di Anima Misteriosa
Continuiamo la nostra disamina della storia e dell’attualità inglese per comprendere chi è la vera Regina d’Inghilterra…Non certo Elisabetta II, come avrete capito dall’articolo precedente[1].
Gli Windsor e il Grande Reset
Al di là dei disastri familiari, appartenere alla massoneria per membri che dovrebbero essere al servizio della loro popolazione è decisamente grave. Infatti, si pone automaticamente il quesito: ma la dinastia è fedele al popolo o alla loggia? Il 20 luglio 2000, il principe Carlo, assieme al fondatore del World Economic Forum Klaus Schwab, ha presentato a Londra il cosiddetto Great Reset, cioè il progetto di ingegneria sociale che nella mente di certe reti finanziarie e politiche (in sostanza, la massoneria finanziaria) dovrebbe stravolgere completamente la nostra società: “il peggio del comunismo unito al peggio del capitalismo”, come ha affermato una volta il professor Alessandro Meluzzi; una rivoluzione da robot, più che da esseri umani. Lo illustra molto bene l’economista Ilaria Bifarini in un volume redatto a partire da fonti ufficiali[2]. Già il termine Reset rinvia a una concezione meccanica dell’essere umano, secondo cui sarebbe possibile “resettare” il passato, proprio come si fa per un computer; e questo non è umano, perché gli esseri umani vivono di memoria e del loro passato (Sant’Agostino docet, ma ben pochi lo leggono).
Vi ricordate i ritornelli sul “ritorno alla normalità”? Bene, l’incipit del libro cita proprio una frase di Klaus Schwab molto indicativa:
Molti di noi si stanno chiedendo quando le cose ritorneranno alla normalità. La risposta in breve è: mai[3].
Questo progetto, associato alla Quarta Rivoluzione industriale (o, per meglio dire, post-industriale, in quanto di industriale ha ben poco, bensì è fondata in pratica solo sulla digitalizzazione), è stato lanciato proprio in coincidenza con l’epidemia, per sfruttare la cosiddetta shock economy teorizzata dall’economista neo-liberista Milton Friedman: cioè, gli stravolgimenti sociali, come guerre ed epidemie, permettono delle svolte fino ad allora impensabili nella società e le rendono accettabili alla popolazione (magari, aggiungo io, con l’ausilio del terrorismo mediatico). L’organizzazione di questa svolta dipenderebbe sempre di più dalle grandi multinazionali, in collaborazione con gli attori politici; si noti però che, con le multinazionali che fagocitano ogni aspetto della vita sociale, i governi e la politica finiscono per essere fagocitati dall’economia neoliberista, come è ben evidente da anni. Questo Reset dovrebbe avere pesanti ricadute a vari livelli:
1) In economia porta a eliminare la piccola proprietà privata a favore esclusivo delle grandi multinazionali; e difatti, durante l’epidemia, mentre le piccole imprese, così tipiche del nostro tessuto economico italiano, si sono ridotte sul lastrico, le multinazionali, specie quelle del digitale o attive grazie al digitale (le solite: Amazon, Google, Ali Babà, Facebook, Twitter ecc. ecc. ecc.) hanno moltiplicato i loro profitti. Anzi, in questi ultimi due anni si è assistito a un notevole spostamento di ricchezza in direzione dei soliti noti, i grandi magnati di queste aziende. La conseguenza inevitabile è che questa forma perversa di capitalismo ridurrà al minimo la piccola e media impresa, il vero cuore pulsante dell’economia e origine di un benessere diffuso, ed ingigantirà (come sta già succedendo) le disuguaglianze sociali, eliminando il ceto medio e riducendo la massa in povertà, se non in miseria.
2) L’applicazione massiccia dei lockdown (“confinamenti” in italiano), tanto amati dall’FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha incrementato in maniera spasmodica la digitalizzazione, col risultato che buona parte delle attività umane rischiano di diventare sempre meno sociali e sempre più solipsistiche, rinchiuse tra le quattro mura di casa: anzi, secondo Schwab, il nostro futuro dovrebbe strutturarsi proprio così, nell’ottica di una digitalizzazione massiccia. In parole povere, ogni attività (sport, scuola, apprendimento, lavoro ecc.) potrebbe in futuro essere demandata ad apposite app e compiuta a casa, in forma distanziata dagli altri. Un nuovo universo di monadi, sempre più sole e disperate, dato che, come già visto durante il lockdown, queste forme anomale di riduzione della vita sociale hanno fatto aumentare in maniera esponenziale i disagi psicologici[4].
3) La digitalizzazione massiccia si lega però a una società del controllo, in cui algoritmi e tecnologie digitali si alleano per controllare minuziosamente tutti e cancellare progressivamente la privacy, fra riconoscimento biometrico, microchip, videosorveglianza, iper-connessioni ecc. ecc. Ognuno diventerà così controllabile 24/7.
4) L’aumento esponenziale di automazione e digitalizzazione porterà a un decremento estremo dei posti di lavoro, con correlato aumento della povertà; si noti che proprio per questo motivo, in vari paesi (non solo in Italia) si propone a gogò il reddito di cittadinanza, che altro non è se non la pietra tombale sulla possibilità dei singoli di lavorare (e di scegliere liberamente il proprio lavoro). La Bifarini non lo dice per ovvi limiti di spazio, ma l’approdo finale del processo sarà sicuramente il cosiddetto “capitalismo inclusivo”, cioè la balla del capitalismo al servizio dei più poveri e dell’ambiente, ma gestito in realtà dalle grandi multinazionali e dai soliti, che con poveri e ambiente non hanno niente a che fare (dalla Fondazione Rockfeller alla Merck, passando per Allianz, British Petroleum ecc.). Esso ha molto attirato l’attenzione del Vaticano in questi ultimi anni, tanto che è nato un consiglio apposito di partenariato tra curia e grandi della finanza[5]. In realtà, si tratta di abolizione della proprietà privata per i più poveri e di maxi-ricchezza per i più ricchi: appunto, come diceva il prof.Meluzzi, il peggio del capitalismo unito al peggio del comunismo. Inutile dire che la Cina appare come un modello a questi signori.
