LA PORTA LASCIATA SOCCHIUSA, SI APRIRÀ COMPLETAMENTE
Riprendo ampi stralci da una interessante intervista rilasciata dal card. Eijk, arcivescovo di Utrecht, a Lorenzo Bertocchi de Il Timone, e rilanciata da Maike Hickson del sito OnePeterFive (qui) il 2 marzo scorso. Il cardinale, dottore, filosofo, ed esperto di teologia nel campo della bioetica, è stato presidente della Conferenza Episcopale Olandese fino al 2016 e fatto cardinale da papa Benedetto XVI nel 2012. Vi consiglio la lettura.
Eccoli nella mia traduzione.
Domanda: Sua Eminenza, in Italia dopo le leggi che consentono il divorzio, l’aborto, la fecondazione in vitro, le unioni civili gay, è stata approvata una legge che più o meno direttamente apre la porta all’eutanasia. Cosa ne pensa di questa legge?
Card. Eijk: Le leggi umane dovrebbero essere basate sulla legge morale naturale, che trova le sue radici nella dignità inalienabile della persona umana, creata da Dio a sua immagine. Non appena una legge umana offre un’apertura, per quanto minima, ad un atto che viola la dignità della persona umana, vi sarà il rischio di minare ogni rispetto per questa dignità.
Domanda: In Olanda, questa secolarizzazione sta avvenendo da tempo, come è iniziata?
Card. Eijk: Dopo l’introduzione della contraccezione ormonale nel 1964, è sorto il problema delle gravidanze indesiderate, per le quali è stato prescritto l’aborto procurato come rimedio. A metà degli anni ’60 si era pensato che questo sarebbe stato solo qualche caso all’anno, ma oggi e per qualche tempo il numero di aborti procurati è superiore a 30.000 all’anno. Anche questo numero è relativamente basso, perché la maggior parte delle giovani donne usa la pillola a partire dai 13-14 anni per iniziativa dei genitori, che temono che le loro figlie possano rimanere incinte. Così l’Olanda rimane molto orgogliosa di avere relativamente poche gravidanze adolescenziali. (…)
Domanda: Per quanto riguarda l’eutanasia, il vostro paese è probabilmente uno dei più “avanzati” del mondo.
Card. Eijk: Alla fine degli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta in Olanda si è parlato dell’applicazione dell’eutanasia (definita come la soppressione della vita da parte di un medico su richiesta di un paziente) e del suicidio assistito, ma solo nel caso della fase terminale di una malattia fisica incurabile. In seguito è stata accettata anche la soppressione della vita al di fuori dei casi terminali. Così, negli anni ’90, cominciarono a parlare di eutanasia, o a dare assistenza nel suicidio, nei casi di pazienti affetti da malattie psichiatriche o nel caso di demenza. Una nuova barriera cadde con il cosiddetto “Protocollo di Groningen”, un accordo tra neonatologi e il procuratore della città di Groningen, secondo cui un medico, che ha interrotto la vita di un neonato handicappato, non avrebbe potuto essere perseguito, purché avesse rispettato una serie di richieste cautelative. Da questo protocollo locale è stato creato un regolamento a livello nazionale per la soppressione della vita dei neonati disabili. Nell’ottobre 2016, il governo precedente all’attuale ha annunciato di voler proporre una nuova legge che avrebbe reso possibile il suicidio assistito per le persone che non soffrono di alcun tipo di malattia psichiatrica o somatica, ma che sono dell’opinione che, a causa dei sentimenti di solitudine, vecchiaia o mobilità ridotta, la loro vita sia “compiuta”, cioè non abbia più senso nell’essere vissuta, e che quindi ad essa si possa porre fine. (…)
Questo breve esempio dimostra che i criteri per la soppressione della vita si stanno ampliando sempre più e che il rispetto per la vita umana e per la dignità della persona sta crescendo sempre meno. La porta, una volta lasciata aperta, alla fine si apre completamente. Iniziando ad ammettere l’eutanasia per alcuni casi ben definiti, ci si mette su un piano inclinato, che in inglese è chiamato “il pendio scivoloso”. Una volta che hai messo il piede su questo pendio scivoloso, tu cominci a scivolare più rapidamente di quanto tu possa pensare.
Domanda: È lo stesso tipo di pendio scivoloso che ha portato al matrimonio tra persone dello stesso sesso?
