di Anima Misteriosa
In queste ultime settimane i media sono stati letteralmente riempiti dalla commemorazione della regina Elisabetta II di Gran Bretagna, senza dubbio uno dei più importanti capi di Stato dell’ultimo secolo, con più di settant’anni di servizio all’attivo nei confronti del proprio paese. Apparentemente la regina ha interpretato il proprio ruolo soprattutto come un dovere nei confronti del proprio Stato e, in generale, del Commonwealth britannico; pare anche che fosse convinta della propria fede anglicana e certamente ha tentato di difendere, in un mondo sempre più fluido e che si sgretola, alcuni valori tradizionali, quali discrezione e dignità.
Tuttavia, a fronte di tanto entusiasmo mediatico, non si possono neanche ignorare le molteplici zone d’ombra non solo del suo regno, ma più in generale della sua dinastia. È sorto allora in me l’interrogativo: chi è la vera Regina d’Inghilterra? La risposta al termine di questo articolo e del seguente (per comodità, ho preferito spezzare il mio lungo percorso in due parti). Anche in questo caso, assocerò excursus storico e qualche puntata nelle profezie cristiane. Ma tutto converge verso un risultato univoco: gli Windsor non hanno alcun diritto di regnare sulla Gran Bretagna[1].
Dei sovrani “abusivi”
Infatti, gli Windsor sono una dinastia, per così dire “abusiva”, come dimostrerò in queste pagine, e non solo perché hanno preso il potere nel 1688 a seguito della cosiddetta Glorious Revolution, cioè a scapito della dinastia legittima precedente, quella filo-cattolica degli Stuart. In realtà, esistono numerosi motivi che delegittimano gli Windsor e che risalgono addirittura allo scisma anglicano voluto da Enrico VIII nel 1534; ma andiamo con ordine. Prima di tutto, vorrei segnalare un fatto che quasi nessuno ha osservato: la regina Elisabetta è morta l’8 settembre, cioè esattamente il giorno della nascita di Maria Vergine secondo il calendario cattolico, festa però riconosciuta anche da quello anglicano[2]. Del resto, la regina si chiamava Elizabeth Alexandra Mary, quindi quel giorno era anche un po’ il suo onomastico. Questo può essere un segno? “Ai posteri l’ardua sentenza”: a me basta lanciare l’idea. Forse sì.
Ma ci sono altre circostanze per cui una data del genere fa molto riflettere: come specificheremo meglio in seguito, da più di tre secoli la dinastia degli Hannover, poi detta Windsor, è legata a filo doppio alla massoneria, di cui è protettrice ufficiale. Ora, esistono profezie credibili che annunciano il crollo della monarchia inglese. Beninteso, che essa sia in crisi, è evidente a molti osservatori: la nota scrittrice e storica Hillary Mantel si è pronunciata in maniera molto drastica in tal senso, affermando sulle pagine del Times che entro due generazioni la monarchia sarà finita[3]. Tuttavia, le profezie, se attendibili, appartengono a una sfera decisamente superiore. Una delle più grandi mistiche vissute fra ‘800 e ‘900, la bretone Marie Julie Jahenny (1847 – 1944), da me già introdotta in un articolo precedente[4], ha ricevuto per decenni un numero impressionante di profezie, alcune delle quali si sono già puntualmente avverate. Ebbene, ella parla della sorte della monarchia inglese nel quadro di uno scenario di guerra globale e di grandi sofferenze:
…Ci sarà un nuovo regno in terra inglese e verrà compiuta una scelta, quando la morte improvvisa colpirà coloro che detengono la guida di quel regno. Un grande danno verrà per quel paese e sarà diviso in 4 parti, perché la loro volontà non sarà in accordo con quella delle altre. La scelta dei Cattolici sarà rifiutata (la Vergine il 25 agosto 1882)[5].
Il Regno Unito rischia quindi la divisione (esso consta di Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord), uno scenario che l’autore della raccolta, Xavier Reyes Ayral, interpreta alla luce della Brexit. Marie Julie parla però anche della conversione finale dell’Inghilterra al cattolicesimo, così come lo aveva fatto la Beata Anna Maria Taigi, la grande mistica e madre di famiglia vissuta a Roma agl’inizi dell’Ottocento e dotata di straordinari carismi[6]. Ma torniamo ora alla storia nel dettaglio.