5) Imposizione di un ecologismo estremo, che assoggetta le necessità economiche a istanze ecologiste unilaterali e controproducenti, danneggiando l’economia e impoverendo le persone, o sottomettendole a pretese assurde: ad esempio, a una netta riduzione di cibi come la carne, da sostituire con insetti e simili. In Australia esistono già almeno 1.000 scuole che propongono ai loro allievi patatine prodotte con grilli polverizzati; e come asserisce chiaramente il giornalista Joel Angius: Non c’è alcun dubbio che il World Economic Forum ama gl’insetti, ma solo se li mangiano gli altri[6].
6) Transumanesimo: ovvero, stretta unione dell’ambito tecnologico con quello biologico, all’inseguimento del sogno utopico (no, distopico) di un “uomo potenziato”, cioè tecnologizzato e in grado di superare i limiti inerenti la natura umana. Per esempio:
La maggior parte degli adepti (= transumanisti) confida nella compatibilità delle menti umane con l’hardware dei computer, con l’implicazione che la coscienza individuale possa essere trasferita o emulata su un supporto digitale, attraverso il mind uploading; sono inoltre favorevoli all’ingegneria genetica, alla crionica e a ogni ritrovato tecnologico che possa aumentare le potenzialità umane[7].
Cioè, la nostra memoria cerebrale potrebbe, secondo loro, essere trasferita su un hardware (con tutti i disastri che ciò implicherebbe). Mi chiedo: quanto resterebbe di libero arbitrio agli esseri umani con soluzioni del genere? Li si potrebbe pilotare dall’esterno? Certamente, sì.
7) Tutto ciò, anche se non lo dicono ufficialmente, è verosimilmente unito all’idea di una riduzione drastica della popolazione, come malthusianesimo insegna e come l’ecologismo estremo esige[8]. Del resto, la cosa appare piuttosto logica: se il lavoro umano verrà progressivamente sostituito dall’automazione e dalla digitalizzazione, con perdita imponente di posti di lavoro (un aspetto cui la Bifarini dedica una buona parte del libro), fin troppi esseri umani diverranno “inutili” (anche se certi fautori del Great Reset si affannano a proporre soluzioni alternative come il volontariato, imposto comunque dall’alto e non certo di libera elezione). Forse qualcuno si ricorda quelle scene del magnifico film Schindler’s list in cui gli Ebrei perseguitati ricavavano un minimo di speranza dal fatto di essere “utili”? L’essere umano non deve essere “utile” per avere diritto a vivere, assolutamente no: possiede una dignità innata, sacra, a prescindere. Però, ha bisogno di sentirsi “utile” per dare un senso alla propria esistenza, anche se questa utilità è ben lungi dall’essere intesa in senso utilitaristico e materialista. L’”utilità” vera si basa sull’amore. Ora, il Great Reset è tutto il contrario dell’amore: è un ordine “morto”, privo di empatia e comprensione, imposto dall’alto con la forza, adatto a robot, più che ad esseri umani.
Che il principe Carlo abbia potuto unire il proprio nome a un progetto così delirante mi lascia molto, ma molto scettica. Ho ascoltato il suo discorso pronunciato nel gennaio 2020 al WEF dall’inizio alla fine[9]: e, a parte alcuni cursori riferimenti a investimenti nell’agricoltura o a nuovi ritrovati tecnici (come aerei e navi alimentati da combustibili più ecologici), l’allora principe di Galles non faceva altro che ripetere quanto sia necessario investire nella sostenibilità e mettere al centro dei nostri interessi economici la natura. In sostanza, mi è parso un discorso fin troppo generico – in parole povere, aria fritta. Ma è sempre così: certi ambienti di ispirazione massonica vi rifilano dei magnifici discorsi, fatti di appariscenti concetti astratti (umanità, inclusione, dialogo, fraternità…ecc.ecc.ecc.), creando così una cortina di fumo che invece cela una netta tendenza al controllo e al dominio delle persone vere e reali. Le magnifiche sorti e progressive finiscono così per schiacciare gl’individui. Il Great Reset ne è solo la manifestazione più lampante.
Ma c’è un altro risvolto, molto, ma molto più inquietante (se possibile) dell’appartenenza delle élites inglesi alla massoneria: la pedofilia rituale satanista. Cercherò di evocare il problema in maniera sintetica, per non sconvolgere troppo i lettori.
Massoni, pedofili e satanisti
Nel 2011 è morto il noto disk-jockey e filantropo inglese Jimmy Savile, insignito dell’eccellentissimo Ordine dell’Impero britannico dalla regina e che era in ottimi rapporti con lo stesso principe Carlo[10]. Ebbene, poco dopo la sua morte, nel 2012, si è scoperchiato il classico vaso di Pandora: ovvero, hanno cominciato a fioccare le denunce di possibili vittime di suoi atti di pedofilia, ignorate (e anche zittite) per anni. Ora, questi reati, è vero, sono molto difficili da provare e di solito tra le vittime si celano anche mitomani; però, Scotland Yard si è vista letteralmente sommersa da centinaia di denunce, a tal punto che ha aperto un’inchiesta, ancorché postuma, ed è arrivata a stimare i casi di abuso a circa 450. Poi, si sono moltiplicate le inchieste anche in altre giurisdizioni, come Surrey e Yorkshire. Preferisco glissare sui dettagli più orridi, ma basti solo pensare che è ormai accertato come questo predatore sessuale sia stato attivo per 60 anni (a partire dal 1955) e facesse volontariato anche per accedere a ospedali e istituti psichiatrici e reperire le sue vittime: e le sue perversioni spaziavano da aggressioni sessuali a giovani e adolescenti di entrambi i sessi a pedofilia, gerontofilia e necrofilia (se non sapete cosa sono, passate oltre). E’ stato uno scandalo nazionale: dediche di luoghi, edifici e organizzazioni a Savile sono state cancellate e, da patrimonio britannico, il defunto è diventato una vera e propria vergogna nazionale. Questo ha provocato un aumento esponenziale dell’allarme nell’opinione pubblica e la questione della pedofilia tra le élites è diventata una vera e propria emergenza, tanto da mettere in seria difficoltà il governo di Theresa May.