Card. Eijk: L’Olanda è stato il primo paese a legalizzare il cosiddetto matrimonio omosessuale, nel 2001. E’ vero, in un certo senso, che anche in questo caso si tratta di un pendio scivoloso. La legalizzazione della contraccezione ormonale nei primi anni ‘60 suggerì che un atto sessuale può essere moralmente separabile dalla procreazione. Una volta che la cultura si è abituata a questa idea, siamo giunti alla conclusione che anche altri atti sessuali al di fuori di quelli direttamente ordinati alla procreazione sono moralmente accettabili, tra cui gli atti omosessuali. E’ essenziale essere consapevoli che queste cose sono legate l’una all’altra: se cambiamo un elemento della morale sessuale, alla fine rischiamo di cambiarla radicalmente in tutto, forse senza averlo capito in un primo momento.
Domanda: Sembra che molti cattolici coinvolti nella politica possano aver dimenticato i cosiddetti “principi non negoziabili” (la difesa della vita, la famiglia naturale e l’educazione libera).
Card. Eijk: I paragrafi 73-74 della lettera enciclica Evangelium Vitae del 1995 di Giovanni Paolo II permettono che i politici cattolici, a determinate condizioni – cioè nel rispetto delle condizioni dei principi generali sulla cooperazione con il male – possano votare a favore di una legge, ad esempio una legge più restrittiva sull’aborto procurato (sic), anche se si tratta di una legge intrinsecamente ingiusta, nel tentativo di impedire l’approvazione di una legge ancora più permissiva. I politici che limitano così il numero di aborti procurati possono considerare questa azione come un contributo al bene comune. Molti politici cattolici hanno in questo modo difeso il loro voto a favore di una legge che promuove l’aborto o l’eutanasia, anche se ci si può chiedere se hanno veramente seguito tutte le condizioni menzionate nell’Evangelium Vitae e se il loro voto può essere interpretato come un vero contributo al bene comune. Ora, a parte il fatto che molti politici cattolici oggi possono essere meno efficacemente disposti a dialogare su principi non negoziabili per giungere a un compromesso eticamente giustificabile, temo che molti di loro non vedano più queste cose nemmeno come non-negoziabili.
Domanda: A suo parere, qual è la causa della situazione?
Card. Eijk: La crisi della fede colpisce sempre anche le convinzioni morali, che sono parte intrinseca della fede. L’attuale crisi di fede in Cristo ha portato ad una crisi di fede nelle norme assolute, nell’esistenza di atti intrinsecamente malvagi, e quindi nel fatto che certi principi non sono negoziabili. Tuttavia, “dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5,29). Le leggi umane devono corrispondere alla legge morale naturale, che salvaguarda la dignità della persona e che deriva dall’ordine che Dio ha dato alla sua creazione.
(Il card. Eijk spiega poi perché ha chiesto che la Chiesa predisponga un documento sulla teoria del gender, e conclude dicendo:)
Card.Eijk: In un futuro non lontano, saranno soprattutto i giovani, influenzati da progetti educativi che promuovono la teoria del genere, che non comprenderanno più il valore intrinseco del sesso biologico e che vedranno il genere come oggetto di libera scelta da parte dell’individuo, indipendentemente dal sesso biologico. Questo ha già avuto, e continuerà ad avere, profonde ripercussioni sul modo di vedere la famiglia, il matrimonio e la sessualità, che è la più grande area di difficoltà per la Chiesa cattolica nel proclamare la sua dottrina.
(Riguardo infine alla questione della Comunione ai divorziati-risposati, il card. Eijk precisa che tale questione sta creando forti attriti tra cardinali, vescovi, sacerdoti e laici. E poi continua:)
Card. Eijk: La fonte della confusione è l’Esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, scritta da Papa Francesco a conclusione dei Sinodi sulla Famiglia del 2014 e del 2015. Questa confusione riguarda soprattutto il paragrafo 305 dell’esortazione. Vediamo che alcune Conferenze episcopali hanno introdotto norme pastorali che implicano che i divorziati-risposati possano essere ammessi alla Santa Comunione con una serie di condizioni e dopo un periodo di discernimento pastorale da parte del sacerdote che li accompagna. Al contrario, altre conferenze episcopali escludono questa possibilità. Ciò che è vero nel posto A non può essere falso nel posto di B. Queste diverse interpretazioni dell’esortazione, che riguardano questioni dottrinali, stanno causando confusione tra i fedeli. Pertanto, sarei felice se il Papa chiarisse questo tema, preferibilmente sotto forma di una sorta di documento magisteriale. (…)
Domanda: Può spiegare brevemente la sua posizione?
Card. Eijk: Gesù stesso disse che il matrimonio è indissolubile (Mt 5,32;19,9; Mc 10,11-12; Lc 16,18). (…)
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