L’imposizione dello scisma anglicano
Tutti sanno come Enrico VIII si sia distaccato dalla Chiesa cattolica, lui che nel 1521 aveva difeso i sacramenti dall’attacco sferrato da Lutero nella Cattività babilonese ed era stato proclamato defensor fidei dal Papa[7]; decise invece di separarsi dalla comunione con la Chiesa di Roma nel 1534, perché, non avendo avuto figli maschi dalla regina Caterina d’Aragona, zia dell’imperatore Carlo V, le preferì una damigella, Anna Bolena, da cui ebbe poi la futura Elisabetta I. Clemente VII si rifiutò di concedere l’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona ed Enrico VIII procedette allo scisma per diventare capo della Chiesa anglicana. Ma non tutti sanno che in realtà Enrico VIII non cambiò praticamente nulla a livello liturgico e dogmatico nella nuova auto-eretta Chiesa d’Inghilterra, poiché era comunque molto attaccato alla fede tradizionale. Quello invece su cui insistette furono la chiusura dei monasteri e la confisca dei beni ecclesiali, che opportunamente rivenduti a danarosi acquirenti, andarono a rimpolpare le casse statali esangui. Vi ricordate Dowton Abbey? Il nome Abbey significa “abbazia” e deriva da tutte quelle proprietà monastiche incamerate dal re, che furono acquistate da aristocratici o grandi borghesi del luogo e poi trasformate in amplissime residenze nobiliari. Tutto questo creò una prima ondata di crisi sociale enorme, perché entro quei beni ecclesiali erano annoverati terreni e boschi in cui i poveri avevano diritto di raccolta e di usufrutto. Le cosiddette enclosures, cioè la recinzione e privatizzazione di terreni che fino ad allora erano stati a disposizione della popolazione, soprattutto di quella più povera, gettarono letteralmente nella miseria migliaia e migliaia di persone[8].
Sotto il Regno di Maria (detta poi non correttamente la “Sanguinaria”, tra 1553 e 1558), la nuova regina figlia di Caterina d’Aragona, si celebrò il ricongiungimento temporaneo con la Chiesa di Roma; ma la vera e propria fondatrice della Chiesa Anglicana fu Elisabetta I, che la creò a propria immagine e somiglianza e sulla base dei propri interessi politici, in un paese che era ancora maggioritariamente cattolico. Il risultato fu una interminabile serie di ambiguità ed equilibrismi, volti a non suscitare sospetto nelle potenze cattoliche, ma soprattutto a svuotare progressivamente dall’interno il cattolicesimo tradizionale in direzione protestante.
Il risultato fu una Chiesa ibrida, ritagliata dalla Regina secondo i propri gusti e le proprie necessità, sufficientemente protestante da aborrire il papismo, ma anche sufficientemente asservita allo Stato da essere un efficace strumento di governo…sufficientemente lontana dal protestantesimo estremo da non presentare un pericolo per l’ordine pubblico[9].
Insomma, una chiesa di Stato, in cui la politica prevaleva sulla fede. Elisabetta non si curava affatto di problemi dogmatici: l’evanescenza dogmatica (la nuova confessione nazionale risultava teologicamente e dogmaticamente poverissima[10]) serviva alla regina per annacquare le differenze tra cattolicesimo e protestantesimo ed evitare ogni distinzione o querelle teologica fonte di divisioni interne; che la gente andasse in chiesa, ma non si ponesse troppi problemi in rapporto a quel che credeva. Tra l’altro, la regina, soprannominata “vergine”, avocava a sé i segni di onore e venerazione da tributare alla Madonna, un atto, come vedremo anche più sacrilego di quanto appaia di primo acchito. Questo annacquamento dottrinale scontentava chiunque tenesse con zelo alla propria fede, compresi i rigorosissimi puritani, del tutto restii ai compromessi.
L’anglicanesimo fu dunque forgiato secondo i gusti personali della sovrana, calvinista in alcuni punti, conservatore (ma mai cattolica); sempre e assolutamente antipapale. L’anglicanesimo come lo conosciamo oggi fu essenzialmente creatura esclusiva di Elisabetta; piacque, fin dall’inizio, a un’esigua minoranza protestante e si impose con la forza degli statuti parlamentari e con la coercizione[11].