Ma perché Savile era riuscito a sfuggire a ogni inchiesta per decenni? Semplice: aveva ottimi contatti a corte e nell’establishment. Era praticamente intoccabile. E, come osserva l’ottima giornalista che ha sintetizzato un lavoro di anni in un eccellente documentario sulla pedofilia tra le élites, gli Windsor non potevano non sapere[11]: Savile agiva come vero e proprio consulente del principe Carlo in materia di media (lady Diana invece non lo sopportava). Aggiungo, per onestà intellettuale, che nel 1990, ai tempi di Giovanni Paolo II, Savile fu insignito anche dell’ordine cavalleresco pontificio di S.Gregorio il Grande (proveniva infatti da una famiglia cattolica, anche se non mi pare proprio che nutrisse un qualche rimasuglio di fede). Questo, nel 2012 gettò il Vaticano in un tremendo imbarazzo (padre Lombardi pronunciò un’ammenda pubblica, ma sottolineò che l’onorificenza giungeva a termine con la morte del soggetto). Sicuramente, qualcuno nella Chiesa cattolica locale sapeva, ma pure molti e molti, molti altri: si pensi solo che la BBC insabbiò nel 2011 un’inchiesta sulla questione.
Caso senza precedenti, ma isolato? Non credo. Leggendo questa storia mi è nato il dubbio che gli agganci in alto loco del predatore fossero dovuti non solo alla sua popolarità, ma anche (esprimo qui una mia semplice illazione, ma la ritengo verosimile) al fatto che egli fosse noto entro una vera e propria rete di pedofili d’alto bordo che, magari, era in grado di ricattare (o di rifornire?). Come dimostra la recente storia di abusi sessuali in cui è rimasto invischiato il duca di York, il principe Andrea[12], una delle sue principali accusatrici, Ghislaine Maxwell, potrebbe essere in possesso di filmati ripresi appositamente in segreto a danno dei fruitori della tratta sessuale da lei stessa alimentata e quindi anche del duca[13]. Il principe Andrea e la Maxwell erano amici del famigerato Jeffrey Epstein, imprenditore colpevole di traffico internazionale di minorenni a scopo di tratta sessuale e suicidatosi nel 2019. Epstein forniva le ragazze minorenni vittime di abusi a personaggi della politica e delle élites e registrava kilometri di video in merito[14], evidentemente come arma di ricatto e garanzia personale. La sua ex-compagna e amica Ghislaine Maxwell, una donna di origine francese, che si muoveva agevolmente nell’alta società di Francia, Gran Bretagna e USA, il 29 dicembre 2021 è stata condannata per tratta sessuale di minori a 65 anni di carcere (a livello federale USA; sentenza seguita nel giugno 2022 da una nuova condanna a 20 anni a New York). Quanto al principe Andrea, Virginia Giuffré, già vittima riconosciuta di Epstein, ha affermato di essere stata ripetutamente obbligata a rapporti sessuali con lui, che, ripeto, era amico della Maxwell e di Epstein: il duca di York si è rifiutato di collaborare con l’FBI ed è stato schermato dall’establishment in tutte le maniere[15], ma la madre lo ha privato di ogni ruolo regale nel gennaio 2022, subito dopo che un giudice di New York aveva autorizzato la procedura penale contro di lui. Sia lui colpevole o innocente, la sua vita da reale è finita[16]. Aggiungo che non ha nessun interesse a comparire davanti a una corte statunitense: se ce ne fossero gli estremi, un giudice federale e l’FBI non si farebbero nessuno scrupolo a condannarlo per davvero e a spedirlo in carcere, da cui, con un’accusa del genere sulle spalle, non uscirebbe vivo.
Ora, non si entra in questi ambienti criminali spensieratamente: registrazioni audio e video, trascrizioni, appunti, prove incriminanti tenute segrete e tirate fuori al momento opportuno ecc. sono abituali in reti criminose del genere; infatti, i rischi sono troppo alti, nessuno si fida di nessuno, tutti spiano tutti e l’arma del ricatto costituisce una sorta di assicurazione sulla vita: Savile può essere stato intoccabile proprio per questo. Ora, lo scandalo del principe Andrea non significa necessariamente che lui sia il più colpevole – magari piuttosto, se colpevole, come si presume, sarà l’anello più debole della catena, facilmente sacrificabile, oppure il più “pollo”. Infatti, la diffusione di accuse di pedofilia contro le élites politiche britanniche è veramente preoccupante. Un ottimo documentario della brava giornalista Sonia Poulton, redatto con raro equilibrio, lo documenta producendo vari esempi di indagini non pervenute magari a una conclusione, ma fondate, a carico di membri influenti della politica britannica[17]: dopo il caso Savile, comprovato, ella ricorda il barone Alistair MacAlpine, membro del governo Thatcher, alcuni parlamentari, Peter Morrison, segretario sempre di Margareth Thatcher, e addirittura l’ex-primo ministro Edward Heath (per l’indagine sul quale la polizia del Wiltshire ha dovuto far fronte a una campagna mediatica di denigrazione impressionante, chissà perché). La Poulton cita anche l’oscura storia di una guest house, la Elm Guest House, in cui uomini di alto rango si riunivano per compiere questi atti orrendi a danno di vittime minorenni. La proprietaria morì suicida in carcere (o forse “suicidata”).
