L’opinion di Phil Lawler su quanto accaduto tra il sacerdote Sean Sheehy e il suo vescovo, Ray Browne, a proposito di aborto, atti omosessuali e ideologia gender. L’articolo è apparso su Catholic Culture e ve lo propongo nella mia traduzione. 

 

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Mons. Ray Browne, vescovo, e padre Sean Sheehy

 

Ok, vescovo Ray Browne, mi arrendo. Qual è la posizione cristiana sull’aborto? Sugli atti omosessuali?

Il vescovo di Kerry si è scusato pubblicamente dopo che un sacerdote, celebrando la Messa nella sua diocesi, ha condannato l’aborto, ha detto che gli atti omosessuali sono mortalmente peccaminosi e ha aggiunto che la distribuzione di contraccettivi gratuiti “promuove la promiscuità” e che è “folle” incoraggiare i bambini a mettere in discussione la loro identità sessuale. “Le opinioni espresse non rappresentano la posizione cristiana”, ha detto il vescovo.

Non la rappresentano? Ci si può chiedere se padre Sean Sheehy abbia trasmesso il messaggio in modo efficace. Si può mettere in dubbio che avrebbe dovuto dedicare l’omelia della Messa domenicale a temi così controversi. Ma i pensieri che ha espresso riflettono gli insegnamenti della Chiesa cattolica.

Parlando della “promozione del sesso tra due uomini e due donne”, il controverso omilista ha detto: “È un peccato, è un peccato mortale”. Verificate questa affermazione con il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357. Non c’è alcun conflitto. Non c’è alcun conflitto.

Allora cosa offre il vescovo Browne come alternativa? “Il Vangelo di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è un Vangelo d’amore e proclama sempre la dignità di ogni persona umana”. Ebbene, sì. Eppure – perdonatemi – non vedo come questa affermazione contraddica le dichiarazioni di padre Sheehy. Papa Giovanni Paolo II ha spiegato, nell’Evangelium Vitae, come il rispetto della dignità umana richieda una ferma opposizione all’aborto e la difesa dell’integrità dell’atto coniugale.

Il vescovo Browne, nelle sue scuse (per cosa?), cita il Libro della Sapienza e le Beatitudini. Bene. Non cita la Lettera ai Romani, né i Dieci Comandamenti. (“Non uccidere.”) Anche queste sono espressioni antiche e autorevoli della “posizione cristiana”.

Padre Sheehy (che è ufficialmente in pensione) riferisce ora che il vescovo lo ha rimosso dall’elenco dei sacerdoti che sostituiscono i parroci regolari quando non sono disponibili, a quanto pare a causa del “profondo turbamento e dolore” che ha causato con la sua omelia. Ma non si è tirato indietro; ha detto a un pubblico radiofonico che “ciò che ho detto non può essere smentito da alcun insegnamento cristiano o cattolico onesto”. E ha ragione.

“Avete la responsabilità di richiamare le persone alla consapevolezza del fatto che il peccato è distruttivo, che il peccato è dannoso e che il peccato ci condurrà all’inferno”, ha detto padre Sheehy nell’omelia che ha causato tutti questi problemi. Chiunque voglia proclamare la dignità di ogni persona umana – che il vescovo Browne descrive come “insegnamento cristiano fondamentale” – dovrebbe sentire l’obbligo morale di dissuadere le persone dal compiere azioni così distruttive.

Anzi, facciamo un passo avanti in questa logica. Se un parroco va avanti mese dopo mese, anno dopo anno, senza mai mettere in guardia la sua gente dai pericoli del peccato mortale, non è forse colpevole di tradire le verità fondamentali della fede e di mettere in pericolo le anime della sua congregazione? Ti prego, Signore, mostrami il vescovo che si scuserà per ciò che i suoi sacerdoti non dicono.

 


 

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