Difatti, la persecuzione fu camuffata, ma ci fu, ed ampia: i parroci ed ecclesiastici renitenti al giuramento imposto nei confronti del nuovo Atto di supremazia persero la cura, parecchi finirono (e morirono) in carcere; i fedeli dovevano obbligatoriamente frequentare la Chiesa anglicana, pena multe salate, ed erano sottoposti al controllo di funzionari sotto copertura che potevano denunciare loro, così come i sacerdoti cattolici in esercizio di nascosto; ergastolo e perdita dei beni incombevano su chi non assecondava il nuovo ordine e non giurava fedeltà alla nuova chiesa di Stato. In mancanza di sacerdoti desiderosi di obbedire alla regina, le parrocchie rimasero vuote o vennero riempite con personale ecclesiastico raccogliticcio, di infima qualità o ripescato tra gli esuli calvinisti tornati e più accomodanti. Intanto, col passare degli anni, il giuramento di fedeltà alla nuova chiesa fu progressivamente allargato e reso obbligatorio per sempre più ampie categorie di persone (parlamentari, avvocati, insegnanti…Questo mi ricorda qualcosa). Chi rifiutava di giurare o dichiarava la supremazia papale, veniva accusato di tradimento; numerosi sono stati i martiri uccisi perché cercavano di riportare il cattolicesimo in Inghilterra – si pensi solo al santo gesuita padre Eduard Campion, torturato e giustiziato in maniera atroce nel 1581 solo perché era un prete cattolico e sulla base di accuse politiche false[12]. Insomma, lo storico britannico Christopher Hugh, uno dei tanti che hanno fatto luce sulla violenza insita nella Riforma anglicana, con una gustosa metafora si esprime così:
Poiché la Riforma arrivò un pezzo per volta, il significato dei pezzi non fu riconosciuto, e questo costituì la chiave del suo successo. Il popolo tradizionalista d’Inghilterra trovava una Riforma in blocco indigeribile – in verità, la deglutirono a fatica nel 1536, quando fu loro richiesto di inghiottire in rapida successione la soppressione dei monasteri, le ingiunzioni riformiste e l’abrogazione delle feste dei santi. Ma il pasto fu più gestibile quando fu somministrato a bocconi minuti e gli Inglesi ingoiarono la loro Riforma come un bimbo recalcitrante è costretto a ingoiarsi la cena, poco per volta, a cucchiaiate somministrate al momento opportuno: “Una per il cardinal Wolsey, una per la regina Caterina, una per il Papa, una per i monaci, una per i pellegrinaggi…”, finché il piatto non fu svuotato e la Riforma realizzata[13].
E mentre la Curia romana e sovrani cattolici quali il re di Francia o di Spagna per decenni non smettevano di sperare che l’Inghilterra tornasse sotto l’ala del cattolicesimo (la devotissima ed esemplare Maria Beatrice d’Este fu fatta sposare a Giacomo II Stuart proprio con questo obiettivo), il passaggio del trono nel 1688 alla dinastia protestante tedesca degli Hannover fu il risultato di una rivoluzione voluta soprattutto dal Parlamento, dal partito whig (radicato tra i grandi commercianti) e da chi non voleva il ritorno del cattolicesimo, di cui Giacomo II Stuart era simpatizzante (si noti che il re aveva emanato ben due Dichiarazioni di indulgenza, che sospendevano la prosecuzione penale nei confronti dei non conformisti religiosi, protestanti compresi; il Parlamento le rifiutò)[14]. Le successioni seguenti (della regina Anna, 1702-14; di Giorgio I, 1714-27) andavano a scapito del legittimo erede Stuart, Giorgio Francesco Edoardo, che era sostenuto da una parte dei tories e della popolazione, tanto che nel 1715 e 1719 si verificarono due rivolte a suo favore (come già in Irlanda nel 1689 a favore di Giacomo II). Ma prevalse la linea dei parlamentari protestanti, imposta con atti istituzionalmente dubbi[15].
Gli Windsor sono i discendenti diretti di quegli Hannover, degli stranieri tedeschi, giunti al trono così: dopo che il Parlamento aveva prima riconosciuto ufficialmente e poi rinnegato Giacomo II. E non mi si venga a dire che il Parlamento rappresentava gl’interessi del popolo: il popolo si ribellò a sostegno degli Stuart. Gli Hannover li volevano gli whig, cioè le élites mercantili. Queste le basi della monarchia Windsor.
Il vuoto dottrinale
L’evanescenza dottrinale è rimasto uno dei talloni d’Achille della Chiesa anglicana, che ancora oggi oscilla tra high Church, incline al cattolicesimo, e low Church, più prossima al protestantesimo. Dire che ne è saltato fuori un marasma è un eufemismo. Anni fa chiesi a un amico sacerdote inglese, che aveva studiato con me all’università, qual era la vera identità religiosa anglicana: difatti, conoscevo bene quella protestante, sia in Europa, che negli Stati Uniti; ma l’identità religiosa anglicana proprio mi sfuggiva. E difatti questo sacerdote mi confermò che in sostanza nella Chiesa anglicana ognuno “balla con sua nonna”, per così dire. Insomma, manca una solida trama dottrinale. Solo due esempi.
