Nell’epoca della “parità di genere” portata come ideale da realizzare sempre e dovunque il giornalista Matt Walsh analizza un fatto di cronaca americana per dimostrare l’assurdità di certe posizioni ideologiche in cui la coerenza è impossibile perché a scapito della ragione.
“Un giocatore di Football americano è stato condannato per aver colpito una donna. Anche lei lo aveva colpito. Che cosa è successo alla parità di genere?”
Ecco l’articolo di Matt Walsh, nella traduzione di Annarosa Rossetto.
Kareem Hunt, un famoso “running back” della squadra di Football americano “Kansas City Chiefs”, è stato espulso dalla squadra e sospeso dalla lega dopo un video in cui lo si vede “brutalizzare” una donna. Almeno, “brutalizzare” è la parola che i media hanno usato. Le riprese originali dell’alterco non sembrano supportare questa narrazione.
Il video mostra Hunt e alcuni ragazzi che discutono con un gruppo di donne nel corridoio di un hotel di Cleveland. Non c’è audio per accompagnare le immagini, ma si può intuire che Hunt e la presunta vittima sono arrabbiati l’uno con l’altro. Si capisce anche che la maggior parte delle persone coinvolte nella disputa sono ubriache. Gli amici di Hunt sostengono che la donna abbia lanciato un insulto razziale dopo essere stato cacciata dalla stanza di Hunt quando questi ha scoperto che lei e le amiche avevano 19 anni invece che 21. Le donne dicono di essere state cacciate perché hanno rifiutato le avance sessuali di uno gli uomini presenti. Non sono sicuro che siano vere nessuna delle due versioni della storia, ma non importa.
Mentre Hunt viene trattenuto da un altro uomo, si vede una donna che si avvicina a Hunt e gli dice qualcosa. Hunt spinge la donna. La donna lo colpisce in faccia. Le cose si trasformano da quel momento in poi. Hunt si arrabbia sempre più e la donna continua a urlargli contro. Alla fine la donna finisce per terra dopo essere stata accidentalmente spintonata da un altro uomo. Mentre è ancora accovacciata sul pavimento, Hunt le dà un calcio. Non sembra essere un calcio molto forte, ma è comunque un calcio.
Hunt si è comportato in modo sbagliato e stupido. Avrebbe potuto andarsene in qualsiasi momento. Il calcio alla fine è stato inqualificabile. Pare anche che abbia mentito al suo datore di lavoro sull’incidente, quindi ha meritato di essere licenziato anche solo per questo motivo. Ma la donna non è un fiorellino innocente. Sembra ripetutamente far degenerare lo scontro. Continuava a tornare quando avrebbe potuto andarsene. Ha colpito Hunt al viso. Lei è una partecipante in questa rissa tra ubriachi, non una vittima.
Ora, io personalmente ritengo più colpevole Hunt, e trovo le sue azioni più riprovevoli, perché lui è un uomo e lei è una donna. Escludendo i casi di legittima difesa personale (non credo che questo caso sia così qualificabile), approvo l’idea di fondo che un uomo non dovrebbe colpire una donna. Non è un grosso problema quando gli uomini fanno a spintoni l’uno con l’altro, ma non dovrebbero comportarsi in questo modo verso le donne. Gli uomini dovrebbero trattare le donne in modo diverso perché le donne sono diverse. Il punto principale della cavalleria è che un uomo dovrebbe riconoscere la sua superiorità fisica e usare quella superiorità per servire e proteggere i membri del gentil sesso, non dominarli o intimidirli. Il comportamento di Hunt nei confronti della donna potrebbe non sembrare così terribile se li consideriamo semplicemente come esseri umani che hanno una disputa. Ma se li consideriamo come uomini e donne e ci aspettiamo, basandoci sui principi della cavalleria, che un uomo tratti una donna come una donna e non come un uomo, allora il comportamento di Hunt non può che essere da condannare.
Il problema è che tutte le persone di ampie vedute, egualitarie e progressiste nella nostra cultura considerano, o fanno finta di considerare, un uomo e una donna semplicemente come due esseri umani. Non riconoscono alcuna differenza tra uomini e donne. Non vogliono che gli uomini trattino le donne come donne. Vogliono che gli uomini trattino le donne come si tratterebbero tra di loro. Vogliono l’uguaglianza totale – cioè l’uniformità – tra i sessi. Tuttavia queste stesse persone reagiranno ancora con orrore particolare verso uomini come Kareem Hunt. Vedono un video di due idioti ubriachi e bellicosi che si impegnano in comportamenti reciprocamente violenti e attribuiscono tutta la colpa all’uomo. Questo mi sembra incongruente.
Proviamo a metterla in questo modo: prendiamo quel filmato, manteniamo tutto esattamente uguale, ma sostituiamo la donna con un uomo. Proviamo proprio a sostituirla con un uomo delle sue stesse dimensioni e della stessa statura fisica. Diciamo che era un minuscolo ragazzo bianco che inveiva contro Kareem Hunt, dandogli uno schiaffo in faccia, e che poi è finito buttato a terra e preso a calci. Qualcuno si sarebbe preoccupato? Qualcuno avrebbe mai raccolto anche la minima indignazione? Le femministe avrebbero chiesto la testa di Hunt su un vassoio? No, certo che no.
Il peccato di Hunt non è che abbia picchiato una donna. Il suo peccato è che ha trattato una donna esattamente come avrebbe trattato un uomo. Coloro che insistono sull’assoluta uguaglianza dei generi non dovrebbero biasimarlo per questo. In effetti, se fossero davvero coerenti, avrebbero potuto persino lodarlo. Solo a quelli di noi che riconoscono la disuguaglianza dei sessi e che professano in modo inequivocabile ideali antiquati come la cavalleria, è riservato il diritto di condannare il comportamento di Kareem Hunt. Ma se sei un progressista o una femminista, non hai davvero nessuna ragione per criticarlo. Hunt ha trattato quella donna come un tizio qualunque. Non è esattamente quello che volete?
Fonte: The Daily Wire
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