Ho già dato conto oggi della questione delle lettere private di Benedetto XVI trapelate alla stampa tedesca, cioè al quotidiano Bild, uno dei più diffusi in Germania. Quest’ultimo le ha passate al New York Times che ha fatto un articolo in proposito. Ora riporto il parere dello scrittore e giornalista Phil Lawler.

Eccolo nella mia traduzione.

Foto: papa Benedetto XVI (da l’Osservatore Romano)

Foto: papa Benedetto XVI (da l’Osservatore Romano)

 

Il Papa Emerito Benedetto XVI è stato scrupolosamente attento, in questi ultimi cinque anni, ad evitare tutto ciò che avrebbe potuto essere interpretato come una critica a papa Francesco. Allo stesso tempo, l’ex Papa è stato criticato da alcuni dei suoi più grandi ammiratori per le sue dimissioni che, a posteriori, sembrano aver fatto precipitare la Chiesa in una grave crisi.

Ora, nelle lettere al cardinale Walter Brandmüller, Benedetto risponde alle sue critiche. Ma nel processo, si avvicina più che mai a criticare il suo successore.  Guardiamo con attenzione a quanto ha detto l’ex Papa.

Mentre lo facciamo, però, teniamo presente due cose:  In primo luogo, si tratta di lettere private, scritte a un vecchio amico. Come siano entrate in possesso di un giornale tabloid tedesco è, almeno per ora, un mistero irrisolto. In ogni caso non si trattava di dichiarazioni pubbliche. In secondo luogo, la lettera più recente è stata scritta quasi un anno fa – nel novembre 2017- e quindi non può essere letta come un commento alla crisi attuale in Vaticano. (Per saperne di più su questo punto leggere qui sotto.)

Il cardinale Brandmüller è uno dei prelati che ha espresso sgomento per la decisione di Benedetto di dimettersi, e la lettera dell’ex Papa è indirizzata a questo punto. Benedetto riconosce il “profondo dolore che la fine del mio pontificato ha inflitto a voi e a molti altri”. Ma – in un messaggio che molti di noi dovrebbero portare a cuore – teme che il dolore “si sia trasformato in una rabbia che non riguarda più solo le mie dimissioni, ma sempre più anche la mia persona e il mio papato nel suo insieme”.

In queste lettere l’ex Papa sta inequivocabilmente sfidando coloro – tra cui il cardinale Brandmüller e, d’altronde, chi scrive questo articolo – che ritiene di aver sbagliato a dimettersi. “Se conoscete un modo migliore”, scrive, “per favore, ditemelo”. Certamente non conosciamo tutte le circostanze che lo hanno spinto a dimettersi. Piuttosto che criticare la sua decisione, egli suggerisce al cardinale Brandmüller: “Preghiamo piuttosto, come hai fatto tu alla fine della tua lettera, che il Signore venga in aiuto della sua Chiesa”.

Bild, nella storia che rende pubbliche le lettere dell’ex Papa, legge quest’ultima frase come un’indicazione che Benedetto percepisce una crisi nella Chiesa di oggi.  Francamente penso che questa sia un’interpretazione ingiustificata. I buoni cristiani non dovrebbero forse chiedere l’aiuto del Signore, anche nei tempi migliori?

Ma altrove Benedetto sembra alludere alla crisi. (Sono tentato di dire la crisi “attuale”, ma ricordate che la lettera è stata scritta l’anno scorso, prima del furore che si è manifestato nelle ultime settimane. Scrive che, a causa della scontentezza delle sue dimissioni, “un papato stesso viene ora svalutato e sciolto nel dolore per la situazione in cui si trova attualmente la Chiesa”.  Non suona come un riconoscimento che la “situazione” giustifica il dolore? L’ex Papa sembra concordare – in una lettera privata, non destinata alla divulgazione pubblica – che c’è qualcosa che gravemente non va.

In questa lettera Benedetto, che è sempre stato attento nei suoi scritti, dà la chiara impressione di pensare che il cardinale Brandmüller sia stato ingiusto nel criticare le sue dimissioni. Ma non c’è il minimo accenno che non sia d’accordo con il cardinale tedesco – uno dei firmatari della dubia – sulla crisi che sta affrontando la Chiesa. E qui, ancora una volta, Benedetto si riferirebbe alla crisi che il cardinale Brandmüller ha visto negli insegnamenti di papa Francesco, soprattutto in Amoris Laetitia, dal momento che le crisi di Cile/McCarrick/Viganò non erano ancora scoppiate.

Un articolo del New York Times sulle lettere di Benedetto ha delle cose esattamente sbagliate, allora. Nel titolo, il Times dice che con queste lettere “Benedetto rimprovera i critici di Papa Francesco”. Se c’è un rimprovero del genere nella corrispondenza, io non lo vedo.

Ma la storia del Times va oltre. Aprendo con un riferimento alle rivelazioni dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, e poi ripetendo l’ormai familiare baggianata che i cattolici conservatori stanno sfruttando le accuse di Viganó perché “desiderano ardentemente per il pontificato del papa precedente”, scrive il giornalista Jason Horowitz: “Benedetto vorrebbe che la smettessero”.

Non sappiamo cosa pensi papa Benedetto della testimonianza di Viganò; è stato vistosamente silenzioso. Ma mi sento abbastanza fiducioso nel dire questo: In una lettera del novembre 2017, Benedetto non rimproverava i cattolici conservatori per come si sono comportati nel settembre 2018.

 

Fonte: Catholic Culture

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