Amo moltissimo Jane Austen, che era figlia di un pastore e donna integerrima. Quando la leggo però (Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park, Persuasione…), non vi trovo alcuna traccia di un vero e proprio cristianesimo: i suoi libri trasmettono certo insegnamenti morali, ma non vi si parla mai del Cristo, né di un rapporto diretto di fede con Dio o con Gesù, come pure si trova in altri libri protestanti. Il cristianesimo si riduce così a una realtà impersonale e astratta, a un generico moralismo, a una “polenta fredda” che con il Cristo e il suo amore intrattiene solo vaghi legami. A proposito, è sintomatico che la poesia sepolcrale sia nata proprio tra i pastori anglicani, perché, forse per la scarsità di altri argomenti, ripiegavano abitualmente sul tema della morte, predicando peraltro in modo molto lontano dalla vivacità dei missionari cattolici – con effetti di noia notevole, come denuncia il quadro La chiesa dei dormienti (1729), del pittore satirico William Hogarth.
Un altro esempio. Un’altra grande scrittrice ottocentesca inglese, Elizabeth Gaskell (autrice di un romanzo molto bello, North and South, sulle dure condizioni di vita nel Nord dell’Inghilterra), era figlia e moglie di pastori unitariani[16], cioè che non riuscivano più a credere nella Trinità. Anche se l’unitarianesimo possiede, in certi casi, radici più antiche (nel socinianesimo, diffuso tra i dissidenti protestanti del tardo ‘500), nel caso del padre della Gaskell, William Stevenson, si era trattato appunto di perdita della fede cristiana tradizionale, tanto che egli aveva dovuto lasciare per questo motivo il suo ruolo di ministro della Chiesa inglese; e non era un caso unico. Si trattava quindi di qualcuno che, pur con le migliori intenzioni ed indubbiamente ottima persona, non comprendeva più come l’amore di Dio sia talmente grande da rendere Dio uno e trino, quale una famiglia che fosse riuscita a raggiungere tramite l’amore perfetto un’unità perfetta, pur nel rispetto delle caratteristiche peculiari di ogni suo membro. Che dei pastori anglicani a metà ‘800 non riuscissero più a comprenderlo indica con chiarezza il livello di svuotamento dottrinale raggiunto in Inghilterra. Peggio, gli unitariani non credevano neanche nella divinità del Cristo, per cui è persino difficile definirli come cristiani tout court: anche in questo caso, si avverte un’atmosfera di moralismo generico incompatibile con il cristianesimo vero e proprio. I dogmi, come pare che in questa atmosfera non si capisse, non sono limitazioni: sono per la ragione e per lo spirito aperture a un amore più grande. Pensare di costruire la tolleranza sullo svuotamento dogmatico e, di conseguenza, dell’identità cristiana, è un colossale equivoco, molto perseguito però ancor oggi da certi ideologi.
Che l’identità anglicana, date queste premesse storiche, risulti abbastanza artificiale, lo si capisce dal parallelo svuotamento delle chiese: ormai, la domenica in Gran Bretagna vanno alla funzione domenicale anglicana circa 850.000 persone, un po’ poche per uno Stato con circa 67.791.400 abitanti[17]; molto poche anche tenuto conto della secolarizzazione e del fatto che esistano molteplici altre chiese, compresa la Cattolica. Siamo arrivati al punto che durante la settimana, le chiese vuote e in difficoltà economiche vengono impiegate per scopi pubblici alieni alla preghiera e al raccoglimento (fra divertimenti per bambini, esposizioni, uffici postali, pasticcerie e altro)[18].
Tuttavia, mi piace anche ricordare che da questa situazione il buon Dio ha saputo trarre dei frutti inattesi: uno dei migliori corsi di reintroduzione al cristianesimo per adulti allontanatisi dalla fede, il corso Alpha, è stato elaborato grazie ad alcuni teologi molto preparati e di grande fede proprio da una parrocchia anglicana, la Holy Trinity Brompton di Londra, e fin dagli anni ’80 ha avuto un successo planetario, tra cattolici, ortodossi e protestanti; è strutturato in maniera molto attenta[19](ne ho gestito uno e lo conosco bene) e da noi si è diffuso in alcune parrocchie del Veneto e della Lombardia, come S. Eustorgio a Milano. Proprio la posizione “mediana” degli Anglicani ha permesso che questo strumento eccezionale di evangelizzazione si diffondesse ovunque, tra tutte le denominazioni cristiane. Ho sentito parlare alcune volte uno dei suoi iniziatori, il teologo e pastore Nicky Gumbel: trasmette una fede viva e genuina.
