Molti media stanno reagendo al caso della donna britannica mentalmente disabile che è stata quasi costretta ad abortire. Ma non sono gli unici, molte persone hanno sfidato il caso condividendo le loro toccanti storie contro l’aborto basato sulla disabilità.
Come noto, nel nostro articolo di qualche giorno fa abbiamo rilanciato la notizia che una Corte nel Regno Unito, “Court of Protection” (Tribunale per i Disabili), aveva ordinato che una donna, in stato di avanzata gravidanza, abortisse perché era “nel suo miglior interesse”.
Con il nostro successivo articolo, abbiamo riportato che il 24 giugno la Corte d’appello inglese, composta da Lord Justice McCombe, Lady Justice King e Lord Justice Peter Jackson, ha annullato la precedente sentenza della “Court of Protection” (Tribunale per i Disabili).
Si sono poi appresi ulteriori particolari. L’avvocato Fiona Paterson, che ha guidato il team legale dell’ospedale NHS con responsabilità per la cura della donna, ha detto ai tre giudici d’appello: “Le fu detto che sarebbe andata a dormire”. Che “Avrebbe subito un’operazione e quando si sarebbe svegliata il bambino non sarebbe più stato nella sua pancia. Ma avrebbe avuto una nuova bambola”.
La signorina Paterson ha detto che la donna, che non può essere identificata, aveva già ricevuto una bambola con cui ha giocato.
Di seguito la reazione di Harold Braswell, un professore universitario, che ha vissuto una esperienza molto simile a quella di cui ci stiamo occupando. Eccola nella mia traduzione.
Harold Braswell, bioeticista e assistente alla Saint Louis University, ha catturato l’attenzione sui social media dopo aver condiviso la sua storia il 21 giugno.
“Mia madre era intellettualmente disabile”, ha rivelato.
“Mia madre era sorda. E poiché a lei, come la maggior parte delle persone sorde di quella generazione, non le fu insegnato il linguaggio dei segni fino all’età di 8 anni, e ha avuto anche la sindrome della ‘deprivazione linguistica’”, ha continuato. “Ma aveva significative disabilità cognitive ed era, al momento in cui è rimasta incinta di me, classificata come ‘bambina adulta disabile’. Se abbinate alla sua sordità, i suoi problemi sembrano significativi come quelli che questa donna sta affrontando (a cui è stato imposto un aborto forzato, ndr), forse di più”.
Eppure, ha detto, lei lo ha comunque partorito.
Nel Regno Unito, “Il giudice giustifica la sua decisione in merito al fatto che sia ‘nel miglior interesse’ della donna stessa. Questo evidentemente perché, secondo i medici, l’aborto forzato sarebbe meno ‘traumatico’ del parto e probabilmente della perdita della custodia del bambino”, ha scritto.
[Braswell] Ha sfidato: “Mi permetto di dissentire, e parlo per esperienza”.
“La mia nascita è stata traumatica per mia madre. E alla fine sono stato sottratto dalla sua custodia. Quindi è una situazione molto simile, almeno per quanto riguarda le paure che chiaramente motivano la decisione del giudice”, ha detto. “Per quanto difficile, la mia nascita è stata decisamente nell’interesse di mia madre”.
Questo perché “Lei voleva che io ci fossi”.
“Il giudice suggerisce che questa donna non abbia la capacità di sapere che vuole un figlio. Si sbaglia”, ha continuato. “Mia madre aveva voluto un figlio per oltre un decennio prima che io nascessi. Conosceva la differenza tra un bambino e una bambola. Anche questa donna”.
Mentre la nonna materna finì per prendersi cura di lui, lui vedeva ancora sua madre regolarmente biologica.
“Io la riconobbi come mia madre”, ha detto, e alla fine, “avevo due mamme: lei e mia nonna”.
Ha definito questa situazione “un modo molto arricchente per essere educati”.
“Sono una persona migliore a causa di mia madre; senza di lei la mia vita sarebbe irriconoscibile (e amo la mia vita)”, ha detto. “E mia madre ha avuto modo di avere il figlio che aveva sempre desiderato, e ha plasmato la sua vita come qualsiasi altra mamma”.
Mentre si identifica come un ebreo laico, ha applaudito i cattolici, che “spesso si preoccupano di cose come questa, quando molti altri sono indifferenti o favorevoli”. Tuttavia, spera che “tutti si arrabbino” compresi i “gruppi a favore dell’aborto”.
Altri – dagli Stati Uniti e da tutto il mondo – sono d’accordo con la sua testimonianza. Un utente di Twitter, Alexander, ha ringraziato Braswell per il suo thread.
“A mia madre è stata diagnosticata quando avevo 3 anni una SM molto progressiva, quindi questo caso mi colpisce anche a livello personale, anche se molto diverso”, ha scritto. “E’ più che straziante”.
Un altro, di nome Jaci, ha risposto: “Pro-choice significa scelta e un giudice non dovrebbe prevalere su una scelta come questa quando la capacità è chiara. Mia figlia è intellettualmente disabile e mi sconvolgerebbe farle accadere questo!”
Alfi ha aggiunto: “La mia vicina della porta accanto e migliore amica era intellettualmente disabile. Avevo 5 o 6 anni quando ci siamo incontrati la prima volta e lei aveva 30 anni. Sono così grato di averla incontrata nella mia vita”.
Per parte sua, Elizabeth ha condiviso: “Sono disabile, e il mio ufficio OB/GYN si è adoperato per ottenere la custodia del mio bambino quando ero incinta di soli 3 mesi”.
“Questo anche se ero sposata, entrambi lavoravamo a tempo pieno, avevo la mia laurea, ecc.” ha aggiunto. “ Mia figlia ora ha 15 anni, molto ben adattata e felice (e anche disabile!)”.
Un altro utente ha sottolineato: “Uno dei miei zii aveva un deficit intellettuale e un basso quoziente intellettivo….aveva perso ossigeno alla nascita. E’ stato sposato per circa 20 anni e aveva un figlio. Ha aiutato ad allevare suo figlio, e quando sua moglie è morta, quando il ragazzo aveva 12 anni, lo ha cresciuto da solo”.
Bryan, che lavora nei servizi sociali, ha insistito, “Lavorare nel campo dei servizi sociali per 20 anni, specificamente con le persone che hanno disabilità, mi ha insegnato che in generale le persone presumono che avere una disabilità significhi automaticamente una persona inferiore”.
Egli ha concluso che “Quando ci avviciniamo a tutti con l’Assunzione che siano competenti e apprezzati, il più delle volte diventano all’altezza dell’occasione”.
In altre parole, tutta la vita – nata e non nata, abile e disabile – è preziosa.
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