La cultura della vita trova sempre nuove vie per cercare di salvare le vite dei bambini non ancora nati insieme con quella delle loro mamme. Una pediatra spagnola ha lanciato un progetto per offrire su un mezzo mobile parcheggiato davanti ad una clinica abortista, ecografie gratuite per le donne incinte che si propongono di abortire: molte di loro rinunciano all’aborto e accettano gli aiuti delle associazioni prolife per far nascere il loro bambino. Ovviamente questo fa indignare femministe e abortisti. Ce ne parla nel dettaglio Martin M. Barillas in questo articolo di LifeSiteNews.
In Spagna una pediatra, impegnata anche nel parlamento locale, viene criticata dalla sinistra per quella che è stata definita una pratica “crudele” della dottoressa: offrire ecografie gratuite alle donne in gravidanza che vogliono abortire.
La dott.ssa Gádor Joya, rappresentante del partito di centrodestra Vox nell’assemblea legislativa locale di Madrid, offre alle future mamme un modo per vedere i loro bambini che stanno crescendo nel loro utero. Fuori da una struttura per aborti nella capitale spagnola, la d.ssa Joya il 15 novembre ha offerto gratuitamente ecografie su un furgone chiamato “Life Ambulance Project”.
L’offerta di ecografie gratuite alle madri ha infastidito i sostenitori dell’aborto che ritengono che il servizio della d.ssa Joya sia “crudele” e “disumano”.
Secondo il quotidiano spagnolo El País la dott.ssa Joya ha affermato a un’audizione del comitato sanitario all’inizio di questo mese, che lei e altri medici hanno fornito ecografie alle future mamme. “Proprio perché l’ho fatto”, ha detto, “so cosa è stato nascosto a queste donne. Molte di loro, quando ricevono le informazioni e sentono il battito del cuore, decidono di portare avanti la gravidanza.”
In un post sui social media , la dott.ssa Joya ha scritto: “Ciò di cui sono più orgogliosa come medico è stato aiutare molte donne a diventare madri quando stavano per abortire. Sì, ho lavorato ad un progetto volto a difendere il diritto alla vita e la dignità di tutti gli esseri umani. E continuerò a farlo ovunque mi trovi.”
In un video promozionale del 2016 per il progetto Ambulanza per la Vita, la dott.ssa Gádor ha affermato che in Spagna oltre 300 bambini muoiono ogni giorno a causa dell’aborto. Nel video, la dottoressa Sonsoles Alonso, ginecologa pro-life, spiega come contatta le donne: “Innanzitutto, cerchiamo di umanizzare il bambino che hanno nel grembo. In secondo luogo, facciamo capire loro che una volta che varcheranno le porte della [clinica abortista] Dator, porranno termine alla vita che cresce in loro e al suo battito cardiaco.” Come osserva la dott.ssa Joya, la dott.ssa Alonso, mostra alle donne incinte un’immagine reale dello sviluppo del bambino nel loro grembo.
Le protezioni legali per i bambini non ancora nati sono minime in Spagna. Dal 2010, ad esempio, l’aborto sui bambini non ancora nati nel primo trimestre di gestazione è disponibile su semplice richiesta. Inoltre, le ragazze di età inferiore ai 18 anni possono abortire con il consenso dei genitori. L’aborto è legale in Spagna dal 1985. La struttura Dator è stata il primo centro per aborti ad essere autorizzato dal governo spagnolo, ed è qui che la Dr.ssa Joya frequentemente offre ecografie e altri aiuti nella città di Madrid.
In un video che Joya ha condiviso sui social media, una giovane madre, che ha evitato l’aborto grazie all’aiuto e alle consulenze che ha ricevuto, ha lanciato un appello molto forte perché venga dato un aiuto simile a tutte le donne che affrontano una gravidanza non pianificata. In piedi davanti al furgone della dottoressa Gádor, una giovane donna dice che “nessuna donna vuole” abortire. Identificata come “Angelica”, ha invitato il governo spagnolo ad aiutare le donne nella sua situazione. Ha detto di essere grata ai sostenitori della vita per averla convinta ad evitare l’aborto e ha aggiunto che ora ha un figlio di tre anni.
❗Que no te engañen, esto es lo que hace la #AmbulanciaVida. Gran testimonio de Angélica, que gracias a la Ambulancia Vida ahora puede jugar con su ?hijo en el parque . #Vida #Aborto #DerechoaVivir pic.twitter.com/vwVqwyX0fn
— HazteOir.org (@hazteoir) November 18, 2019
Secondo il britannico The Indipendent la femminista Cecilia Gomez ha definito l’attività della dottoressa Gádor “immorale”. La Gomez ha dichiarato: “Questo è semplicemente un tentativo di intimidirle perché non abortiscano. Le loro tattiche sono crudeli e disumane. Loro possono anche pensare che l’aborto sia disumano, ma ciò che stanno facendo passare a quelle donne – ficcandole in quel furgone – è disumano.”
L’abortista Gomez ha teorizzato che gli attivisti spagnoli pro-life abbiano seguito l’esempio del movimento pro-life negli Stati Uniti. Ha affermato che la posizione pro-life del partito Vox è retrograda. Ha aggiunto: “Vogliono riportarci indietro ai tempi in cui le donne non avevano scelta riguardo l’aborto”. Un portavoce dell’abortista British Pregnancy Advisory Service (Servizio Britannico di Consulenza sulla Gravidanza, n.d.t.) ha detto a The Independent che è “sbagliato e profondamente offensivo” che offrire ecografie possa dissuadere le donne dall’aborto.
Mónica García, che rappresenta il partito di sinistra Más Madrid nell’assemblea cittadina, ha come prevedibilmete espresso stupore per il fatto che la collega Joya stesse aiutando le donne in gravidanza fuori dalla clinica abortista Dator. Durante un’audizione in commissione, la García ha dichiarato: “Quello che non avremmo potuto immaginare è che ci sarebbero state persone che eseguono ecografie per strada. È estremamente grave.” Durante l’incontro, García ha messo in dubbio l’obiettivo dichiarato della Dr.ssa Joya di aiutare le donne, dicendo: “Dissuaderle o torturarle? Perché [Joya] afferma che molte donne decidono di non abortire quando sentono il battito del cuore. Quante donne sono? E cosa succede loro? Qual è il costo psicologico ed emotivo per queste donne? ”
Il leader nazionale del partito Vox, Santiago Abascal, ha definito l’aborto un esempio di “cultura della morte” che intende sostituire con una “cultura della vita” qualora il suo partito ottenga la maggioranza. Il suo partito, ad esempio, si è impegnato a porre fine agli aborti finanziati dai contribuenti. Il partito, fondato nel 2013 su una piattaforma pro-life, quest’anno ha raddoppiato la sua rappresentanza nel parlamento nazionale portandola a 52 membri, dando prova di una crescente ondata di sentimento pro-life nell’area cosiddetta “populista”.
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