Le dinastie irresponsabili…
Se si osserva la storia da credenti, emerge che le dinastie non di rado meritano e demeritano il trono a seconda di come vivono le responsabilità nei confronti del loro popolo; e anche se la monarchia di diritto divino non è più moneta corrente nel mondo politico odierno, la coscienza impone comunque a ogni monarca (o governante) una responsabilità davanti a Dio. Basti ricordare quello che accadde a casa Savoia, ramo Carignano: San Giovanni Bosco riferì per lettera a Vittorio Emanuele II che la legge di abolizione ed espropriazione degli istituti religiosi non contemplativi (detta “legge maledetta”, proposta da Urbano Rattazzi nel 1854 e approvata l’anno successivo) avrebbe avuto come conseguenza una serie di sciagure per casa Savoia in quanto direttamente responsabile; il che, puntualmente, avvenne[20]. Dio è buono, ma chi semina vento raccoglie tempesta. Del resto, i Savoia hanno poi perso il trono: dopo una politica risorgimentale decisamente anti-clericale, c’è da chiedersi se non sia anche per questo motivo che la qualità dei successori di Vittorio Emanuele II è progressivamente scemata fino alla triste fine. Idem per altre dinastie.
Orbene, gli Windsor vanno anche peggio. Sono legati fin dal 1700 alla massoneria, di cui sono protettori ufficiali: ancor oggi, il Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra dovrebbe essere il re di Gran Bretagna. Finché c’è stata la regina Elisabetta II, che, in quanto donna, non poteva entrare nella loggia, ne ha svolto il ruolo il Duca di Kent (pare che adesso Carlo III non intenda assurgere però al compito di Gran Maestro)[21]. Devo ripetere qui qualcosa che dovrebbe essere ben stampato nella testa di tutti i cattolici, ma che, purtroppo, non lo è, anzi, non lo è affatto: appartenere alla massoneria non è anodino; essa è un rituale esoterico inconciliabile con la fede cristiana, rituale che non crede a un Dio personale ed è nettamente relativista, cioè rifiuta la Verità rivelata (che nelle chiese non cattoliche e anche vari da noi non se ne rendano conto, questo è un altro paio di maniche). E’ risaputo come la fitta cortina di mistero che avvolge l’attività delle logge non sia esattamente sinonimo di trasparenza e che dietro la facciata si celino spesso e volentieri interessi ben poco puliti: la massoneria italiana ha da sempre operato nell’ombra della politica nazionale; oltre allo scandalo P2 (= Loggia Propaganda 2)[22], loggia nata perché gli Americani volevano controllare il nostro agone politico, è stata impelagata in varie vicende italiane poco chiare e negli ultimi decenni si è aperta, ad esempio, a numerose infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta e della mafia[23]. La massoneria è a tutti gli effetti un potere nascosto e parallelo, anche se suddiviso in una miriade di logge piuttosto variegate e talora distaccatesi da Londra. Gli Stati che hanno sviluppato le forme più eclatanti di imperialismo nell’evo contemporaneo sono quelli in cui appartenere alla massoneria è pressoché via imprescindibile per fare carriera: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti. La stragrande maggioranza dei presidenti statunitensi è stata massone, una parte cospicua di personaggi istituzionali in Francia fa parte della massoneria e dei regnanti inglesi ho già detto. Infine, la massoneria, che si presenta come tollerante, è nota per il suo viscerale anticristianesimo che secondo alcuni ex-appartenenti si intinge addirittura di risonanze diaboliche[24]: Serge Abad – Gallardo, un architetto francese che è stato iniziato fino al 18° grado e si è convertito a Lourdes, testimonia in un’intervista molto ben documentata non solo che almeno un terzo dei parlamentari francesi, specie di sinistra, è massone, che ci sono fitti collegamenti fra il potere francese e il Grande Oriente, ma anche che esistono sottili elementi luciferini (simboli, nomi, temi) entro il rituale massonico. Del resto, ricorda sulla base di una documentazione seria, è vero che non tutti i massoni sono satanisti, ma tutti i satanisti sono massoni; d’altronde, le leggi francesi più anticristiane (aborto, matrimonio omosessuale ecc.) vengono da piani massonici. Per le sue testimonianze è stato spesso attaccato dai suoi ex-confratelli: eppure è meraviglioso notare la gioia che traspare dai suoi occhi, da quando ha scoperto la fede grazie alla Vergine Maria.
