Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione (1344), Pinacoteca Nazionale di Siena, tempera e oro su tavola.
Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione (1344), Pinacoteca Nazionale di Siena, tempera e oro su tavola.

 

di Alberto Strumia

 

IV Domenica di Avvento (Anno B)

(2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38)

 

Nelle letture di questa quarta ed ultima domenica di Avvento, così vicina al giorno del Natale del Signore, ritroviamo la Beata Vergine Maria, ormai del tutto prossima a divenire per il mondo intero la “Madre di Dio”.

– Nel Vangelo, leggiamo il racconto della scena dell’Annunciazione di un concepimento straordinario per un essere umano. In questa scena si riassume, per gli “occhi” della nostra intelligenza di fede, la “spiegazione” della “duplice natura” umana e divina di Gesù Cristo. Gesù è “veramente uomo” perché viene concepito e nascerà da una vera donna, Maria. Al tempo stesso Gesù è “veramente Dio”, perché viene concepito dallo Spirito Santo che è Dio. In lei la Persona divina del Verbo (seconda persona della Santissima Trinità) agisce assumendo proprio da lei anche una “vera natura umana”. In questo modo Gesù Cristo può dirsi ed essere considerato da noi come quell’unico essere che è una “Persona divina” in “due nature”, quella divina propria del Verbo, e quella umana propria dell’uomo Gesù.

Il Vangelo dell’Annunciazione “rivela” a Maria e in lei a tutti noi, rendendolo intelligibile, questo “mistero” che è oggetto della nostra fede. Una persona e due nature di Cristo. Occorre avere le idee chiare su questo punto della dottrina cristiana. Questo viene “spiegato” a Maria per prima, la quale opportunamente chiede spiegazione: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Una spiegazione che, richiesta in anticipo da lei, risponde alla stessa domanda che ella pone anche a nome nostro, perché anche noi potessimo comprendere e avere la corretta intelligenza di fede nei confronti di Cristo. Trascurare questa chiarezza offerta all’intelligenza umana, come si fa oggi, sostituendola con un sentimentalismo verniciato dalla parola “amore”, detta senza nessun serio significato, o con un accento socio-politico motivato da ideologie che ben poco hanno a che fare con il cristianesimo, è la follia di questo nostro tempo di apostasia. Da ciò faremo bene a cautelarci con la massima attenzione, con quella “vigilanza” che le letture della prima domenica di Avvento e delle domeniche immediatamente precedenti ci hanno raccomandato.

– La seconda lettura ci parla di quello stesso “mistero” dell’Incarnazione che si realizza in Gesù Cristo e che, nell’Annunciazione è stato rivelato esplicitamente («la rivelazione del mistero»), spiegato, mentre prima era stato «avvolto nel silenzio per secoli eterni», «ma ora manifestato», perché chi vuole capisca e raggiunga, per la sua Salvezza, l’«obbedienza della fede».

– Nella prima lettura, vediamo, implicitamente anticipata Maria, che pure non è nominata direttamente, come “figura della Chiesa”. In lei, che è la “prima redenta”, prende inizio la Chiesa, non come una costruzione umana, realizzata da uomini che hanno una qualche forma di potere (politico o religioso), ma da Dio stesso. Dice, infatti Dio all’uomo re Davie: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?». Sembra dire che con le sole forze umane l’uomo non può essere in grado di realizzare la Chiesa, luogo nel quale può riacquistare la “giustizia originale”, il “giusto rapporto” con Dio e, quindi, con se stesso, con gli altri.

E a noi oggi sembra dire che il solo pensiero di progettare e di voler costruire una “nuova chiesa”, ad immagine e somiglianza di un uomo, basandosi su ideologie che tra l’altro hanno già dimostrato di essere fallimentari e dannose per l’uomo, non può che essere fallimentare («Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?». Proprio tu che hai questo progetto finirai per cacciarmi fuori dalla casa che avrai avuto la presunzione di costruire… stai attento! Questa non sarà mai la casa di Dio, ma finirà per essere una spelonca di ladri: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!» (Mc 11,16).

La Vergine Maria, ci aiuti, con la sua intercessione, oltre che con il suo esempio, a rispondere prontamente alla Rivelazione dell’Annuncio dell’imminente venuta alla luce del Verbo fatto carne in Gesù, che la solennità del Natale mette al centro della liturgia dei prossimi giorni: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Bologna, 20 dicembre 2020

 

Alberto Strumia, sacerdote, teologo, già docente ordinario di fisica-matematica presso le università di Bologna e Bari. 

fonte: albertostrumia.it

 

 

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