Un lettore mi scrive.

Caro Dott. Paciolla,
le ho già scritto in svariate occasioni negli ultimi tempi ma le circostanze contingenti mi impediscono di tacere di fronte alla gravità delle accuse da parte del ministro Nordio nei confronti del giudice Zanda. Gravità di un tale livello che si fa persino fatica a trovare le parole per esprimersi di fronte all’incubo in cui siamo obiettivamente precipitati, mentre un paio d’ore fa in un locale pubblico senza volerlo ascoltavo gente infervorarsi su questioni calcistiche.
Può apparire superfluo ma vorrei rimarcare che non abbiamo più nonno banchiere al governo bensì una formazione di cosiddetto centro destra, che perfino i più accaniti finto-ipocondriaci hanno per ora terminato di ossessionarci con l’isteria psico pandemica, e che siamo a maggio 2023: una immensa mole di studi, dati e riscontri scientifici non solo hanno gettato più che giustificate ombre sui magici sieri che avrebbero dovuto farci uscire da una presunta tragedia, ma hanno definitivamente smascherato la farsa della vergognosa tessera verde.
E in Italia che succede? Nulla. Si procede ancora secondo i “dogmi” appartenenti ad una narrazione ormai ampiamente confutata e smontata. Si procede con la farsa demenziale che etichetta come “no-vax” detto giudice (certo, perché no-vax ormai è anche chi ha osato porre in maniera discreta e sommessa una sola domanda “scomoda” agli amici riuniti al tavolo del bar all’ora dell’aperitivo). Una follia. Un degrado cognitivo surreale. Sino a spingersi ad affermare senza vergogna alcuna che un’azione disciplinare nei confronti di detto giudice risponderebbe alla “logica” (vabbè, stiamo parlando del “Foglio”, non è che possiam pretendere…). Logica de che?
Tutti coloro che, indipendentemente dalle posizioni assunte in questi anni, pensano sia ora di rimuovere, in qualche modo di dimenticare, di lasciarsi alle spalle quel periodo, temo non abbiano capito praticamente nulla. A parte il fatto che non pochi candidati per un posto di lavoro ci potrebbero raccontare di veri e propri abusi ancora figli della psicosi covidista che si perpetuano ancor oggi e che non vengono puniti come meriterebbero (ovvero il carcere), ma che non si possa dimenticare nulla è certificato dal fatto, come la vicenda suddetta evidenzia, che ci sta giungendo un chiaro messaggio che fa il paio con la “premiazione” di tale Brusaferro: attenti, comandiamo noi. Chi dissente è finito. Pensateci bene, voi che avete acconsentito entusiasticamente a subordinare i vostri diritti naturali ad un certificato di obbedienza al regime, perché non si è trattato di un particolare momento. Era solo il principio.
Grazie per la sua attenzione.
Claudio – Saronno
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Facebook Comments
Come la capisco caro Claudio soprattutto quando parla di degrado cognitivo di chi ci circonda.
Io ormai è tre anni che faccio sempre più fatica a tollerare il prossimo: colleghi, amici, cerco sempre di limitare al minimo le uscite, non ci riesco più, si è rotto qualcosa che non si può e non voglio più aggiustare.
Perfino con mio marito faccio fatica che diciamo ha capito per metà qual’è stata la narrazione. Ma cosa faccio mi sono detta devo divorziare? Che faccio …però veramente faccio tanta fatica ….
Un cordiale saluto
Barbara
Divorziare no. La daresti vinta al lor signori (si fa per dire). Capirà.
Ciao Barbara, coraggio, non si puo’ mai sapere cosa succedera’, non sei sola. Emanuela
Il maligno è colui che divide, per antonomasia, nulla di ciò che è accaduto è stato un caso e del resto anche i nostri antenati avevano capito che un popolo incapace di coesione è molto meglio manipolabile, soggiogabile e potenzialmente sottomesso. Anche per questa ragione occorre resistere. Va detto che i riferimenti per molti di noi si sono inevitabilmente riconfigurati poiché certe maschere già traballanti sono cadute del tutto, poi chi non vuol capire…