Le inchieste hanno attraversato l’intero agone politico, da un partito all’altro, e non poche sono state più o meno insabbiate, con scomparsa di documenti o azioni analoghe che lasciavano l’impressione di qualcuno che tirasse le fila di nascosto. Infatti, come sottolinea la Poulton, non tutte le inchieste inconcluse corrispondono a un innocente: ad es. il parlamentare ebreo Granville Janner, che, ironicamente, riteneva i responsabili dell’Olocausto da perseguire a prescindere dalla loro età o del loro stato di salute, non ha affrontato il processo proprio per questi motivi, nonostante che le accuse di pedofilia nei suoi confronti fossero piuttosto solide. La dottoressa Joan Coleman, psichiatra di grande qualità, integrità e coraggio e deceduta nel 2018, specialista nel campo degli abusi sui minori, aveva addirittura preparato una lista di presunti colpevoli: allo scopo riteneva i nomi di persone citate da almeno due vittime che non si conoscevano tra loro ed erano in grado di apportare testimonianze indipendenti. Negli scorsi decenni, i bambini spesso non venivano ascoltati e si intendeva proteggere accanitamente la reputazione di personaggi potenti: tra gli enti che più si sono dati da fare per smorzare lo scandalo, i servizi segreti e la BBC, che ha dedicato al problema qualche documentario costruito in maniera tendenziosa (per esempio, con interviste di testimoni poco credibili). La gente teme ora che le inchieste lanciate a partire dal governo di Theresa May (2014) siano destinate di proposito a fallire e che non si scoprirà mai la verità. Ma queste molteplici accuse indicano chiaramente che non si trattava di fatti isolati, di depravati singoli, bensì di una rete: e questa rete rinviava a pedofilia rituale a matrice satanista, collegata al fatto che numerosi parlamentari britannici sono massoni (ripeto, il satanismo proviene dalla massoneria). E permangono oggi alcune domande scottanti: come mai Margareth Thatcher era circondata da uomini dediti alla pedofilia? Come mai l’attuale re Carlo è parimenti stato amico di personaggi rei di pedofilia, come Savile e un alto ecclesiastico anglicano?
Questi mali hanno radici antiche. Si parlava nell’articolo precedente dello svuotamento dottrinale entro la Chiesa anglicana. Il nocciolo della massoneria è il relativismo, in cui, per intenderci, “tutto fa brodo”: quindi, quale avo migliore del relativismo massonico se non l’indifferentismo dogmatico di Elisabetta I? Indifferentismo che però non si è mai svincolato da un duro anti-cattolicesimo. Persino la regina Elisabetta II proibì a Carlo e Diana di partecipare, senza comunicarsi, alla S.Messa di Giovanni Paolo II, e questo nonostante l’approvazione dell’arcivescovo di Canterbury e le esigenze dell’ecumenismo[18]. Ma chissà perché il cattolicesimo a certi livelli dà tanto fastidio…
Il caso lady Diana
Questa è la storia dell’Inghilterra, un grande paese letteralmente rubato alla fede cattolica dai suoi potenti, che continuano ad agire contro l’interesse, specie spirituale, del loro popolo. Ma c’è dell’altro (e glissiamo qui verso un argomento un po’ più leggero). Varie volte in passato è emersa una forte divaricazione emotiva tra la famiglia reale inglese e la popolazione, per esempio riguardo alla principessa Diana: anche a un pubblico britannico abituato al contegno e alla discrezione, gli Windsor apparivano troppo algidi, distanti, decisamente troppo “tedeschi” (come diceva la principessa). Questa freddezza emotiva è stata di norma congiunta a forme di etichetta ormai anacronistiche, abbandonate da altre monarchie, quali quelle scandinave. Perciò, 25 anni esatti dopo la sua morte, non è per niente futile riflettere anche sulla storia della principessa del Galles.
Non ho nessuna intenzione di trasmettere su di lei una visione edulcorata e idilliaca; lady Diana possedeva sicuramente grandi qualità e un fascino unico, ma anche notevoli fragilità e limiti: il grande specialista di dinastie europee Jean De Cars ha sottolineato non a torto i suoi tratti manipolatori, emersi sia nella diatriba con gli Windsor, che nel suo rapporto con la stampa[19]. Certo, in parte è stata aureolata dalla sua onnipresenza nei voraci tabloid inglesi, che sfruttavano a più non posso la sua immagine per aumentare le tirature a dismisura. Però…Quando Diana è entrata nella casata Windsor, era una ragazza di soli 19 anni[20], ingenua, con la testa piena di sogni romantici volti a compensare il profondo trauma del divorzio dei genitori; fin da bambina, infatti, era convinta che non si sarebbe sposata se non fosse stata sicura di rimanere sposata con il suo grande amore per tutta la vita. Secondo alcuni osservatori, Diana non ha mai superato il divorzio con Carlo, pur collezionando altre relazioni; questa instabilità affettiva può dispiacere, ma di certo era conseguenza della delusione provata, perché ella aveva inteso riscattarsi creando una propria famiglia solida dopo la sfacelo di quella d’origine.
