All’inizio dell’anno, su questo blog, vogliamo essere politicamente scorretti, e cominciare con una notizia che molti non vogliono ascoltare, ma che è decisamente triste e vera allo stesso tempo. L’aborto, cioè la distruzione di una vita umana, è di gran lunga la prima causa di morte al mondo. Anche nel 2018.

Ce lo ricorda Micaiah Bilger. Vi riporto la notizia nella mia traduzione

Bimbo nell'utero materno

Bimbo nell’utero materno

 

Sono morti più esseri umani per l’aborto di qualsiasi altra causa di morte nel 2018, come indica un nuovo rapporto.

Un promemoria straziante sulla prevalenza dell’aborto, le statistiche compilate da Worldometers indicano che nel 2018 ci sono stati quasi 42 milioni di aborti in tutto il mondo. Il sito indipendente raccoglie dati dai governi e da altre organizzazioni rispettabili e poi riporta i dati, insieme a stime e proiezioni, sulla base di questi numeri.

Breitbart ha contrapposto i numeri dell’aborto ad altre cause di morte, tra cui cancro, HIV/AIDS, incidenti stradali e suicidio, e ha scoperto che l’aborto è di gran lunga superiore ad ogni altra causa.

Ecco uno stralcio dal rapporto:

Al 31 dicembre 2018, ci sono stati circa 41,9 milioni di aborti effettuati nel corso dell’anno, ha rivelato Worldometers. Al contrario, 8,2 milioni di persone sono morte di cancro nel 2018, 5 milioni di fumatori e 1,7 milioni di persone sono morte di HIV/AIDS. …

Riporta anche il numero totale di aborti nel mondo, sulla base delle ultime statistiche sugli aborti pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

A livello globale, poco meno di un quarto di tutte le gravidanze (23 per cento) sono state interrotte a causa dell’aborto nel 2018, e per ogni 33 nati vivi, dieci neonati sono stati abortiti.

Worldometers stima circa 59 milioni di morti in tutto il mondo nel 2018, ma questo numero non include le morti per aborto di bambini non ancora nati. I bambini non nati non sono riconosciuti come esseri umani anche se la biologia indica che sono esseri umani viventi e unici fin dal momento del concepimento e che muoiono in maniera brutale e violenta per l’aborto.

Il numero di aborti è incomprensibile, ma ognuno di questi 42 milioni di aborti rappresenta un essere umano vivente la cui vita è stata violentemente distrutta nel grembo materno. Ogni bambino non ancora nato aveva già il proprio DNA unico, che lo distingueva dalla madre. Quel DNA indicava se il bambino era un ragazzo o una ragazza, il colore degli occhi e dei capelli, la sua altezza, possibili malattie genetiche e altre disabilità, e molto altro ancora. Nella maggior parte dei casi, anche i cuori dei bambini non ancora nati battono quando vengono abortiti.

In America, poco meno di 1 milione di bambini vengono abortiti ogni anno. Anche se i tassi di aborto sono diminuiti nell’ultimo decennio, l’aborto rimane la principale causa di morte anche negli Stati Uniti.

Si stima che circa 60 milioni di bambini non ancora nati sono stati uccisi in aborti negli Stati Uniti da Roe v. Wade (la causa che portò alla legge sull’aborto, ndr) nel 1973. In gennaio, i sostenitori pro-vita si riuniranno per l’annuale Marcia per la Vita a Washington, D.C. per ricordare l’anniversario di quella scellerata decisione e per chiedere il ripristino delle protezioni per i non ancora nati.

 

Fpmte: Lifenews

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