La prima loggia massonica fu fondata a Londra nel 1717, sotto Giorgio I che le accordò la sua protezione, un legame che si è rafforzato nel corso dei secoli. Tutti, tutti, ma proprio tutti i sovrani maschi inglesi sono massoni fin dal 1737, quando fu iniziato il figlio di Giorgio II, il principe di Galles Federico Luigi di Hannover, primo principe inglese di sangue reale ad essere esplicitamente massone; e in gran parte massone è da allora lo stesso Parlamento. Massoni sono stati Giorgio III (1760-1820), talmente condizionato dalla massoneria da non essere in grado di conservare le colonie americane nella Guerra d’Indipendenza (guidata sul lato statunitense da massoni come George Washington); Giorgio IV (1820-30) e Guglielmo IV (1830-37), che, in quanto massoni, minarono la Restaurazione dall’interno; Edoardo VII (1901-1910), figlio della regina Vittoria e dal quale data l’appartenenza della casata ai Sassonia-Coburgo-Gotha; Giorgio V (1910-36), che abbandonò al suo tragico destino la famiglia del cugino, lo zar Nicola II, e mutò il cognome della dinastia in Windsor nel 1917; infine, anche se non poté essere massone lei in quanto donna, la regina Vittoria (1837-1901) ebbe continuativamente primi ministri massoni, come Benjamin Disraeli, Lord Palmerston, William Ewart Gladstone (che fece di tutto per distruggere la reputazione del Regno delle due Sicilie con la calunnia). Furono loro a volere l’annientamento dell’Impero asburgico, nonché a sovvenzionare, tramite i Rothschild, con cui intrattenevano forti legami, l’unificazione italiana e l’impresa dei Mille (l’unità italiana meriterebbe di avere avuto ben altri sponsor)[25]. Furono poi massoni i primi ministri preferiti da Elisabetta II: Winston Churchill, Harold Macmillan, Harold Wilson (sotto il cui governo fu legalizzato l’aborto in Gran Bretagna). Non stupisce che la linea di successione della casata escluda espressamente chiunque diventi cattolico fin dal 1701[26].
Che appartenere alla massoneria sia nefasto, lo affermano anche personaggi insigni di nazionalità inglese. Nel suo libro Guida alla guarigione dell’albero genealogico lo psichiatra Kenneth McAll, precisamente nel dizionario finale, alla voce Massoni scrive:
Iniziò come società segreta. La fedeltà è molto forte tra i membri. La segretezza ha rotto famiglie e alcune cerimonie occulte hanno negato ai cristiani la loro libertà personale come figli di Dio[27].
Il dottore, morto nel 2001, era un uomo di grande fede, figlio di missionari anglicani attivi in Cina; perciò, entrato in contatto con una civiltà millenaria che ha sempre dedicato grande venerazione agli antenati, ha riscoperto un aspetto dimenticato dalla sua fede anglicana, cioè la preghiera per i defunti. Quindi, se fallivano i mezzi terapeutici consueti, egli tracciava l’albero genealogico dei pazienti per rinvenire defunti che non fossero stati adeguatamente oggetto di suffragio: morti in guerra, in incidenti, o, soprattutto, bambini abortiti. Come cura, egli consigliava una celebrazione eucaristica per quel defunto, che, secondo lui, manifestava la propria sofferenza di non poter ancora raggiungere la luce di Dio disturbando i parenti vivi con sintomi significativi (per esempio, un malato di asma poteva manifestare il ricordo di un morto affogato). Così il medico inglese ha curato migliaia e migliaia di pazienti, lasciando traccia della propria opera in decine di pubblicazioni. Considerato lo stato disastroso della famiglia reale inglese, in cui la maggioranza dei matrimoni contratti si conclude con un divorzio e che non ha paralleli tra le altre dinastie del continente, pare proprio che si debba dar ragione al dottor McAll, che parlava sulla base della sua esperienza terapeutica: l’occultismo massonico distrugge le famiglie e per più motivi. Se la famiglia Windsor, oltre che comportarsi con un’empatia e una intelligenza emotiva pari a quella di un cippo stradale, sostiene e protegge un’organizzazione che fa di tutto per annientare le famiglie, non c’è da stupirsi se poi i suoi matrimoni hanno la solidità del burro fuso e si sfasciano a gogò.
Che poi la società inglese sia invasa dalle ideologie più dubbie, non dovrebbe proprio stupire, dati questi presupposti: per quel tanto che ho potuto osservare, vi dominano ideologie folli come il gender o la cancel culture, con risultati aberranti[28]. Ad esempio, persino la grande scrittrice inglese Jane Austin è finita al centro di una polemica del genere, perché nella sua epoca impiegava prodotti coloniali delle piantagioni, come lo zucchero; nonostante le rassicuranti dichiarazioni del museo coinvolto in merito, quello di Chawton, il fatto stesso che sia nata una polemica del genere (magari anche a causa dell’esasperazione di chi temeva tali derive ideologiche) è demenziale[29]. Persino negli sceneggiati più classici della BBC, le effusioni omosessuali sono ormai onnipresenti; a tutt’altro livello, per sollecitudine di par condicio etnica, attori di colore vengono infilati a iosa nelle trame più improbabili (ma non è la pedissequa distribuzione quantitativa che risolve il problema delle discriminazioni…); e questo mentre il 76% dei maschi inglesi ha fruito almeno occasionalmente della pornografia, con un 36% che ne fa uso settimanalmente[30] e conseguenze disastrose a livello psicologico e relazionale.