Gli Windsor l’hanno consapevolmente attirata in un matrimonio impossibile, ben sapendo che Carlo aveva già un’altra e che non l’avrebbe amata; ma loro avevano bisogno di una nuora giovane, di buona famiglia, fresca e illibata per fornire degli eredi sani al trono, secondo una concezione che sarebbe apparsa anacronistica persino un secolo fa. Così l’hanno volutamente illusa e usata e hanno costantemente ignorato che stavano distruggendo il sogno cui lei si era aggrappata per dare un senso alla propria vita e per colmare il vuoto affettivo che provava. Soltanto chi ha sperimentato il trauma provocato dal naufragio della propria famiglia può capire quanto questo significasse colpire al cuore una persona e distruggerla. Ben lungi dal distaccato riserbo con cui generazioni di regine hanno tollerato gli adulteri dei loro coniugi, Diana non intendeva affatto rassegnarsi al naufragio del proprio matrimonio; gli Windsor si sono regolarmente rifiutati di comprendere la gravità dell’accaduto, e anche per la regina Elisabetta, oggi compianta e che pure aveva tentato di fornirle aiuto psicologico qualificato, Diana era semplicemente una pazza da allontanare. Anzi: la menzogna costante in cui la corte avvolgeva gli adulteri di Carlo ha rischiato veramente di fare impazzire la principessa di Galles[21], sottoposta a una sorta di gaslighting (forma di abuso psicologico in cui, a furia di menzogne, si fanno perdere al soggetto i punti di riferimento della realtà).
Parimenti gli Windsor non comprendevano, regina Elisabetta compresa, la sua opera di beneficenza per cause impopolari, come la campagna contro le mine antiuomo, oppure quella per ridurre la marginalizzazione dei malati di AIDS. Mentre la corona britannica di solito seguiva forme di beneficenza più tradizionali, Diana cercava espressamente di proteggere i veri e propri outcasts, i paria della società. Non ho dimenticato che alla morte di Diana, la regina Elisabetta non aveva nessuna intenzione di condividere il cordoglio della sua popolazione: cordoglio che si tramutò ben presto in un netto senso di collera e quasi di rivolta da parte dei sudditi. Nel giorno dei funerali, la monarchia inglese ha rischiato veramente di essere rovesciata dalla folla inferocita. Ma perché il popolo inglese amava così tanto Diana, nonostante i suoi limiti? Non si trattava solo di “isteria collettiva” o di una fama artificiale creata dalla stampa, tutt’altro. Diana rappresentava tutto quello che gli Windsor, nonostante alcune qualità, non avevano: bellezza, eleganza, glamour, empatia e partecipazione ai problemi altrui. Diana era tattile, cioè abbracciava le persone e partecipava spontaneamente alla loro sofferenza; con lei non c’erano barriere, a differenza che coi compassati Windsor, sempre cortesi, ma distanziati dalla folla. E’ stata lei che negli anni ’80, stringendo la mano a un malato di AIDS, ha volto al termine la ghettizzazione di cui questi malati erano vittima (chissà che cosa penserebbe oggi, vedendo che col Covid-19 la società è stata presa da un’autentica fobia del contatto…Lei non si fermava davanti alla malattia, così come non si fermava davanti ai campi minati).
Ripercorrendo la sua storia, mi sono persuasa che, pur essendo abituata al lusso e agli agi, nelle sue opere caritative Diana era sincera. Lei corrispondeva molto meglio alle attese della gente rispetto al comportamento freddo e distaccato degli Windsor, altrimenti non si capiscono le lacrime di agenti di Borsa o poliziotti il giorno dei suoi funerali. In sostanza, gli Windsor sono apparsi un corpo estraneo all’interno della realtà emotiva del loro stesso popolo; e questo ha suscitato nella famiglia reale una profonda gelosia nei confronti della principessa che, entrata nella dinastia del di fuori, aveva saputo divenire enormemente più popolare dello stesso Carlo o degli altri reali. Non a caso, secondo il suo maggiordomo Paul Burrell, ancor oggi non esistono in Gran Bretagna luoghi che siano intitolati alla memoria della principessa: tuttavia, il “fantasma di Diana”, come asserisce lui, continuerà a perseguitare la dinastia[22]. Fra l’altro, nelle sue vene scorreva più sangue reale che in quelle degli Windsor: la famiglia Spencer è una delle più esclusive di Gran Bretagna e anche se attraverso alcune amanti reali, essa è legata agli ultimi re legittimi, gli Stuart, specie Giacomo II[23]. Anche dal punto di vista dinastico, perciò, aveva più diritto di regnare lei che gli Windsor.
In realtà, la figura di Diana ha sfamato i famelici tabloid inglesi in un momento in cui (inizi anni ’80) la Gran Bretagna versava in una crisi profonda, tra scioperi, rivolte di piazza e terrorismo: nonostante il rispetto per la regina Elisabetta, la famiglia reale era giunta a uno dei punti più bassi della sua popolarità, perché appariva obsoleta e lontana anni luce dalle necessità della gente comune, che doveva arrangiarsi a sbarcare il lunario sotto i colpi dello sfrenato neoliberismo di Margareth Thatcher. Il viso fresco della nuova principessa ha letteralmente salvato la corona, una corona che non appariva più avere senso[24]; e ha fornito alla monarchia stessa nuove modalità per rinnovare la comunicazione con il popolo, tanto che persino Elisabetta ha imparato qualcosa dallo stile “dianesco” (negli ultimi anni sorrideva). Adesso i reali inglesi si riciclano ponendosi sulla scia lasciata da lei e seguita anche dai figli, ma finché era viva, è stata sottoposta a un’autentica persecuzione da parte dei rappresentanti delle corte, forse ancor più duri della famiglia Windsor stessa. Parecchi hanno pensato che Diana fosse paranoica: no, era affetta da ipervigilanza, cioè dall’ansia eccessiva che si scatena in chi è perennemente sotto tiro.
