E vivere in armonia con il vero ordine del mondo è l’unica libertà possibile.

Pochi di noi lo vedono oggi. Le nostre nozioni di libertà provengono da intrattenitori autoindulgenti, politici autointeressati, eccentrici accademici pieni di sè, media autoreferenziali. Eppure, nonostante le celebrazioni di identità, individualità, diversità, unicità, il risultato non è un tessuto sociale ricco e armonioso e libertà, ma un evidente caos e conflitto in privato e in pubblico, per chi ha gli occhi per vedere.

 

Fonte: The Catholic Thing

 

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