Queste le conseguenze di lungo periodo del “furto della fede” sopra descritto: ma c’è di peggio….(continua).
Nota per i miei cari lettori: lo so che manca un mucchio di argomenti; non preoccupatevi di segnalarmeli nei commenti, basta aspettiate il prossimo articolo…
Note:
[1] Nell’articolo distinguo tra Gran Bretagna, che indica tutto il Regno Unito (comprensivo di Galles, Scozia e Irlanda del Nord) e Inghilterra, la singola regione vera e propria.
[2] Si veda il proprio in http://episcopalnet.org/1928bcp/propers/Missal/Sep8.html e la pagina dedicata a https://it.upwiki.one/wiki/Nativity_of_Mary#cite_note-episcopalnet.org-9.
[3] Cfr. British Monarchy could be gone in two generations, says novelist Mantel, Reuters 12 settembre 2021, https://www.reuters.com/world/uk/british-monarchy-could-be-gone-two-generations-says-novelist-mantel-2021-09-11/ ; l’intervista originale si può leggere a Bryan Appleyard, Hilary Mantel: why Prince George won’t be king, The Times 11 settembre 2021, https://www.thetimes.co.uk/article/hilary-mantel-why-prince-george-wont-be-king-8lghmxbhb
[4] Link all’articolo.
[5] Cfr. Xavier Reyes – Ayral, Revelations. The Hidden Secret Messages and Prophecies of the Blessed Virgin Mary, New York, Austin Macauley, 2022, pos. 2.544-48.
[6] Cfr. Xavier Reyes – Ayral, Revelations. The Hidden Secret Messages and Prophecies of the Blessed Virgin Mary, New York, Austin Macauley, 2022, pos. 9.952.
[7] Cfr. Silvana Nitti, Martin Lutero e il Contro Enrico re d’Inghilterra, in Giovanni Puglisi – Gianluca Montinaro edd., Martin Lutero cinquecento anni dopo, Firenze, Olshki, 2019, pp.33-44. Anche se il re era esperto di teologia scolastica e partecipò alla stesura dell’opera, fu verosimilmente aiutato da una commissione di teologi. Lutero rispose per le rime, anzi, passò il segno insultando deliberatamente il re nel Contra Henricum.
[8] Cfr. Carlo Capra, Storia moderna (1492-1848), Firenze, Le Monnier Università, 2011, pp. 103-5.
[9] Si veda Elisabetta Sala, Elisabetta “la Sanguinaria”. La creazione di un mito, la persecuzione di un popolo, Milano, Ed.Ares, 2010, cit. p.69.
[10] Cfr. Elisabetta Sala, Elisabetta “la Sanguinaria”. La creazione di un mito, la persecuzione di un popolo, Milano, Ed.Ares, 2010, cit.p.70.
[11] Cfr. Elisabetta Sala, Elisabetta “la Sanguinaria”. La creazione di un mito, la persecuzione di un popolo, Milano, Ed.Ares, 2010, cit.pp.71-72.
[12] Cfr. Tom Rochford SJ, Saint Eduard Campion, https://www.jesuits.global/saint-blessed/saint-edmund-campion/# .
[13] Cfr. Christopher Haigh ed. The English Reformation Revised, Cambridge University Press, 1987, cit.p.15.