A prescindere dal fatto che Diana sia morta in un incidente stradale o per un qualche intrigo segreto, l’auto uscita fuori strada simboleggia egregiamente una vita rovinata da un matrimonio sbagliato e dalle illusioni infrante con un divorzio che lei, tra l’altro, non voleva e che le fu imposto dalla regina[25]. Certo, però, la sua morte è circondata da un alone di ombra, addensato da numerosi fatti incontrovertibili. I potenti devono piantarla di gridare al complottismo tutte le volte che la massa borbotta qualcosa che a lorsignori non fa comodo. Di certo, come ha dimostrato in un libro molto approfondito lo scrittore italiano Beppe Sebaste[26], Henri Paul, il responsabile della sicurezza del Ritz che guidava la Mercedes schiantatasi contro il 13° pilastro del tunnel de l’Alma la notte tra 30 e 31 agosto 1997, non era affatto ubriaco, come invece hanno ripetuto a oltranza le due inchieste ufficiali, quella francese e quella inglese (operation Paget): la memoria di quest’uomo colto, scrupoloso e molto generoso, è stata infangata in maniera ignobile. Se lady Di è morta in un incidente stradale, che bisogno c’era di mentire iniquamente sull’autista? Ma così va il mondo (per il momento): i potenti schiacciano i piccoli. Però non sempre andrà così. Anzi: proprio le profezie mariane lasciano intravvedere dei mutamenti epocali. E la famiglia Windsor non si trova certo dalla parte giusta, quella dei “piccoli”. Proprio non se lo meritano il trono.
L’Inghilterra è cattolica
In glottologia esiste una legge secondo la quale gli elementi più antichi di un sistema linguistico (ad es., l’antico indoeuropeo) sopravvivono più facilmente nelle periferie (ad es., ai confini dell’Europa). Mi chiedo se questo si verifichi anche a livello culturale e religioso. Studiando la storia d’Inghilterra, ho percepito una continua nostalgia sia della tradizione cattolica, che della sua “temperatura emotiva”: colore, calore, vivacità. Gli Windsor sono invece una dinastia puritana: corrispondono a quella parte dell’Inghilterra, da Oliver Cromwell in giù, che a metà ‘600 chiudeva i teatri e metteva fuori legge i suoi dolci più gustosi, perché nulla doveva essere concesso al piacere, al colore, al calore. Regolarmente, da cinque secoli gruppi di persone e famiglie ritornano alla spicciolata al cattolicesimo, segno che in esso ritrovano un’identità perduta: per esempio, nel 1700 la famiglia Radcliffe, da cui discende il celebre teologo domenicano Timothy Radcliffe[27], nell’800 John Henry Newman, recentemente gli anglicani che non volevano l’ordinazione di donne; nell’articolo sulle chiese anglicane adibite a luoghi pubblici, sono citati ben due ecclesiastici anglicani tornati al cattolicesimo nel 2019[28]. Persino la madre di lady Diana, lady Frances Shand Kydd, è morta da cattolica nel 2004; ella strinse amicizia col cappellano cattolico che vegliò sulla salma della figlia alla Pitié Salpetrière[29]. Diana nella bara portava tra le mani il rosario donatole da Madre Teresa di Calcutta, che l’aveva vista avvicinarsi progressivamente alla fede[30]. Lo stesso Shakespeare era probabilmente cattolico: non proprio un chierichetto, dato che passava buona parte del suo tempo sulle scene, ma comunque figlio di un uomo segretamente cattolico, come testimonia un testamento spirituale probabilmente autentico firmato da John Shakespeare e che altro non era se non uno dei moduli diffusi dal santo Gesuita Edmund Campion[31]. Del resto, non si potrebbe capire Shakespeare senza l’immaginario cattolico: basti pensare al fantasma del re padre che torna dal Purgatorio a parlare con Amleto sugli spalti del castello.
L’Inghilterra è cattolica: magari ne ha perso la percezione, magari questa realtà è stata insabbiata da troppe ideologie, ma l’Inghilterra è cattolica nel suo profondo e presto lo ritornerà. Salvo conversioni (il che auguro sinceramente ai figli di Diana: e forse, data la situazione, lei vorrebbe che pregassimo per la loro salvezza), la dinastia degli Windsor non andrà molto lontano. Torna alla mente quanto disse la stessa principessa di Galles nella sua famosa intervista a Panorama sull’inadeguatezza del principe Carlo ad essere re. Difatti lui non è il vero re d’Inghilterra, come sua madre non era la vera regina. La vera Regina d’Inghilterra (ormai lo posso svelare) è la Madonna, venerata particolarmente come patrona d’Inghilterra nel santuario di Walsingham.
Sin da poco dopo il Mille, l’Inghilterra è la “dote di Maria”, cioè specialmente affidata a Lei. Ecco perché appare particolarmente empio il tentativo di Elisabetta I di avocare a sé gli onori rivolti a Maria; e forse questo spiega l’accanimento con cui le ideologie più diverse si sono rivolte, in questi ultimi secoli, contro il cattolicesimo e la venerazione per la Madonna. Questa bella tradizione, caduta nel dimenticatoio dopo la Riforma anglicana, fu rievocata da Leone XIII nel 1893 durante un incontro con dei pellegrini cattolici inglesi a proposito del “meraviglioso amore filiale che bruciava nel cuore dei vostri antenati verso la Gran Madre di Dio”. Maria è patrona d’Inghilterra con il titolo di Nostra Signora di Walsingham, perché nel 1066 apparve a una nobildonna, Richeldis de Faverches, proprio nel villaggio di Walsingham. La donna fece costruire un santuario contenente una replica della casa della Madonna, ma esso fu incendiato per ordine di Enrico VIII; intorno al 1930, è stato però ricostruito da un sacerdote anglicano (!): ancora adesso esistono due santuari, uno cattolico e l’altro anglicano. Ora, poco dopo il giorno dell’Annunciazione del 2020, domenica 29 marzo, nel bel mezzo dell’epidemia, il paese è stato ridedicato alla Madonna dai cattolici e cristiani del paese, come già aveva fatto una prima volta nel 1381 re Riccardo II[32]. Programmata da anni, la ri-dedicazione ha corso il rischio di essere posposta, ma i cattolici locali hanno tenuto duro: proprio perché il paese versava in gravi difficoltà, hanno mantenuto la cerimonia con S.Messa solenne (seguita online dai fedeli) alle 12.00 di quella domenica.
