Concilio Vaticano II
Concilio Vaticano II

 

 

di Aurelio Porfiri

 

Non sbaglierebbe chi vedesse nell’incontro con il mondo uno dei nodi per comprendere la crisi della Chiesa. Certo non si può comprendere una Chiesa fuori dal mondo, in quanto essa deve essere proprio lì dove abbisogna il messaggio di salvezza di cui è portatrice. Ma deve sempre vigilare affinché, non conformandosi alla mentalità del tempo, non sia schiava di modi di essere e correnti di pensiero che ne contraddicono la missione salvifica. Quindi, come la sana tradizione insegna, nel mondo ma non del mondo.

Ma ad un certo punto la Chiesa, in alcuni suoi protagonisti, ha pensato fosse importante “piacere”, e per questo si è data da fare a più non posso in modo che coloro che erano dentro rimanessero e coloro che erano al di fuori entrassero. Questo sforzo seguiva un ragionamento: se ci mettiamo dentro la cultura (commerciale) di quelli che sono fuori, questi entreranno e quelli che sono già dentro resteranno. In realtà, decenni dopo, possiamo dire che quelli fuori non sono entrati e anzi sono stati raggiunti da molti di quelli che erano dentro. 

Fra coloro che erano nella Chiesa e che volevano a tutti i costi non abbandonarla, si è creata poi una divaricazione importante, quelli che hanno problemi seri con tutto quello che segue il Concilio (tradizionalisti) e quelli che hanno problemi con tutto ciò che lo precede (progressisti). Nel mezzo ci sono molti indifferenti e abitudinari, che trattano la propria religione come se fosse il panettone a Natale. Insomma, il piano di salvataggio è evidentemente fallito. In questo piano, evidentemente, il recupero dei giovani aveva un’importanza primaria, specialmente dopo il crollo dell’associazionismo cattolico tradizionale. In questo, specialmente sotto Giovanni Paolo II, il ruolo dei nuovi Movimenti ecclesiali è stato importante, forse troppo, secondo alcuni attenti osservatori. Oggi in effetti, sotto papa Francesco, si notano due fenomeni importanti: da una parte l’imborghesimento dei Movimenti ecclesiali, che molto hanno perso della loro spinta propulsiva, dall’altra una loro messa in discussione attraverso indagini interne o promosse dalla gerarchia.

Insomma, questo rapporto Chiesa-mondo è al cuore della comprensione della situazione attuale. 

 

 

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