Una nuova ricerca fatta a più mani da scienziati provenienti da vari centri di ricerca nel mondo, mette in evidenza che la variante Omicron presenta fuga immunitaria per gli anticorpi neutralizzanti dei vaccini COVID, anche se in maniera diversa per ciascuno dei vaccini. Ecco l’abstract nella mia traduzione.
La variante Omicron è emersa in Africa meridionale alla fine del 2021 ed è caratterizzata da mutazioni multiple della spike in tutti i domini della spike. Qui dimostriamo che la spike Omicron conferisce un’evasione [immunitaria] molto significativa degli anticorpi neutralizzanti suscitati dal vaccino che è più pronunciata per il vaccino ChAdOx-1 (AstraZeneca, ndr) a vettore adenovirus rispetto al vaccino BNT162b2 a mRNA (Pfizer, ndr). Infatti la neutralizzazione di Omicron non era rilevabile per la maggior parte degli individui che avevano ricevuto due dosi di ChAdOx-1 (AstraZeneca, ndr). La terza dose di vaccinazione mRNA salva la neutralizzazione a breve termine. Nonostante tre mutazioni predette per favorire la scissione della spike S1/S2, l’efficienza di scissione osservata è inferiore a quella del tipo nativo Wuhan-1 D614G e Delta. Dimostriamo un’infettività significativamente inferiore degli organoidi polmonari e cellule Calu-3 polmonari che esprimono livelli endogeni di ACE2 e TMPRSS2 ma simile infezione rispetto a Delta quando si usano cellule epiteliali polmonari H1299. Importante, la fusogenicità del picco Omicron è significativamente compromessa, portando a una marcata riduzione nella formazione di sincitia (una massa multinucleata di citoplasma risultante dalla fusione di cellule, ndr). Queste osservazioni evidenziano che Omicron ha guadagnato proprietà di evasione immunitaria mentre compromette le proprietà associate alla replicazione e patogenicità.
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