O Beata Vergine Maria, Madre di Dio e nostra gentilissima Regina e Madre, guarda con misericordia all’Inghilterra tua “dote” e a tutti noi che grandemente speriamo e confidiamo in Te”.
Questo l’esordio della preghiera di ri-dedicazione pronunciata quel giorno.
Marie Julie Jahenny annunciò che l’Inghilterra tornerà cattolica: che la regina Elisabetta sia morta proprio il giorno della nascita della Madonna rappresenta forse un primo, timido segno di questa realtà. La vera Regina d’Inghilterra è la Madonna: Lei si sta riprendendo la Sua Dote e nessun nemico della Verità potrà fermarLa. Siamo all’alba della Sua vittoria: quello che per secoli tanti cattolici hanno sognato si realizzerà presto grazie a Lei e solo così gl’Inglesi ritroveranno loro stessi, la loro cultura, la loro identità.
Note:
[1] https://www.sabinopaciolla.com/la-vera-regina-dinghilterra-geopolitica-storia-e-profezie/
[2] Cfr. Ilaria Bifarini, Il grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità, 2020; sul pieno coinvolgimento di re Carlo nella presentazione del Great Reset, cfr. Emily Mangiaracina, King Charles helped organize original Great Reset meeting with World Economic Forum during COVID-19, Lifesite 9 settembre 2022, https://www.lifesitenews.com/opinion/king-charles-co-hosted-original-great-reset-meeting-with-klaus-schwab-we-have-no-alternative/ Online si trova il discorso che l’allora principe Carlo pronunciò a Davos nel 2020, nel cinquantennio della fondazione dell’organismo, un discorso dedicato alla sostenibilità: The Telegraph, 22 gennaio 2020, https://www.youtube.com/watch?v=8jaTt7sfI1k&t=6s
[3] Cfr. Ilaria Bifarini, Il grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità, 2020, cit.p.6.
[4] Si veda il testo dell’interrogazione parlamentare E-002642/2021 al Parlamento europeo, del 17 maggio 2021, avanzata da Stefania Zambelli, Francesca Donato e Simona Baldassarre, Impatto della pandemia di COVID-19 sull’aumento dei tentativi di autolesionismo tra i giovani nell’Unione europea, https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2021-002642_IT.html ; nell’interrogazione, il tasso di aumento degli atti di suicidio e autolesionismo è stimato al 30% a partire da ottobre 2020.
[5] Cfr. Andrea Barolini, Capitalismo inclusivo, la rischiosa “Davos” benedetta da papa Francesco, Valori 19 gennaio 2021, https://valori.it/consiglio-capitalismo-inclusivo/
[6] Cfr. Joel Angius, 1,000 Australian schools are fed insects, Spectator Australia 14 settembre 2022, https://www.spectator.com.au/2022/09/1000-australian-schools-are-fed-insects/
[7] Ilaria Bifarini, Il grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità, 2020, cit. pp.185-86.
[8] Cfr. Francesco Carrino, La teoria economica che nessuno vi racconta: ridurre la popolazione per far crescere l’economia, 24 dicembre 2021, https://www.youtube.com/watch?v=SF5J_tBkqCg Sui nefasti miti neo-malthusiani, si veda Francesca Romana Poleggi, Demografia e neo-malthusianesimo: bugie e danni, Provita & e famiglia 4 gennaio 2018, https://www.provitaefamiglia.it/blog/demografia-e-neo-malthusianesimo-bugie-e-danni
[9] The Telegraph, 22 gennaio 2020, https://www.youtube.com/watch?v=8jaTt7sfI1k&t=6s
[10] Cfr. Jimmy Savile, Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Jimmy_Savile#Early_life ; Jimmy Savile sexual abuse scandal, Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Jimmy_Savile_sexual_abuse_scandal
[11] Cfr. Paedophiles in Parliament (2018), https://www.youtube.com/watch?v=PnZiDxkwgrU&t=3441s
[12] Cfr. Ghislaine Maxwell, Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Ghislaine_Maxwell ; per la procedura contro di lei nello Stato di New York, cfr. https://www.justice.gov/usao-sdny/united-states-v-ghislaine-maxwell
[13] Cfr. Ben Feuerherd, Ghislaine Maxwell allegedly has “secret” video footage of Prince Andrew, New York Post 7 luglio 2020, https://nypost.com/2020/07/07/ghislaine-maxwell-allegedly-has-video-footage-of-prince-andrew/
[14] Jeffrey Epstein, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Jeffrey_Epstein
[15] Mark Hosenball, Epstein probe gets „zero cooperation” from Prince Andrew: U.S. prosecutor, Reuters 27 gennaio 2020, https://www.reuters.com/article/us-epstein-andrew-fbi-idUSKBN1ZQ1ZP ; Martin Pengelly, UK authorities protected Prince Andrew from US Epstein investigation, book says, The Guardian 13 settembre 2022, https://www.theguardian.com/uk-news/2022/sep/13/prince-andrew-epstein-sexual-abuse-investigation
[16] Cfr. Why Prince Andrew’s Royal Career is now officially over, The Telegraph 18 gennaio 2022, https://www.youtube.com/watch?v=_BwkpkeBIsc ; Prince Andrew, Duke of York, Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Prince_Andrew,_Duke_of_York
[17] Cfr. Pedophiles in Parliament (2018), https://www.youtube.com/watch?v=PnZiDxkwgrU&t=3441s
[18] Cfr. Luciano Regolo, Quando Elisabetta proibì a Carlo d’Inghilterra di partecipare alla Messa celebrata da Wojtyla, Famiglia cristiana 12 settembre 2022, https://www.famigliacristiana.it/articolo/quando-elisabetta-proibi-a-carlo-di-partecipare-alla-messa-celebrata-da-wojtyla.aspx
[19] Cfr. Diana, Au coeur de l’Histoire, https://www.youtube.com/watch?v=sPBqEo0-eF0. Tratti del genere vengono sottolineati però anche nelle inchieste citate sotto.
