A proposito della gravosa questione di un potenziale scisma della Chiesa tedesca, che i vescovi tedeschi sembrano non volere, ecco l’opinione del prof. Leonardo Lugaresi ripresa dal suo blog.

Se avverrà, lo scisma tedesco che alcuni prevedono, sarà un grande male. Uno scisma nella chiesa è sempre una cosa terribile perché non è semplicemente la rottura di una umana aggregazione, la separazione di un gruppo da un altro, la fine di una società: è la lacerazione del corpo di Cristo. L’unità della chiesa, infatti, non è opera delle nostre mani, ma un dono di Dio e di conseguenza una nostra responsabilità. Romperla significa disprezzare e rifiutare quel dono. Lo scisma, ogni scisma, sotto questo aspetto è dunque un’offesa a Dio, quali che siano le “buone ragioni” che può avere. Scisma non è una parola che si possa pronunciare a cuor leggero, e augurarselo è addirittura una bestemmia.
Tuttavia, se lo scisma tedesco non ci sarà, come altri pensano e come anche a mio modesto avviso è più probabile, sarà ancora peggio perché non significherà che la chiesa avrà recuperato l’unità della comunione di fede speranza e carità, ma piuttosto che si farà finta di niente. Gli ecclesiastici, i funzionari e gli impiegati stipendiati della chiesa in Germania (perché di costoro, in buona sostanza, si tratta: a questo pare infatti che si sia ridotta gran parte di quella chiesa, tanto ricca di soldi quanto povera di fedeli) andranno avanti per la loro strada, in pieno contrasto e plateale disprezzo della dottrina che la chiesa ha sempre affermato di avere ricevuto dal Signore, e il papa farà finta di niente. Ora, “far finta di niente” è una pratica che, entro certi limiti, si è sempre usata nella chiesa, talvolta perfino con buone ragioni. Stavolta però, se le cose andranno così, l’ambiguità e la dissimulazione saranno estese praticamente senza limiti, con la pratica licenza per tutti di continuare a dirsi cattolici credendo e facendo qualsiasi cosa. E questa sarà un’offesa a Dio forse ancor più grave dello scisma.
Spero di sbagliarmi. Quando c’è di mezzo la potenza di Dio, tertium datur (e magari anche quartum, quintum … chi lo sa, forse si può arrivare fino a settanta volte sette).
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