Di seguito rilancio un articolo pubblicato sul HART. Eccolo nella mia traduzione.
Fin dall’inizio della pandemia, c’è stata una corsa a rendere rapidamente disponibili i vaccini, spingendo anche la nuova tecnologia dell’mRNA, che è molto più economica e veloce da produrre rispetto ai vaccini standard. La ragione principale addotta per l’uso dell’mRNA è stata la velocità: si può sostenere che, se questa può essere una ragione valida per i soggetti ad alto rischio di COVID-19, cioè anziani e clinicamente vulnerabili, è un’argomentazione inappropriata per vaccinare chi ha un rischio molto basso di malattia.
Nel dicembre 2020, l’OMS ha pubblicato, piuttosto tardivamente, una bozza di regolamento per i vari nuovi prodotti in cantiere. In particolare, si affermava che “i prodotti a base di mRNA rappresentano una nuova classe di vaccini”. Un’ulteriore riunione nell’aprile 2021, descritta come “una consultazione informale”, ha prodotto la bozza successiva, nel giugno 2021, quando queste sostanze erano già state iniettate in milioni di persone in tutto il mondo. All’incontro hanno partecipato “esperti e rappresentanti delle parti interessate, tra cui istituti accademici, industrie, autorità di regolamentazione e altre agenzie sanitarie internazionali”. Ma il documento è chiaramente ben lungi dall’essere condiviso e contiene affermazioni quali:
– Sono emerse divergenze di opinione su cosa dovrebbe essere richiesto per alcuni parametri di controllo. Un esempio è quello di quale sia l’indicazione della potenza del vaccino, e in particolare se sia necessario un test in vivo o se un test in vitro sia adeguato o preferibile.
– Il testo è stato modificato per indicare specificamente la necessità di fornire informazioni su tutti i componenti del vaccino, ossia LNP ed eccipienti, nonché sull’mRNA.
– Sicurezza e tossicità: Le discussioni si sono incentrate sulla biodistribuzione, la persistenza e l’infiammazione dell’mRNA e degli LNP.
– Poiché i nuovi lipidi e le nuove formulazioni possono influenzare la carica dell’LNP, si è discusso su quale componente necessitasse di studi di genotossicità e tossicità sistemica.
Sembra che i documenti dell’OMS non siano stati adottati e che l’MHRA e le altre autorità di regolamentazione abbiano semplicemente permesso la designazione di questi prodotti come “vaccini”, consentendo loro di aggirare molte fasi del processo di autorizzazione.
Gli eventi avversi, dalla miocardite all’aumento della coagulazione, dai problemi neurologici ai tumori non soppressi, continuano a destare allarme, ma i problemi generici della tecnologia non sono stati affrontati in modo adeguato. Uno di questi è la soppressione dell’interferone che porta a una compromissione dell’immunità innata. Un altro è la potenziale tossicità delle nanoparticelle lipidiche stesse. In terzo luogo, la produzione di esosomi contenenti il prodotto vaccinale o i suoi derivati e, in quarto luogo, i problemi intrinseci all’introduzione di un materiale genetico estraneo nella cellula, che sarà poi riconosciuto come “non self”, aumentando il rischio di malattie autoimmuni.
L’opportunità di introdurre una nuova tecnologia durante una pandemia non deve far sì che questa tecnologia problematica sostituisca i vaccini standard, ma questa sembra essere la strategia di alcune grandi aziende farmaceutiche. Solo la scorsa settimana Pfizer-BioNTech ha annunciato la sperimentazione di Fase 1 per il suo vaccino combinato Covid-19 e antinfluenzale. Nel frattempo, Moderna spera di combinare Covid-19, influenza e RSV in un’unica iniezione di mRNA entro l’autunno del 2023. Moderna ha recentemente aperto uno stabilimento di produzione nel Regno Unito, in collaborazione con il DHSC, sperando di produrre non meno di 30 altri vaccini con questa nuova tecnologia.
La possibilità di un vaccino a base di mRNA contro la malaria è stata annunciata così: “La malaria ci accompagna da millenni. Sradicarla è stato un sogno a lungo coltivato ma irrealizzabile. Ma nuove tecnologie come l’mRNA stanno rendendo possibile ciò che un tempo era una fantasia“.
Forse si potrebbe ottenere una salute migliore nei Paesi a basso reddito se la Fondazione Bill & Melinda Gates e l’OMS si concentrassero sulla garanzia di forniture di acqua pulita per i molti milioni di persone che attualmente non vi hanno accesso. Ma purtroppo l’impianto idraulico di base non è così affascinante come le terapie geniche di nuova tecnologia.
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