[20] Per la ricostruzione della sua vita mi baso su alcuni estesi documentari francesi: Diana, cette illustre inconnue, Secrets d’histoire 29 agosto 2022, https://www.youtube.com/watch?v=a7dG71P0sAo; Diana, une princesse au destin brisé, https://www.youtube.com/watch?v=lHqDsWZeUIQ; Gérard Miller – Anais Feuillette, Lady Di, La femme qui s’était trompée de vie, https://www.youtube.com/watch?v=zY8pR3Bo-A0. Per l’Italia si veda la puntata di Enigma, Lady Diana, 17 giugno 2005, https://www.youtube.com/watch?v=u4pUsxE9rTAehttps://www.youtube.com/watch?v=DTWLXvZHN8s&t=2142se l’esteso documentario di People, in traduzione italiana, https://www.youtube.com/watch?v=DuVzDJ-j47w e https://www.youtube.com/watch?v=yLSRYAKl4Ck&t=0s Il libro di riferimento è quello noto di Andrew Morton, Diana. La sua vera storia raccontata da lei stessa (nuova ed. ampliata, trad.it.), Milano, Sonzogno, 1997.
[21] Questo aspetto è molto ben sottolineato dalla biografia di Andrew Morton, Diana. Tutta la storia, Firenze, Giunti, 2021 (I ed. inglese, 2004; I trad.it. RCS, 2005).
[22] Cfr. Diana, une princesse au destin brisé, https://www.youtube.com/watch?v=lHqDsWZeUIQ.
[23] Cfr. Il post dello Studio Araldico Genealogico Italiano, 1° luglio 2021, https://hi-in.facebook.com/StudioAraldicoGenealogicoItaliano/posts/lady-diana-storia-della-famiglia-spenceroggi-ricorre-lanniversario-della-nascita/4144597688950939/; Olivia B.Waxman, What to Know about Royal Blood in Princess Diana’s Family, Time 30 agosto 2017, https://time.com/4913806/princess-diana-anniversary-family-history/
[24] Cfr. ancora il documentario di People, https://www.youtube.com/watch?v=DuVzDJ-j47w
[25] Si veda ancora Diana, une princesse au destin brisé, https://www.youtube.com/watch?v=lHqDsWZeUIQ. Il divorzio fu imposto dalla regina Elisabetta dopo lo scandalo provocato dall’intervista a Panorama del novembre 1995.
[26] Cfr. Beppe Sebaste, H.P. L’ultimo autista di lady Diana, Roma, Quiritta, 2004.
[27] Cfr. Timothy Radcliffe, “Je vous appelle amis ». Entretiens avec Guillaume Goubert, Paris, Cerf, 2001, pp. 15-22.
[28] Cfr. Rodolfo Casadei, Quanto costa essere anglicani: tra gli inglesi vanno forte le chiese part-time, Tempi 17 gennaio 2022, https://www.tempi.it/anglicani-chiese-inglesi-part-time/
[29] Al capezzale di Lady Diana ci fu un prete cattolico, Il Timone 28 giugno 2021, https://www.iltimone.org/news-timone/al-capezzale-di-lady-d-ci-fu-un-prete-cattolico/
[30] Cfr. Lady Diana: Madre Teresa la stava portando a Dio, San Francesco 8 novembre 2018, https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/religione/lady-diana-madre-teresa-la-stava-portando-a-dio–44250 ; Inma Alvarez, I legami cattolici della principessa Diana, Aleteia 21 agosto 2022, https://it.aleteia.org/2022/08/31/i-legami-cattolici-della-principessa-diana/
[31] Sull’intricata questione, non scevra di ambiguità dato il periodo tormentato, cfr. Peter Ackroyd, Shakespeare. Una biografia, Vicenza, Neri Pozza, 2011 (I ed. inglese, 2005), pp. 36-37.
[32] Cfr. Paolo Vites, La Madre di Dio si riprende l’Inghilterra “Dote di Maria”; nel 2020 la ridedicazione del paese alla Madonna, Il Sussidiario.net 14 settembre 2017, https://www.ilsussidiario.net/news/esteri/2017/9/14/la-madre-di-dio-si-riprende-l-inghilterra-dote-di-maria-nel-2020-la-ri-dedicazione-del-paese-alla-madonna/782412/ ; Joachim Teigen, England to be re-dedicated as the “Dowry of Mary” amidst coronavirus pandemic, Vatican News 28 marzo 2020, https://www.vaticannews.va/en/church/news/2020-03/england-dowry-mary-dedication-richard-walsingham.html. Si veda il sito del santuario cattolico, https://www.walsingham.org.uk/
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