LA SPERANZA OTTIMISTICA E’ UN ARRETRAMENTO DALLA REALTA’ DEL MALE

Un grande trambusto è seguito alla pubblicazione dell’articolo di Eugenio Scalfari, fondatore de La Repubblica, circa una presunta intervista rilasciatagli da papa Francesco nella quale quest’ultimo avrebbe negato l’esistenza dell’inferno. Questa intervista è stata smentita dalla Santa Sede. Una smentita che, a parere di molti osservatori, doveva essere più completa.

La radio della BBC ha intervistato a questo proposito il card. Vincent Nichols (ecco lo spezzone di video), arcivescovo di Westminster a Londra, la più alta autorità cattolica dell’Inghilterra e del Galles. L’arcivescovo Nichols ha detto: “Non c’è scritto da nessuna parte nell’insegnamento cattolico dove si dice che una qualche persona è all’inferno”. E’ una affermazione che ha lasciato perplessi ed ha fatto riflettere Francis Phillips sul Catholic Herald (leggi qui).

Ecco l’articolo nella mia traduzione.

Foto. card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, Londra

Foto. card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, Londra

Per la cronaca, non ho mai creduto alla storia riportata dalla stampa italiana che papa Francesco abbia invertito la rotta riguardo alla fede cristiana nell’inferno. Mi ha colpito come una notizia falsa e così si è dimostrata. Tuttavia, quando al cardinale Nichols è stato chiesto di commentare la storia su Radio 4, avrei preferito che non avesse semplicemente respinto l’immagine dell’inferno come non facente parte dell’insegnamento cattolico, né avesse commentato: “Non c’è scritto da nessuna parte nell’insegnamento cattolico dove si dice che una qualche persona è all’inferno”.

Questo può essere vero, ma ogni volta che i cattolici commentano in questo modo, ho la sensazione che essi stessi non credano che nessuno è mai dannato. L’inferno non è reale per loro. Non vogliono sembrare persone che emettono giudizi e temono di essere trascinati sui carboni – una metafora utile in questo contesto – dai mezzi di comunicazione incessantemente scettici.

Non possiamo giudicare lo stato di un’anima alla morte; solo Dio può farlo. Eppure le testimonianze dei Vangeli e dei santi ci dicono che alcune persone, senza nome ovviamente, preferirebbero scegliere il sollievo sterile dell’orgoglioso isolamento piuttosto che unirsi alla lieta compagnia del cielo. Questa scelta deplorevole è descritta con una eccellente acutezza psicologica da CS Lewis nel suo libro, Il grande divorzio.

Un ottimo libro che di cui ho scritto sul blog all’inizio di febbraio lo mette anche bene in evidenza. In Conversione di padre Donald Haggerty (Ignatius Press) l’autore, ricordandoci l’intelligenza demoniaca di Satana, scrive: “Forse egli risparmia la sua energia per un seducente attacco a un’ora tarda della vita quando un’anima, dopo lunghi anni di rispettabile virtù e forse poco amore o preoccupazione per le altre anime, troverebbe insultante riconoscere qualsiasi contributo personale alla crocifissione di Cristo”.

Padre Haggerty guarda i due uomini crocifissi ai lati di Gesù, il Buon Ladrone e il Cattivo Ladrone. Ricordiamo tutti il sublime scambio tra Cristo e il Buon Ladro, ma nessuno di noi si preoccupa di contemplare ciò che è accaduto al Cattivo Ladro. Il resoconto evangelico non suggerisce seriamente che stiamo guardando due uomini pentiti. Padre Haggerty scrive: “Ma che cosa è successo all’’altro’ uomo alla crocifissione? Il Vangelo è silenzioso e non parla di alcun appello alla misericordia di Dio. Dobbiamo supporre che quest’uomo sia rimasto pieno di veleno e di maledizioni fino alla fine”.

E qual è il ruolo della Madre di Cristo ai piedi della Croce? Padre Haggerty scrive che, sebbene Maria avrebbe pregato per entrambi i ladri, “nonostante la sua preghiera e il suo disperato desiderio di conversione di quest’altro criminale, rimase impotente di fronte alla probabile morte di un uomo che rifiutava ogni ultimo atto di pentimento”. L’autore riflette che “il terribile dolore che ha causato [Maria] di vedere un figlio di Dio perdere la sua anima eterna” è il motivo per cui “ci supplica nelle sue apparizioni per la preghiera e il sacrificio per la conversione dei peccatori”.

Le riflessioni di Haggerty hanno un senso molto sobrio. La speranza ottimistica che nessuno sia all’inferno non inizia a tagliarla. Essa, infatti, suggerisce un arretramento dalla realtà del male e il rifiuto di riconoscere la lotta suprema in cui siamo tutti impegnati, soprattutto nell’ora della nostra morte. “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” fu il commovente appello del Buon Ladrone che cambiò la vita. Che dire del cattivo ladrone? Padre George William Rutler nella sua rubrica settimanale per la Domenica di Pasqua ci ricorda che “l’indifferenza alla risurrezione non è un’opzione. La vita futura di ognuno di noi dipende dalla volontà di essere salvati dalla morte eterna”.

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