Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Hannah Brockhaus e pubblicato su Catholic News Agency. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
La Pontificia Accademia per la Vita ha dichiarato lunedì che il suo presidente è contrario al suicidio assistito, ma ritiene possibile una “mediazione legale” che consenta di depenalizzarlo in Italia a “condizioni specifiche e particolari”.
La dichiarazione del 24 aprile è stata rilasciata a seguito del clamore suscitato da un discorso in cui l’arcivescovo Vincenzo Paglia ha difeso la legalizzazione del suicidio medicalmente assistito in Italia. L’arcivescovo lo ha definito un approccio “fattibile” alla questione nella società italiana, nonostante i chiari insegnamenti della Chiesa cattolica contro di esso.
“Personalmente, non praticherei l’assistenza al suicidio, ma capisco che la mediazione legale possa essere il più grande bene comune concretamente possibile nelle condizioni in cui ci troviamo”, ha detto Paglia in un discorso tenuto il 19 aprile durante il Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia, Italia.
Il Riformista ha pubblicato il testo del discorso di Paglia il 22 aprile. (qui il video)
La dichiarazione di lunedì dell’Accademia vaticana ha affermato che Paglia “ribadisce il suo ‘no’ all’eutanasia e al suicidio assistito, in piena adesione al magistero”.
L’Accademia ha aggiunto che i commenti del presidente riguardavano una sentenza della Corte Costituzionale italiana e “la specifica situazione italiana”.
L’arcivescovo ha espresso la sua opinione, si legge nel comunicato, secondo cui è possibile una “mediazione giuridica”, ma “non certo morale”, per mantenere il suicidio assistito un reato in alcuni casi, mentre lo si depenalizza a certe condizioni.
Sia il suicidio assistito che l’eutanasia sono attualmente illegali in Italia, dove la legge penale dice che “chiunque cagiona la morte di un uomo, con il suo consenso, è punito con la reclusione da sei a quindici anni”. Il suicidio assistito consiste nel fornire farmaci letali affinché i pazienti possano togliersi la vita, mentre l’eutanasia è l’uccisione diretta dei pazienti da parte dei medici.
Una proposta di legge per la depenalizzazione del suicidio assistito, noto nella legislazione italiana come “omicidio del consenziente”, è passata l’anno scorso alla Camera dei Deputati, la camera bassa del Parlamento italiano. Non è ancora stata approvata dal Senato italiano.
La proposta di legge, che segue una sentenza del 2019 della Corte Costituzionale italiana, stabilisce che il suicidio medicalmente assistito sarà depenalizzato solo nei casi che soddisfano le seguenti condizioni: “la persona deve essere ‘mantenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenza fisica o psicologica che considera intollerabile, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli'”.
Secondo la dichiarazione di lunedì della Pontificia Accademia per la Vita, “per l’arcivescovo Paglia è importante che la sentenza [del tribunale] affermi che il reato [di suicidio assistito] rimane tale e non viene abolito. Ogni altra considerazione è fuorviante”.
“Sul piano scientifico e culturale, l’arcivescovo Paglia ha sempre sostenuto la necessità di un accompagnamento verso i malati nella fase terminale della vita, basato sulle Cure Palliative e sulla prossimità, affinché nessuno sia lasciato solo di fronte alla malattia e alla sofferenza, nelle difficili decisioni che esse comportano”, si legge nella dichiarazione.
L’anno scorso la Corte costituzionale italiana ha bloccato un referendum per la depenalizzazione del suicidio assistito nel Paese, affermando che l’abrogazione della legge penale esistente avrebbe lasciato il Paese senza “la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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