[14] Si veda Glorious Revolution (1688-89), Britannica, https://www.britannica.com/event/Glorious-Revolution ; Fabrizio Di Vito Brugnola, La Glorious Revolution (1688-89), Organon. Filosofia e Storia 2 ottobre 2019, https://www.prometheus-studio.it/filosofia_e_storia/2019/10/02/la-glorious-revolution-1688-1689/
[15] Cfr. Meglio seder sul trono per compromesso o non sedervi per onor? Regno Unito e Commonwealth, Associazione legittimista italiana 24 gennaio 2013, http://associazione-legittimista-italica.blogspot.com/2013/01/meglio-seder-sul-trono-per-compromesso.html
[16] Cfr. Paola Gaudio, Elizabeth Gaskell, http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/elizabeth-gaskell-elizabeth-cleghorn-stevenson/ ; Elizabet Gaskell, https://en.wikipedia.org/wiki/Elizabeth_Gaskell; sull’unitarianismo, si veda Unitarianism, https://en.wikipedia.org/wiki/Unitarianism
[17] Cfr. United Kingdom, CIA Factbook, https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/united-kingdom/
[18] Cfr. Rodolfo Casadei, Quanto costa essere anglicani: tra gli inglesi vanno forte le chiese part-time, Tempi 17 gennaio 2022, https://www.tempi.it/anglicani-chiese-inglesi-part-time/
[19] Cfr. Wikipedia, Alpha Course, https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha_course; sito originale https://alpha.org/about/
[20] Don Bosco e la “legge maledetta”, La civetta di Torino, https://www.lacivettaditorino.it/don-bosco-e-la-legge-maledetta/
[21] Cfr. Marco Antonellis, “Elisabetta Regina della Massoneria”, parola del Gran Maestro Di Bernardo, Il Giornale 13 settembre 2022, https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/404286/elisabetta-regina-massoneria-gran-maestro-di-bernardo.html
[22] Cfr. sulla P2 la bella sintesi di Nova lectio, La P2 di Licio Gelli: la Loggia Massonica che manovrava l’Italia, 1° luglio 2021, https://www.youtube.com/watch?v=V1W1H4m2qhI&t=1s e, sullo IOR, Come il Vaticano riciclava i soldi di Cosa Nostra e della P2, 28 aprile 2022, https://www.youtube.com/watch?v=bQ3VEguTQSE , sugli scandali relativi al Banco Ambrosiano. Sullo stretto e oscuro intreccio tra massoneria e politica italiana fin dal 1861, cfr. il monumentale volume di Ferruccio Pinotti, Potere massonico, Milano, Chiarelettere, 2021.
[23] Cfr. Aaron Pettinari – Francesca Panfili, ‘Ndrangheta stragista: il rapporto massoneria – mafia raccontato dal Gran Maestro Di Bernardo, Antimafia 11 gennaio 2019, https://www.antimafiaduemila.com/dossier/processo-ndrangheta-stragista/72954-ndrangheta-stragista-il-rapporto-massoneria-mafia-raccontato-dal-gran-maestro-di-bernardo.html
[24] Cfr. Serge Abad-Gallardo, ex franc maçon converti. La franc maçonnerie est luciférienne, https://www.youtube.com/watch?v=2EDkLLFNqvA
[25] Cfr. Nova lectio, Come i Rothschild finanziarono l’Unità d’Italia, 27 dicembre 2020, https://www.youtube.com/watch?v=iGCW47r0uDA In sostanza, il Piemonte dei Savoia aveva contratto dei debiti enormi con la banca Rothschild, debiti per pagare i quali si avventurò nella conquista del resto d’Italia.
[26] Meglio seder sul trono per compromesso o non sedervi per onor? Regno Unito e Commonwealth, Associazione legittimista italiana 24 gennaio 2013, http://associazione-legittimista-italica.blogspot.com/2013/01/meglio-seder-sul-trono-per-compromesso.html La ricostruzione storica è piuttosto precisa, anche se l’interpretazione talora mi lascia qualche perplessità.
[27] Cfr. Dr Kenneth McAll, Guida alla guarigione dell’albero genealogico, Udine, Ed. Segno, 1997 (trad.it.), cit. pp.336-37.
[28] Sulla cancel culture e i suoi eccessi, si veda la recente e informatissima panoramica di Federico Rampini, Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori, Milano, A.Mondadori, 2022.
[29] Cfr.Alison Flood, Jane Austen’s tea drinking not under “interrogation” says museum, The Guardian 21 aprile 2021, https://www.theguardian.com/books/2021/apr/21/jane-austens-tea-drinking-not-under-interrogation-says-museum; Jane Austen’s Love for Tea Under “Woke Culture” Lens? UK Museum Clarifies Stand on “Slavery Ties” Probe, News 18 10 maggio 2021, https://www.news18.com/news/buzz/jane-austen-woke-culture-tea-drinking-austen-novels-slavery-british-colony-3659696.html. La questione riveste semplicemente interesse storico per ricostruire il contesto della vita della scrittrice, che del resto si avvicinò molto al movimento abolizionista: cfr. Devonney Looser, Breaking the Silence: Exploring the Austen family’s complex entanglements with slavery TLS 21 maggio 2021, https://www.the-tls.co.uk/articles/jane-austen-family-slavery-essay-devoney-looser/.
[30] Si vedano le statistiche del sito governativo https://yougov.co.uk/topics/society/articles-reports/2022/07/01/how-often-do-britons-watch-porn Tempo fa, però, avevo letto statistiche ben peggiori, che però non sono riuscita a ritrovare.
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