Secondo l’OMS, il sistema digitale “contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie”.
Nonostante i fatti abbiamo ampiamente dimostrato l’inefficacia del greenpass e delle conseguenti misure coercitive (si veda il rapporto INAIL 2023 e l’articolo pubblicato su La Verità) l’agenda 2030 (coi suoi obiettivi di digitalizzazione, controllo globale, vaccinazione di massa…) prosegue inarrestabile.
Di seguito, nella mia traduzione, l’articolo di Andreas Wailzer, pubblicato il 5 giugno 2023 su LifeSiteNews.

L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea hanno annunciato la loro collaborazione sul passaporto vaccinale digitale globale in una conferenza stampa congiunta a Ginevra il 5 giugno.
“Nel giugno 2023, l’OMS riprenderà il sistema di certificazione digitale COVID-19 dell’Unione Europea (UE) per creare un sistema globale che contribuirà a facilitare la mobilità mondiale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie“, si legge nel comunicato stampa dell’OMS.
“Questo è il primo tassello della Rete globale di certificazione della salute digitale (GDHCN) dell’OMS, che svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per garantire una salute migliore per tutti“.
“La pandemia COVID-19 ha evidenziato il valore delle soluzioni sanitarie digitali nel facilitare l’accesso ai servizi sanitari“, ha dichiarato il direttore generale dell’OMS Tedros Ghebreyesus durante la conferenza stampa. “Anche se la fase di emergenza della pandemia COVID-19 è ormai terminata, gli investimenti nelle infrastrutture digitali rimangono una risorsa importante per i sistemi sanitari e per le economie e le società in generale“.
L’OMS ha dichiarato che utilizzerà il “Certificato digitale COVID dell’UE” come modello per istituire un certificato sanitario digitale globale.
“Uno degli elementi chiave del lavoro dell’Unione Europea contro la pandemia COVID-19 è stato il certificato COVID-19 digitale. Per facilitare la libera circolazione all’interno dei suoi confini, l’UE ha rapidamente istituito certificati COVID-19 interoperabili (denominati ‘Certificato digitale COVID-19 dell’UE’ o ‘DCC dell’UE’)“, si legge nel comunicato stampa dell’OMS.
“Con questa collaborazione, l’OMS faciliterà questo processo a livello globale sotto la propria struttura, con l’obiettivo di consentire al mondo di beneficiare della convergenza dei certificati digitali“.
Durante l’apice della crisi del Covid, il certificato digitale COVID dell’UE ha fatto sì che i cittadini dell’UE potessero viaggiare in altri Stati membri solo se avessero fornito la prova della vaccinazione, della guarigione o di un recente test COVID negativo. In alcuni Paesi dell’UE, come l’Austria, i cittadini venivano sostanzialmente segregati dalla società se si rifiutavano di sottoporsi alle iniezioni di COVID.
“Questa partnership è un passo importante per il piano d’azione digitale della strategia dell’UE per la salute globale“, ha dichiarato Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare.
“Utilizzando le migliori pratiche europee, contribuiamo agli standard di salute digitale e all’interoperabilità a livello globale, a beneficio di coloro che ne hanno più bisogno. È anche un esempio efficace di come l’allineamento tra l’UE e l’OMS possa garantire una salute migliore per tutti, nell’UE e nel mondo“, ha proseguito.
“In quanto autorità di direzione e coordinamento del lavoro sanitario internazionale, non c’è partner migliore dell’OMS per portare avanti il lavoro iniziato nell’UE e sviluppare ulteriormente le soluzioni sanitarie digitali globali“.
Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha aggiunto che “il certificato dell’UE non solo è stato uno strumento importante nella nostra lotta contro la pandemia, ma ha anche facilitato i viaggi e il turismo internazionali” e che l’espansione del passaporto vaccinale digitale dell’OMS sarà “uno strumento globale contro le future pandemie“.
“Il primo blocco del sistema globale dell’OMS diventerà operativo nel giugno 2023 e sarà progressivamente sviluppato nei prossimi mesi“, si legge nel comunicato stampa dell’OMS.
L’OMS ha sottolineato che “non avrà accesso ai dati personali sottostanti, che continueranno a essere di dominio esclusivo dei governi“.
“Questa partnership opererà per sviluppare tecnicamente il sistema dell’OMS con un approccio graduale per coprire ulteriori casi d’uso, che potrebbero includere, ad esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi“, ha annunciato l’OMS. “L’espansione di queste soluzioni digitali sarà essenziale per garantire una salute migliore ai cittadini di tutto il mondo“.
La cooperazione tra l’UE e l’OMS mira a “incoraggiare la massima adozione e partecipazione globale” al certificato sanitario digitale.
“Particolare attenzione sarà prestata alle opportunità di partecipazione di coloro che ne hanno più bisogno: i Paesi a basso e medio reddito“.
Il passaporto vaccinale digitale globale è da tempo nell’agenda dell’OMS. Nel febbraio 2022, l’agenzia ha incaricato T-Systems, una filiale di Deutsche Telekom, di sviluppare un sistema di passaporto vaccinale digitale globale.
Con il nuovo trattato sulle pandemie e gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), se saranno approvati nel 2024 come previsto, l’OMS potrebbe essere “costituita come organo di governo de facto per il Deep State globale“, ha dichiarato il Dr. Joseph Mercola.
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Occorre sforzarsi di comprendere il progetto globale relativamente al futuro distopico che i centri del potere stanno preparando per noi, progettualità tendente alla digitalizzazione sempre più spinta delle nostre identità e connotati, svuotandoci di ogni diritto naturale in favore di istanze spacciate per “bene collettivo” e ricollegabili ad “emergenze” di volta in volta pianificate.
Si sta giocando una partita epocale, con il rischio di vederci legati a vita ad un algoritmo che raccoglie dati tramite i quali il potere stabilirà cosa ciascuno può o non può fare.
Senza un contraltare reale (sociale, culturale e politico) a questa follia che avanza, siamo destinati a soccombere. E purtroppo è palese che non possiamo contare sulla Santa Chiesa, disgraziatamente.
Mi perdonino tutti gli scettici che hanno sempre in bocca la parola complottista: ma è davvero un “caso” che proprio nel 2020 sia arrivata una crisi sanitaria? Quando la sanità è in rete, quando abbiamo tutti uno smartphone, quando tutti usiamo i sistemi di pagamento elettronico e via dicendo.
E come mai le epidemie influenzali del 68/69 e del 97, per fare due esempi eccellenti che hanno visto impennate di mortalità, non sono finite sotto i riflettori del mainstream? Forse che le priorità erano altre?
Credere oggi di essere persone di buon senso perché si guarda il TG o sia ascoltano Vespa, Mentana o Formigli, scusate, è demenziale.